Scuola cattolica. Cssc: 7.528 istituti con più di 515mila alunni. Dedicato alle emergenze educative il Rapporto 2024

Oltre 7.528 istituti con più di 515mila alunni. Questi i numeri del XXVI Rapporto sulla scuola cattolica, realizzato dal Centro studi per la scuola cattolica (Cssc). Intitolato “Emergenze educative”, il report verrà presentato in un webinar sabato 19 ottobre, nel corso della XVII Giornata pedagogica della scuola cattolica, con la partecipazione del segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi  

Emergenze educative”. Questo il titolo del XXVI Rapporto sulla scuola cattolica, realizzato dal Centro studi per la scuola cattolica (Cssc) per i tipi di Scholé (Brescia 2024). Impossibile elencare tutte le possibili emergenze educative, ma il Rapporto ci prova dando voce a diversi specialisti del settore. Nella prima parte Adriano Fabris individua nella “mentalità comune” la radice delle diverse forme di emergenza, e Rossano Sala ripercorre le tappe dell’attenzione dedicata dal mondo ecclesiale alla questione; nella seconda sono affrontati fenomeni classificabili come emergenze educative.  Alcune sono “emergenze di sistema”, come la sfida della cultura digitale trattata da Fabio Pasqualetti, le trasformazioni della famiglia presentate da Livia Cadei, la mancanza di libertà di scelta educativa di cui soffre proprio la scuola cattolica, di cui parla Guglielmo Malizia. Altre emergenze possono essere classificate come “soggettive”, e riguardano in particolare la condizione degli adolescenti alle prese con la fragilità degli adulti, di cui si occupa Matteo Lancini, mentre Mariolina Ceriotti Migliarese affronta il tema delicato della ricerca di un’identità sessuale per i ragazzi di oggi, tra condizionamenti biologici e culturali. Si aggiungono infine le emergenze di maggiore valenza etica, dalla carenza di educazione morale, sintetizzata da Luigina Mortari nella mancanza (o nella perdita) di un’etica delle virtù, alla sollecitazione ad assumere responsabilità verso la realtà naturale attraverso un’educazione all’ecologia integrale, discussa da Pierluigi Malavasi e Caterina Calabria.

Foto Calvarese/SIR

Una scelta di concretezza. Restano fuori, osserva nella presentazione del volume il vescovo Claudio Giuliodori, presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, problemi rilevanti come “la dispersione scolastica, la demotivazione di alunni e insegnanti, la difficile inclusione di alunni disabili e stranieri, la sfida dell’intelligenza artificiale, la qualità disuguale del servizio scolastico, e ognuno può aggiungere all’elenco le voci che più coincidono con la propria sensibilità”, a cominciare “dall’emergenza demografica”. “È importante però – secondo Giuliodori – evidenziare il significato culturale della scelta di parlare di emergenze al plurale. Anzitutto, si tratta di una scelta di concretezza: di fronte a un’unica grande emergenza ci si può sentire facilmente impotenti e decidere di rinunciare a qualsiasi tentativo di reazione.

Se invece si individuano problemi e obiettivi di intervento più circoscritti, la soluzione sembra essere più praticabile o almeno non impossibile”.

I numeri. Dall’appendice statistica curata da Sergio Cicatelli, coordinatore scientifico del Cssc – che come di consueto completa il Rapporto – si evince che nell’anno scolastico 2023-24 in Italia si contano 7.528 scuole cattoliche per un totale di 515.135 alunni. Esse rappresentano poco meno di due terzi delle scuole paritarie, con un’incidenza di poco più di un terzo tra le secondarie di II grado.

“Il quadro complessivo – si legge nell’appendice – presenta un sistema apparentemente a due velocità: in un anno si sono perse in tutto 185 scuole, ma il calo è concentrato nelle scuole primarie e dell’infanzia, mentre le secondarie di I e II grado aumentano, anche se di poco. Stesso andamento per gli alunni, poiché se ne perdono in tutto 15.555, nonostante l’aumento di 3.564 nei due gradi della secondaria”.

Tra luci e ombre. Allargando lo sguardo al medio periodo, la situazione è decisamente più critica ed evidenzia i termini di una vera emergenza. Tra il 2010-11 e oggi, nell’arco di 13 anni sono scomparse infatti 1.843 scuole (-19,7%) e 225.501 alunni (-30,4%). E il calo non può essere attribuito a motivi demografici. Nonostante la crisi generale, però, nelle scuole cattoliche aumenta regolarmente il numero di alunni con cittadinanza non italiana (35.443 pari al 6,9%) e di quelli con disabilità (10.905 pari al 2,1%). Rimane inoltre il divario territoriale tra le scuole del Nord, molto più numerose e di maggiori dimensioni, e quelle del Sud, che presentano segnali preoccupanti di declino. Tra i punti di forza delle scuole cattoliche, oltre alla cura educativa che tutte cercano di assicurare, il patrimonio edilizio e infrastrutturale; tra i punti di debolezza, oltre alle ben note difficoltà economiche, la precarietà di parte del personale.

Giornata pedagogica e webinar. Il Rapporto verrà presentato on line sabato 19 ottobre, a partire dalle 9:30, nel corso della XVII Giornata pedagogica della scuola cattolica, con la partecipazione del segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi, e di alcuni autori del Rapporto stesso: Adriano Fabris, Fabio Pasqualetti, Mariolina Ceriotti Migliarese, Sergio Cicatelli. I lavori potranno essere seguiti collegandosi liberamente al link: https://tediscite.webex.com/tediscite/j.php?MTID=m33a518f9d8c8b2cdccc6fbba4aab7b96.

 

 

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