Card. Zuppi: “Il Giubileo ci chiama alla speranza”

Il cardinale Zuppi ha fatto della speranza il "filo rosso" della sua introduzione al Consiglio permanente della Cei, in corso a aRoma fino al 25 settembre. Tra le proposte, la riforma della Cei e una "Camaldoli per l'Europa".

(Foto Siciliani - Gennari/SIR)

“Siamo chiamati al futuro”, e il Giubileo ormai alle soglie “ci chiama alla speranza”. Ne è convinto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, che nella sua introduzione al Consiglio permanente dei vescovi italiani ha affermato che

“è la speranza il tema di questa fase della vita delle Chiese che sono in Italia e della Cei stessa”:

“la multiformità della vita ecclesiale italiana, a partire dalla pietà popolare, è una ricchezza irrinunciabile che sarebbe sbagliato ridurre a un modello. La Chiesa è viva!”. All’apertura dei lavori, un pensiero a quanti sono stati colpiti dall’alluvione e dalle esondazioni in Emilia Romagna e nelle Marche, unito alla richiesta alle istituzioni di “intervenire, con tempestività ed efficacia, a sostegno delle famiglie e del territorio: le accuse vicendevoli e i proclami lascino il posto a misure adeguate, scelte lungimiranti e azioni concrete”.

“Alcune prassi e regole ecclesiali non si adattano più alla realtà e vanno per questo riscritte: è il tempo di essere propositivi e concreti nell’impostare la riforma della Cei”,

anche attraverso una possibile riforma dello Statuto, ha proseguito il cardinale, che ha citato il Cammino sinodale delle Chiese in Italia, di cui dal 15 al 17 novembre si celebrerà la prima Assemblea sinodale nazionale, mentre a livello universale è imminente la seconda sessione del Sinodo dei vescovi (2-27 ottobre). “Tanti uomini e donne stanno mettendo cuore e mente per realizzare il sogno di una Chiesa sinodale e missionaria e, quindi, più accogliente, aperta, snella, capace di camminare con le persone, umile”, ha assicurato il presidente della Cei, secondo il quale bisogna

“affrontare anche le questioni ecclesiali più delicate e nuove con coraggio e intelligenza”.

Tra queste, “c’è il tema dell’esercizio dell’autorità nella Chiesa che richiede per tutti la decisione, sempre rinnovata, di servire, di donare sé stessi”. A livello di Sinodo universale, “questo tema assume i contorni del primato petrino, ma non solo”: “i delegati del Sinodo si stanno confrontando apertamente infatti anche su temi più rilevanti per noi come la trasparenza, il rendiconto, la valutazione esterna nei processi decisionali”. “A livello del nostro Cammino sinodale si pone la questione dell’esercizio del ministero di guida del vescovo in diocesi, come anche del ruolo della Cei nei confronti delle Chiese locali”, ha osservato il cardinale.

 “Una Camaldoli per l’Europa,

per parlare di democrazia ed Europa”, la proposta per il nostro continente. Facendo riferimento ad “un nuovo piano Marshall, più ambizioso di quello del secondo dopoguerra”, invocato per impedire che l’Europa precipiti in una “lenta agonia”, Zuppi ha espresso l’auspicio che “l’Europa resti fedele alla sua vocazione al dialogo e alla pace” e ha citato tra i temi più urgenti da affrontare “l’invecchiamento della popolazione, le povertà, il fenomeno migratorio, il secolarismo e l’individualismo”. Non è mancato un riferimento alla recente Settimana sociale dei Trieste, da cui è emersa “la richiesta pressante di un maggiore protagonismo dei giovani per il rinnovamento dello stile nell’impegno sociale e politico”.

Tra i temi pastorali da affrontare, la questione educativa: “un’urgenza che ci interpella tutti, “nessuno escluso: la famiglia, la scuola, le aggregazioni, la parrocchia, la comunità, i movimenti e le associazioni. Soprattutto, gli adulti chiamati a un maggiore senso di responsabilità”. Di qui la necessità di

“accompagnare le giovani generazioni in un percorso di riconciliazione con il proprio sé, di conoscenza e apprezzamento delle risorse personali, di appartenenza ad un gruppo, ad una persona”.

“Sono necessari luoghi, fisici e non virtuali, in cui tornare a fare esperienza di gratuità e libertà personale e comunitaria”, la tesi del presidente della Cei: “Penso, in modo particolare, al prezioso servizio degli Oratori, del dopo-scuola e di tante altre attività formative, che conservano intatta la loro attualità e chiedono un rilancio di progettualità e creatività.

“L’investimento sulla scuola è certamente tra i più importanti per una società che abbia a cuore le nuove generazioni e il suo stesso futuro”,

ha argomentato il cardinale, esprimendo “un grazie particolare e un forte incoraggiamento alle oltre 7.500 scuole cattoliche e alle centinaia di migliaia di famiglie che affrontano importanti sacrifici per iscrivervi i loro figli, con la speranza che si avvicini il giorno in cui la parità scolastica trovi la sua piena attuazione”. In questo contesto educativo, “si inserisce anche il contributo dell’insegnamento della religione cattolica, spazio di libertà e di cultura religiosa posto a servizio dell’intera comunità civile”. “La Chiesa è vicina a quanti accolgono la sfida dell’educazione, per cui ogni energia e investimento non sono mai perduti, ma tornano moltiplicati a beneficio di tutta la società”, l’augurio per l’inizio dell’anno scolastico.

“In quei mari e in quei deserti mortali, i migranti di oggi non dovrebbero esserci”.

Nella parte finale della sua introduzione, Zuppi ha rilanciato il grido d’allarme di Papa Francesco sul Mediterraneo diventato un cimitero. “Bisogna fare presto e prendere i provvedimenti opportuni che garantiscano i diritti e richiedano il dovere perché l’Italia possa crescere pure con il contributo di quanti vengono proprio per trovare futuro”, l’appello, insieme a “un pensiero grato a quanti si prodigano, senza risparmio di energie, per accogliere questi nostri fratelli e accompagnarli nel cammino dell’integrazione e della promozione: i centri Caritas e Migrantes, le diocesi, le organizzazioni di volontariato”.

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