“Il compito delle Pontificie Opere missionarie è sensibilizzare alla missione, ma anche raccogliere i frutti spirituali e i sacrifici finanziari per poi ridistribuirli a seconda delle esigenze delle Chiese locali. Questa nostra vocazione ci spinge oggi anche sulla frontiera della ri-evangelizzazione di Chiese di antica cristianità, specialmente in Occidente dove il numero dei cristiani è in diminuzione”.
Così mons. Emilio Nappa, presidente delle Pom, commenta l’appuntamento della Giornata missionaria mondiale del 20 ottobre. Napoletano, classe 1972, è stato ordinato sacerdote nel 1997 per la diocesi di Aversa e ha conseguito il dottorato in Teologia presso l’Università Gregoriana; collaboratore della Nunziatura apostolica in Italia e officiale della sezione per gli affari generali della Segreteria di Stato, poi vicedirettore della Domus Sanctae Marthae, da dicembre 2022 è stato nominato presidente Pom.
Offerte dei fedeli. “L’evangelizzazione sta nel calarsi nella cultura dell’altro per scoprire insieme i valori del Vangelo che anche in altri contesti allignano – spiega mons. Nappa –. Per questo le Pom sono un grande tesoro, anche per la sinodalità della loro natura e tradizione, con cui continuano ad operare a servizio della Chiesa universale e a nome e per conto del Papa. L’esempio più concreto è il Fondo universale di solidarietà (Fus), costituito dalle offerte dei fedeli di tutto il mondo, con cui vengono sostenuti i progetti per le Chiese di missione, in vista della loro progressiva autonomia, per metterle via via in grado di corrispondere a loro volta alle necessità delle Chiese più bisognose”. Malgrado una sensibile diminuzione delle offerte, nell’ultimo anno, il Fus ha potuto finanziare 2.534 progetti nei territori di missione per l’educazione e la protezione dei bambini, 8.094 novizi nei loro percorsi di formazione, 79.380 seminaristi minori e maggiori.
Progetti e concretezza. La solidarietà universale, tanto vasta da sembrare per certi versi quasi “astratta”, si traduce in cifre e in sostegno a molti missionari, che grazie ai sussidi riescono ad avere una chiesa in cui raccogliere i fedeli, una barca per raggiungere le comunità lungo i fiumi, la benzina per la moto per andare a celebrare la messa domenicale. Di fatto, attraverso sussidi ordinari o straordinari le Chiese locali ricevono contributi per la formazione dei seminaristi, sacerdoti, religiosi, catechisti locali, la costruzione e il mantenimento dei luoghi di culto, dei seminari e delle strutture parrocchiali, il sostegno ai mass media cattolici locali (tv, radio e stampa), la fornitura dei mezzi di trasporto ai missionari, il sostegno alla catechesi, all’insegnamento cattolico, alla formazione cristiana dei bambini e dei giovani.
Chiese sorelle. Le Pontificie Opere missionarie restano espressione della comunione e della fraternità della Chiesa universale. Attraverso il Fondo universale di solidarietà, costituito dalle offerte dei fedeli di tutto il mondo, sono infatti in grado di sostenere un programma annuale di aiuto a favore di tutte le Chiese di missione, in vista della loro progressiva autonomia e per metterle in grado di corrispondere, a loro volta, alle necessità delle Chiese sorelle più bisognose.
*redazione Popoli e Missione