Un Papa a Bruxelles dopo trent’anni. Ma l’impressione è che sia passato un secolo.
Giovanni Paolo II visitò il Belgio una prima volta nel 1985 e poi ancora nel 1995. In particolare nell’ultima occasione affrontò diversi aspetti della vita cristiana sui quali già allora la Chiesa locale (e non solo) si stava confrontando: la vitalità delle parrocchie e dei movimenti, le vocazioni, giovani e fede, così pure il processo di secolarizzazione, il ruolo pubblico dei cattolici…
La Chiesa in Belgio aveva alle spalle una lunga e feconda tradizione di fede, di pietà popolare, di studi teologici, ma già si avvertivano i cambiamenti del tempo presente. Parlando, il 4 giugno 1995 alla Conferenza episcopale, Wojtyla disse: “In un Paese come il vostro, in cui la diversità non impedisce una reale coesione, la Conferenza dei vescovi può costituire un sostegno prezioso e incoraggiante per ognuno di voi”. Quindi aggiunse: “Tutto ciò deve essere accompagnato dalle diverse forme di intesa e di collaborazione del clero secolare con i religiosi e le religiose, così come con i laici. Gli scambi fiduciosi e l’ascolto reciproco sono necessari a tutti i livelli”. E ancora: “La comunità ecclesiale presenta una legittima diversità, tuttavia essa non può rendere una testimonianza fedele al Signore se non nel coordinamento armonioso dei suoi membri e quindi nell’unità preservata con amore”.
Papa Francesco arriverà in Belgio giovedì 26 settembre, proveniente da una breve tappa del Granducato del Lussemburgo, e vi resterà fino a domenica 29. Una visita non breve, che comprende fra l’altro due tappe all’Università Cattolica di Lovanio in occasione del 600° di fondazione (Katholieke Universiteit Leuven, di lingua fiamminga, con sede a Lovanio; Université Catholique de Louvain, di lingua francese, situata a Louvain-la-Neuve e Bruxelles).
Lo slogan dei giorni brussellesi è “Avanti con speranza”, che richiama esplicitamente il cammino sinodale e il prossimo Giubileo.
Diversi gli incontri programmati: con la famiglia reale, con i vescovi, con gli operatori pastorali. Bergoglio si porrà in ascolto della Chiesa belga, segnata da un intensificarsi del processo di secolarizzazione, da una modesta frequenza alla messa e ai sacramenti, dallo scandalo degli abusi sui minori, dal difficile dialogo con la società civile (forte la presenza della massoneria) e la politica. Una Chiesa, non va trascurato, in cui le diversità culturali e linguistiche tra valloni (francofoni) e fiamminghi si toccano con mano. D’altro canto Francesco sperimenterà e incoraggerà i tanti segnali di vivacità del cattolicesimo belga: la vita di diverse parrocchie, dei monasteri, delle scuole cattoliche; il lavoro pastorale di preti e laici, dei religiosi e delle religiose; la pietà popolare che si dirige verso i luoghi mariani di Banneaux e Beauraing; l’impegno caritativo per poveri e migranti; l’attenzione verso i temi della famiglia, della pace e della giustizia, dell’ambiente, delle missioni, della cultura, della comunità lgbt.
Sulle questioni all’ordine del giorno si confronterà con gli accademici e con gli studenti di Lovanio (transizione ecologica, solidarietà verso gli ultimi e i migranti…). Incontrerà i giovani, ma anche alcune vittime di abusi. Quasi certamente dedicherà un pensiero al processo verso l’unità europea che proprio a Bruxelles vede presenti le principali istituzioni Ue.
Durante la messa finale di domenica allo stadio Re Baldovino, Francesco – che sarà affiancato dal giovane arcivescovo di Malines-Bruxelles, Luc Terlinden, presidente della Conferenza episcopale belga – beatificherà la carmelitana Anna di Gesù, spagnola di origine, splendida figura spirituale molto vicina a Teresa d’Avila, morta a Bruxelles, dove si conservano le spoglie mortali.Questo viaggio del Papa offrirà molto probabilmente, assieme alle occasioni di preghiera e di festa, numerose opportunità per un confronto aperto, sincero e fecondo tra la Chiesa cattolica e il profilo che vanno assumendo la società e la cultura nell’Europa contemporanea. In questo senso si tratta di una visita promettente, che potrebbe suggerire molti spunti per il futuro.
Bergoglio a Bruxelles e Lovanio: una visita nel segno della speranza
Bergoglio fa tappa prima in Lussemburgo poi in Belgio. Trova una comunità cristiana che oggi si misura, non senza fatiche, con una forte secolarizzazione. Diversi gli appuntamenti in programma, due dei quali all'Università Cattolica "divisa" in due lingue: fiammingo e francese. Durante la messa finale di domenica beatificherà la monaca carmelitana Anna di Gesù