La venerabile Enrichetta e la sua eredità: verità che riappaiono come la roccia durante la bassa marea

La più piccola dei Beltrame Quattrocchi, accogliendo umilmente la pedagogia degli eventi, affidò il suo carisma di “figlia” ubbidiente nelle mani della Chiesa, realizzando così il progetto di salvezza e la configurazione di questo carisma nella Chiesa e nel mondo

(Foto Massimiliano Noviello)

In questo passaggio epocale di profonda crisi sistemica e di profondi cambiamenti, è urgente riappropriarsi di quel connaturato anelito a purificare lo sguardo per vedere in maniera profonda e luminosa le persone, la vita e la storia. La forza travolgente della risurrezione di Cristo accelera questo dinamismo di conversione della ragione e del cuore spalancando, spingendo avanti e richiedendo quella sosta contemplativa attraverso cui ciò che è misterioso possa rivelarsi, ciò che è in gestazione possa venire alla luce. Alcune verità lungo la storia si son potute trascurare, ma esse oggi riappaiono come la roccia durante la bassa marea, e questo perché l’ora dei santi viene sempre! La venerabile Enrichetta Beltrame Quattrocchi ha trovato in sé, ha saputo far sgorgare dalle profondità del suo essere, l’acqua di cui Cristo parlava alla samaritana: chi ne berrà non avrà mai sete… la carità in lei non si è mai raffreddata, perché ha saputo fermarsi ad ascoltare e così la sua capacità è divenuta capienza, cioè vuoto che può essere colmato. Ella ci svela che essere mistici oggi significa prendere con serietà il “Cristo in uscita”, attraverso semplici e irrinunciabili esperienze di “asimmetria anonima”. L’asimmetria, termine caro al filosofo Lévinas, è la fede esistenziale nel capovolgimento della prospettiva che guida da sempre la “normalità”. È normale, infatti, aspettare che l’altro sia esplicito nella sua domanda di aiuto, affinché ci si schiodi dalla sedia e si vada incontro all’altro. Con l’asimmetria, invece, si gioca in anticipo e si attende con pathos e impazienza quel dolore, come fa Gesù con la samaritana, come fa la venerabile Enrichetta con chi veniva da lei.

La vita di questa donna è costellata di quel reale esercizio profetico, capace di formare nuovi racconti e paradigmi, raggiungendo con la parola di Gesù i nuclei più profondi dell’anima delle persone, elaborando nuove soluzioni alle diverse problematiche che le sottoponevano, lasciandosene coinvolgere e mai assumendone la regia: ispiratrice e insieme ispirata. Presa a imparare sempre con somma delicatezza e umiltà, con quel rallentamento dello sguardo che avvicina ogni dettaglio, ben consapevole come scrive Platone: “Ogni volta che incontri qualcuno sii gentile, non sai che guerra sta combattendo”. Per molti è normale reagire con indifferenza all’indifferenza, con odio al presunto odio, ed è normale restare incollati in un gruppo o nucleo da cui trapela sicurezza, comodità e simpatie. Ma Cristo scappa dalla normalità e le sue beatitudini osteggiano le abitudini. La voce cristiana, se non vuole annegare nell’oblio, lotta contro le insopportabili codificazioni dell’esistere e diviene “asimmetrica” nell’incontro vivo con l’altro, cioè si lascia provocare e misurare dal vissuto, dove l’unico modo per essere inclusivi è conoscere, è la cultura. L’asimmetria è più esigente, è quell’indicibile che consente di guardare, anziché vedere, e di ascoltare, anziché rinchiudersi nel pregiudizio o nel rumore del niente. Scrive Georges Bernanos nel 1947: “I santi non sono sublimi, non hanno bisogno del sublime, piuttosto il sublime avrebbe bisogno di loro! La casa di Dio è una casa di uomini, non di superuomini. I santi non sono dei superuomini, ma sono i più umani tra gli umani!”.

La venerabile Enrichetta, accogliendo umilmente la pedagogia degli eventi, affidò il suo carisma di “figlia” ubbidiente nelle mani della Chiesa, realizzando così il progetto di salvezza e la configurazione di questo carisma nella Chiesa e nel mondo. Ciò non può che stupirci in quanto è parte della vita e di ogni esperienza umana, anzi ciò che rende Enrichetta donna autenticamente cristiana e riconosciuta poi venerabile dalla Chiesa sta in questa santità incarnata nella vita reale, spazio umano abitato dal divino, dove si è lasciata guidare da Dio attraverso la mediazione dei fatti, tale da renderla attuale e credibile oggi.

Ella ci ha insegnato a cercare, conoscere e amare Cristo, incoraggiandoci a pensare e a vivere in modo cristiano, in mezzo a una società tendenzialmente pagana.

La sua eredità testimoniale è una luce potente per il cuore e l’intelligenza di molti uomini e donne, nostri fratelli, del futuro, la cui prima, necessaria, irrinunciabile, possibile e doverosa testimonianza al Vangelo è la vita di ogni giorno.
* Postulatore delle cause dei santi

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