
“La Chiesa è viva”. Lo ha affermato mons. Erio Castellucci, vicepresidente della Conferenza episcopale italiana e presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale, aprendo i lavori della seconda Assemblea sinodale delle Chiese in Italia. Dal 31 marzo al 3 aprile, delegati da tutta Italia si sono riuniti a Roma, vivendo giorni segnati da ascolto, confronto e discernimento. “Una Chiesa viva che è arrivata all’evento romano dopo quattro anni di intenso lavoro fatto di confronto, di dialogo serrato ma bellissimo, di notti insonni nello studiare i documenti”, racconta don Calogero Di Leo, referente della diocesi di Perugia-Città della Pieve. Don Fabio Bonifazio, sacerdote della diocesi di Velletri-Segni, parla di “una bella occasione di confronto democratico e con una conclusione adeguata al momento che stiamo vivendo come Chiesa, comunità di credenti e cittadini”. Per don Carmelo Sciuto, parroco della diocesi di Acireale,
“emerge una Chiesa viva, bella ed impegnata, attenta ai desideri e ai pensieri di tutti, accogliente del pensiero altrui e capace di ‘tornare indietro’ se è necessario”.
Giovanni Berera, delegato della diocesi di Bergamo, osserva: “Ci prendiamo la responsabilità di un lavoro che esige più tempo per un testo che restituisca il patrimonio di storie e di persone che hanno preso parte a un cammino entusiasmante e reale”. Filippo Margheri, facilitatore, racconta che “ci si assume con generosità il compito di lavorare alle proposizioni per integrarle, modificarle, ripensarle”. Il clima che si è respirato nei gruppi è quello di una Chiesa che si impegna a camminare insieme, senza temere la fatica del discernimento.
- (Foto Siciliani-Gennari/SIR)
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Il cammino comune emerge dalle parole di molti. Don Vittorio Rocca, referente della diocesi di Acireale, sottolinea che “la sinodalità è ‘dimensione costitutiva della Chiesa’” e che “una Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto, nella consapevolezza che ascoltare ‘è più che sentire’”. Nella stessa linea si inserisce don Sebastiano Pinto, teologo e docente alla Pontificia Università Lateranense, che invita a non accontentarsi di compromessi: “È necessario ‘strappare’ ciò che non è ritenuto idoneo e veritiero”. Dalla diocesi di Brindisi-Ostuni, Francesco Carlucci ricorda che “la Chiesa italiana è viva e desidera guardare avanti con speranza, mettendosi in gioco senza nascondere difficoltà e imperfezioni”. I delegati di Como osservano che “i momenti di pausa e di verifica come è stata la seconda assemblea non sono interruzioni, sono esperienze spirituali e di fraternità”, mentre don Cosimo Macilletti vede in questa fase
“la manifestazione dello Spirito che concede la libertà di apportare correzioni o contributi ulteriori”.
Il desiderio di una Chiesa in cammino è condiviso anche da Tiziana Nicastro: “Questi giorni evidenziano che la nostra Chiesa in Italia, ovvero noi cristiani, vuole camminare insieme ed essere prossima a tutti, perché la gioia sia piena”. Dalle parole di Alberto Peratoner, delegato del patriarcato di Venezia, emerge “un’armonica familiarità nella pluralità dei soggetti coinvolti”, mentre Emilio Salvatore, docente di Sacra Scrittura, sintetizza così: “Chi fa i passi ha forse piedi anche doloranti, ma non resta fermo e immobile nel pantano del ‘si è sempre fatto così’”.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)
La consapevolezza di essere parte di un processo più grande attraversa anche altre voci. Don Gilberto Ruzzi, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali dell’Abruzzo-Molise, osserva: “Non credo che siamo allo sbando; piuttosto compiamo quella Scrittura che dice: ‘Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese’”. Don Livio Tonello, della Facoltà teologica del Triveneto, ricorda che “solo camminando l’orizzonte si apre”. Don Danilo Marin, delegato della diocesi di Chioggia, sottolinea:
“Senza timore di essere smentito posso dire che siamo di fronte a una Chiesa che sa trovare forze sorprendenti e impensabili”.
Don Alessandro Lombardi, delegato sinodale dell’arcidiocesi di Firenze, racconta: “Non ci è parso faticoso rileggere un testo al quale volevamo dare il colore e il calore delle nostre vite di Chiesa”. Laura Lamma, delegata della diocesi di Carpi, conclude: “L’Assemblea tutta, delegati e Presidenza, nella difficoltà del momento non si lascia prendere dallo sconforto e ribellata, ma accoglie la sfida come parte di un processo che ci porterà a essere annunciatori credibili del messaggio del Risorto”. Il Cammino sinodale continua, segnato da realismo, dedizione e responsabilità condivisa.