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Ratio Nationalis. Mons. Manetti (Cei): “Un invito a camminare insieme con creatività e fedeltà”

“La formazione è un processo che inizia in seminario e continua per tutta la vita”. Mons. Stefano Manetti spiega come la Ratio Nationalis ponga al centro la Parola di Dio e il discepolato come cardini della formazione presbiterale, evidenziando l’importanza di integrare formazione iniziale e permanente. Il documento traccia un cammino unico, che valorizza la comunione con il Popolo di Dio e lo spirito missionario

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“La Ratio Nationalis rappresenta una guida fondamentale per la formazione dei presbiteri oggi, ma è anche un invito a camminare insieme, con creatività e fedeltà, nella missione della Chiesa”. Così mons. Stefano Manetti, vescovo di Fiesole e presidente della Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata, presenta la Ratio Nationalis su “La formazione dei presbiteri nelle chiese in Italia. Orientamenti e norme per i seminari” (quarta edizione).

(Foto CEI)

La Ratio Nationalis pone un forte accento sulla Parola di Dio come fondamento della formazione presbiterale.
La Ratio parte dalla Parola di Dio perché essa è il principio fondamentale della formazione. Come leggiamo nella presentazione del documento: “All’origine della formazione presbiterale sta la Parola di Dio che raggiunge il chiamato domandando di essere da lui accolta”. Quando ciò avviene, “la Parola comincia ad agire efficacemente in tutta la persona”, guidandola verso una particolare configurazione a Cristo. Questo ribadisce che

il discepolato è un cammino che dura tutta la vita.

Non si è discepoli solo durante il seminario, ma in ogni momento della vita sacerdotale.

La Ratio organizza il percorso formativo in due fasi fondamentali. Come si sviluppano queste due fasi?
È un cammino organizzato in due momenti forti. Il primo è quello della formazione interiore, un tempo fondamentale per i candidati che arrivano in seminario. Spesso, questi giovani non hanno mai sperimentato un rapporto educativo serio e profondo: “È in seminario che molti candidati cominciano ad avere dei padri che li guardano, a trovarsi per la prima volta dentro un rapporto educativo forte, colmo di fiducia, e a iniziare a prendere consapevolezza di sé”.

La formazione interiore parte dalla meditazione della Parola di Dio, dalla preghiera e dalla condivisione comunitaria, accompagnata dal direttore spirituale. Questo primo tempo include l’anno propedeutico e il biennio discepolare, e si conclude con l’Admissio.

E il secondo momento?
Il secondo momento è quello che chiamiamo di iniziazione al Popolo di Dio. In questa fase, il candidato è chiamato a imparare a stare in mezzo alla comunità cristiana, a riconoscere i carismi suscitati dal Signore e a vivere il servizio con animo lieto e spirito di comunione. È anche il tempo di un maggiore coinvolgimento della comunità nella formazione dei candidati. Come sottolineato nella fase narrativa del Cammino sinodale, è emersa la necessità di un “maggiore collegamento del percorso formativo dei candidati con la vita quotidiana della comunità cristiana”.

La Ratio parla di un cammino discepolare unico e ininterrotto. Cosa significa concretamente?
La formazione è un unico cammino discepolare e missionario che si articola in due fasi: la formazione iniziale e quella permanente. Questo principio è ben espresso nel documento: “La formazione è un processo che inizia in seminario e continua per tutta la vita”. L’obiettivo è saldare queste due fasi senza soluzione di continuità, per

accompagnare i sacerdoti non solo nel periodo seminariale ma anche durante il ministero.

La formazione permanente diventa così un supporto essenziale per affrontare le sfide e le complessità del nostro tempo.

Qual è stato il contributo del Cammino sinodale alla stesura della Ratio Nationalis?
Il Cammino sinodale ha offerto un contributo importante, specialmente durante la fase narrativa. Queste indicazioni sono state accolte e integrate nel documento, rafforzando una prospettiva già maturata durante i confronti con i formatori e con i vescovi in Assemblea. In particolare, è stato ribadito il valore del contatto tra i candidati e le comunità cristiane. Questo approccio sinodale evidenzia che il presbitero deve essere un uomo di relazione, capace di vivere e servire all’interno del Popolo di Dio.

La Ratio è stata approvata ad experimentum. Quali sono le prospettive future?
La Ratio è stata approvata ad experimentum per tre anni, perché ci troviamo in una fase di riassestamento dell’Ordo Studiorum. Questo documento, però, vuole offrire indicazioni chiare per aiutare i formatori e i vescovi nel loro compito. È un testo vivo, aperto a futuri aggiornamenti che il vissuto ecclesiale potrà richiedere, mantenendo però saldo il principio del discepolato e della comunione.

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