Apocalisse 7,2-4.9-14; 1Giovanni 3,1-3; Matteo 5,1-12 In una sola festa, il 1° di novembre, la Chiesa onora da secoli tutti i suoi Santi, di ogni popolo e nazione, per proporli ai fedeli come modelli di vita e amici di Dio. Sono anche nostri protettori, uniti a noi come membra dell’unico Corpo di Cristo. IN VESTI CANDIDE. La prima lettura della Messa dei Santi è tratta dall’Apocalisse, un libro profetico, nel quale l’autore descrive una sua visione. Migliaia di eletti stanno attorno al trono dell’Agnello, che è Cristo.
Sono coloro che “sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello”.
Hanno dunque sofferto a causa della loro fede, per la fedeltà a Cristo, che hanno seguito e imitato nella loro vita. Questi sono i Santi.
Papa Benedetto XVI proclamando per la prima volta Santi cinque beati, ha detto nella sua omelia, che i Santi sono stati affascinati dalla bellezza e dalla verità del Vangelo che è Cristo.
Bellezza e verità attraggono potenzialmente ogni uomo, solo che il loro fascino viene molto spesso oscurato oggi da altre fonti di luce effimera e illusoria. Per essere anche noi affascinati da Cristo è necessario essere illuminati dalla sua Parola e seguire il suo esempio di vita. FIGLI DI DIO. “Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente”, così scrive l’apostolo San Giovanni nella sua Prima Lettera: figli di Dio e lo siamo realmente.
Le parole sembrano un po’ enfatiche e ambiziose. In realtà si tratta della Parola di Dio che è verità.
Il Santo non è uno che si è guadagnato il paradiso con i propri meriti. Sì, anche con quelli, ma prima di tutto è stata l’azione di Dio a santificarlo, con la sua grazia.
Già nel battesimo ci viene donata una vita nuova, quella vita soprannaturale che ci fa partecipi della santità di Dio. Non è opera nostra, né siamo capaci di arrivare a tanto. Dio solo è il Santo, in senso assoluto.
È dalla sua bontà che viene a noi questo grande dono. Di essere figli suoi, senza nostro merito! BEATI VOI. Quando nelle nostre conversazioni, noi sentiamo parlare di qualcuno che è ricco e benestante, siamo soliti dire “beato lui!”. Non è proprio una beatitudine in senso evangelico. Anzi!
Il Vangelo delle Beatitudini è tutto al contrario. Ci dà un elenco di persone che sono povere, sofferenti, perseguitate, che hanno fame e sete di giustizia e, poi, miti, calunniate, misericordiose.
Tutte categorie che sono considerate “beate” e, quindi, fortunate dal Vangelo. Come si vede: i criteri di Dio sono tanto diversi dai nostri. L’elenco vuole indicare vari aspetti della santità che troviamo, tutti insieme, nella vita di Cristo e poi, molto variegati, in quella dei Santi.
È stato detto che un Santo è come una pagina del Vangelo, interpretata e vissuta. Ognuno di loro ha avuto le nostre stesse difficoltà nel restare fedele alla volontà di Dio.
Per questo i Santi sono nostri modelli di vita e intercessori presso Dio nelle nostre necessità spirituali e materiali.
Carlo Caviglione