Un grande evento di Chiesa nello spazio pubblico; un tema “laico” (democrazia e partecipazione); un’opportunità di confronto aperto in un tempo che sfida la comunità credente nel – così è stato definito – “pomeriggio della cristianità”. La 50ma Settimana sociale del 3-7 luglio, per chi è giunto a Trieste, offre l’impressione di un evento prospettico, promettente, potenzialmente innovativo: anche la Chiesa cattolica cerca infatti nuove strade e modalità innovative per testimoniare la verità del Vangelo nel terzo Millennio. Un percorso iniziato già all’indomani della scorsa Settimana sociale di Taranto del 2021 che aveva come riferimento l’enciclica “Laudato si’”; a Trieste l’enciclica di riferimento sembra essere la “Fratelli tutti”.
Il programma è intenso.
Comincia con l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e si conclude con la presenza di Papa Francesco. Ma come destreggiarsi tra decine di proposte? Tra sessioni plenarie, dibattiti, spettacoli, stand da visitare, tavole rotonde e altre iniziative offerte tra piazza Unità d’Italia, il Centro congressi delle Generali (Gcc) e le vie della città. Il sito ufficiale è un’ottima guida in questo senso. Lo spazio web offre la storia ultracentenaria delle Settimane sociali, la composizione del Comitato scientifico e organizzatore, il programma per i 900 delegati e quello per il pubblico, le tavole rotonde e una web app.
Non mancano i documenti del percorso che ha accompagnato la Chiesa italiana verso l’appuntamento di Trieste e il corposo (40 pagine) Documento preparatorio. Quindi tutte le news, le voci dei protagonisti, gli eventi in calendario. L’utile road map rappresenta una sorta di “vocabolario” della Settimana. Quindi tutti i “villaggi delle buone pratiche” con una settantina di espositori che danno un’idea della articolata presenza del cattolicesimo organizzato nella società italiana (associazioni, cooperative, editoria, cultura, sport, volontariato sociale, educazione, socio-politico, scuole…). Non ultima, una sezione foto e video.
“Abitiamo un tempo di grandi trasformazioni sociali, politiche e culturali che ci chiede capacità di confronto e di collaborazione con tutti”, si legge fra l’altro nel Documento preparatorio, che consegna tematiche, obiettivi e lo “stile” della Settimana triestina. “Emergono ricchezze, opportunità, ma anche fragilità e rischi. La democrazia appare in difficoltà in varie parti del mondo, sia dal punto di vista della tenuta delle istituzioni, sia da quello del coinvolgimento popolare nei processi decisionali. Preoccupano in particolare la frammentazione sociale e l’individualismo crescente, che lasciano poco spazio per pensare il futuro e costruire il bene comune. Allo stesso tempo si coglie, nel tessuto sociale, la crescita di tante energie positive ed esperienze innovative”.
La partecipazione alla vita civile assume nomi sempre nuovi:
associazionismo, terzo settore, nuova economia civile, impegno nel sociale, iniziative dei giovani. Così “il futuro del Paese richiede persone capaci di mettersi in gioco e di collaborare tra loro per rigenerare gli spazi di vita, anche i più marginali e affaticati, rinforzando la capacità di scegliere democraticamente e di vivere il potere come un servizio da condividere. È una sfida che riguarda tutti i cittadini: tutte le voci di una comunità devono trovare parola, ascolto e sostegno, per elaborare pensiero e avviare percorsi di partecipazione, per trasformare il presente e liberare più bellezza nel futuro”. Da qui il titolo della Settimana, “Al cuore della democrazia”, per riflettere, e magari progettare iniziative attorno alle grandi questioni dell’oggi: “partecipazione e pace, lavoro e diritti, migrazioni e diritto ad una vita libera e dignitosa, ecologia integrale, un’economia che metta al centro l’uomo e la natura”.
La Settimana sociale di Trieste parte nel segno del dialogo e nella prospettiva del futuro. In questa direzione il digitale assume un ruolo decisivo, ormai essenziale e irrinunciabile.