At 8,5-8.14-17; 1Pt 3,15-18; Gv 14,15-21
Chi ama osserva e custodisce i comandamenti, che sono il contenuto e il linguaggio dell’amore. Custode è l’uomo che vive immerso giorno e notte nella Parola, come l’albero che affonda le radici nell’acqua. Amore e osservanza sono intrecciati tra loro, lo Spirito è il frutto ricevuto in dono e la vita cristiana è vita nello Spirito.
Lo Spirito è il Signore stesso che abita nell’uomo e ne è Consolatore: difesa, sostegno nelle prove, luce e incoraggiamento; con Lui la fragile vita del cristiano diventa capace di ascoltare e custodire la Parola. Lo Spirito è Gesù che non lascia orfani i suoi, ma torna con una presenza più intima e profonda, rendendo noi stessi capaci di vita risorta. È la vita di Dio in noi, piena e luminosa della comunione con il mistero di Dio Padre, Figlio e Spirito.
"Senza l’amore per Gesù, che si attua nell’osservanza dei suoi comandamenti, la persona si esclude dal movimento trinitario e inizia a ripiegarsi su se stessa, perdendo la capacità di ricevere e comunicare Dio" (Benedetto XVI).
"L’amore è il pieno compimento della vocazione della persona; è il grande dono che ci rende veramente e pienamente uomini. Quando ci si sente amati, si è più facilmente spinti ad amare. È di questo amore che l’umanità, oggi forse più che mai, ha bisogno, perché solo l’amore è credibile" (Giovanni Paolo II).
"Tu vieni a turbarci, / vento dello spirito. / Tu sei l’altro che è in noi. / Tu sei il soffio che anima / e sempre scompare. / Tu sei il fuoco / che brucia per illuminare. / Attraverso i secoli e le moltitudini / Tu corri come un sorriso / per far impallidire le pretese / degli uomini. / Poiché tu sei l’invisibile / testimone del domani, / di tutti i domani. / Tu sei povero come l’amore / per questo ami radunare / per creare. / Oh, ebbrezza e tempesta di Dio!" (Turoldo).
Angelo Sceppacerca