Domenica 2 ottobre 2005

Isaia 5,1-7; Filippesi 4,6-9; Matteo 21,33-43

Più volte ci troviamo a leggere pagine del Vangelo, come questa, che ci fanno tornare indietro nel tempo. Gesù stesso, in parabole, ci dà una spiegazione della storia della salvezza, in particolare dell’ingratitudine di Israele, la vigna che Dio stesso si era piantata, con le sue mani.

VIGNAIOLI MALVAGI. La parabola narra di un padrone che piantò una vigna, e la volle affidare alle cure dei suoi vignaioli per raccoglierne i frutti al tempo opportuno. Quando fu il tempo, mandò i suoi servi per il raccolto. Ma furono bastonati, uccisi o lapidati. Era stata quella, infatti, la sorte di non pochi profeti. Mandati da Dio a guidare e curare il suo popolo, trovarono spesso avversità e contrasti. Gesù stesso, piangendo, accuserà la sua città, Gerusalemme, di “aver ucciso i profeti”. In questa parabola dei vignaioli si traccia appunto la storia della salvezza, nelle sue tappe oscure e luminose.

I vignaioli sembrano alludere ai capi e al popolo ebraico di allora, mentre i servi sono i profeti e la figura del padrone rimanda subito a Dio. Una storia dunque molto aspra, con frequenti ribellioni da parte di Israele, che spesso cade nell’idolatria e tradisce la legge del Sinai. Il Signore però avrà sempre comprensione per la debolezza e la fragilità del suo popolo. Non solo continuerà ad inviare i profeti, ma lui stesso si farà guida e pastore. Egli, Javhe, resterà sempre fedele alle sue promesse.

MANDÒ IL PROPRIO FIGLIO. Vista la cattiva sorte toccata ai servi, il padrone decide di mandare suo figlio, dicendo: “Avranno rispetto di mio figlio”. Ma quei vignaioli, visto il figlio, lo cacciarono fuori e l’uccisero, per averne l’eredità. Con il figlio del padrone, il racconto raggiunge il suo vertice, come la storia di Israele, con Cristo ha avuto la sua svolta decisiva.

Dopo aver narrato la storia del Vecchio Testamento, Gesù ora racconta la sua e quella del Regno di Dio, la vigna della parabola. Egli presenta il mistero del peccato, dell’iniquità e della ingratitudine degli uomini, sull’ostinazione dei quali pende il giudizio inesorabile di Dio. Volutamente ci si può mettere fuori della storia della salvezza. Il Figlio di Dio è venuto per la salvezza di tutti gli uomini, ma ha lasciato che ciascuno si determini secondo coscienza.

VI SARÀ TOLTO IL REGNO. Grave è la punizione che colpirà i malvagi. “Vi sarà tolto il Regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare”. Ecco la nascita e la missione della Chiesa, il nuovo Israele. Il vero Israele dei credenti, fatto di poveri, fedeli al Signore.

Toccherà alla comunità cristiana portare avanti nella storia questa missione. Biologicamente diversa per razza, cultura e mentalità, ma teologicamente uguale agli ebrei fedeli, che accolsero la voce dei profeti e credettero. La salvezza poi consiste nell’accettare il Figlio, la “pietra angolare”, sulla quale ogni costruzione cresce “per essere tempio santo del Signore”.

Carlo Caviglione