Si è conclusa la fase a gironi dei campionati europei di calcio. Il tabellone degli ottavi di finale si è chiuso e l’Italia affronterà sabato la Svizzera. Una nazionale aspramente criticata per aver centrato la qualificazione in modo rocambolesco, e che ora si trova nella parte più morbida le tabellone, con Francia, Spagna, Germania, Portogallo e Belgio che potrebbe incontrare solo nel caso di un’eventuale finale. A metà del cammino azzurro il Sir ha fatto un punto con Italo Cucci, giornalista sportivo di lungo corso.
Che Europeo è stato fino a ora?
Le emozioni sono venute dall’Italia e da altre squadre che non venivano date per favorite, ma sostanzialmente non ho visto un calcio eccellente. Tutti dicono che la squadra più bella sia la Spagna, ma secondo me è un fattore puramente estetico, anche perché la favolosa partita contro l’Italia è stata decisa da una nostra autorete. Tuttavia, le fasi successive offrono sempre situazioni ed emozioni diverse. Speriamo di emozionarci di più.
L’Italia, fortemente criticata, si dice che abbia deluso. Cosa manca a questa squadra?
Ho sentito parlare di “girone della morte”, ma non è quello che abbiamo appena superato, pur se con squadre importanti. Il “girone della morte” per l’Italia è sempre stato quando incontrava squadre minori. Ricordo sofferenze con il Camerun o addirittura nel mondiale del 1974 quando prendemmo un gol da Haiti. Anche l’Italia campione del mondo in Germania ha sofferto con le piccole.
Questa è una caratteristica della nostra nazionale: arrivare sofferente a qualificarsi e poi si vede. Mi preoccupa il fatto che adesso abbiamo superato ostacoli importanti e siamo nel dubbio di capire cosa succederà. Già sabato la Svizzera è un avversario preoccupante. È una Svizzera bolognese, con tre giocatori del Bologna di questa stagione. Veramente tosti.
Il sorteggio, però, sulla carta ci sorride.
Sì. Però ripeto, non puoi mai dire quando l’Italia è favorita o meno dal sorteggio. Ha una sua configurazione che la vede quasi sempre in difficoltà, ma poi in qualche modo la risolve sempre. Storicamente, le delusioni per la nazionale sono arrivate quando la nazionale era vista in forma e brillante. Lì abbiamo perso occasioni straordinarie.
Quindi dove può arrivare la nazionale di Spalletti?
Possiamo arrivare dove vogliamo. Le soluzioni che sono arrivate nelle prime tre partite sono soluzioni naturali. Spalletti ci ha imbonito raccontando di un suo gioco fantastico che però per me è una cosa assolutamente misteriosa.
Al tempo stesso però, la soddisfazione è quella di aver visto impiegato quello che è il modulo più vicino al calcio all’italiana, il volgarissimo catenaccio, che alla fine ha pagato. Il 3-5-2 che in caso di disperazione diventa un 5-3-2 è l’espressione più naturale del nostro calcio.
Ogni nazionale deve portare a casa il risultato – l’ho sentito dire anche da Spalletti. C’è chi dice che bisogna vincere con il gioco. Il gioco non si sa cos’è, la vittoria sì.
Un suo pronostico, chi vincerà gli Europei?
Il mio pronostico iniziale era per la Germania. Ha un po’ deluso, però sì. Sono ancora convinto che la Germania possa vincere l’Europeo. Faccio quindi mia la frase del calciatore inglese Gary Lineker: “Il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti, e alla fine la Germania vince”.