Mense e ostelli per i poveri, centri d’ascolto, empori solidali, servizi e consulenze di vario tipo, raccolte fondi e progetti internazionali durante le crisi umanitarie, coinvolgimento dei giovani attraverso il servizio civile e il volontariato. È un caleidoscopio di migliaia di attività quello raccontato in sintesi nel Bilancio sociale 2023 di Caritas italiana, una pubblicazione che mette in evidenza gli aspetti qualitativi dell’animazione della carità nelle diocesi e parrocchie italiane durante tutto il 2023. Un impegno economico pari a 58 milioni di euro nel 2023, di cui il 76,6% impiegato in Italia e il 23,4 all’estero. Somme provenienti dall’8 per mille, da collette nazionali, grandi e piccoli donatori. In Italia sono presenti 6.780 servizi Caritas e 3.636 centri d’ascolto. In un anno sono state accompagnate 270.000 persone, con oltre 84 mila volontari. Il Bilancio sociale è stato presentato oggi a Roma. È disponibile in versione integrale su www.caritas.it.
“La Caritas non ha copyright anzi è meglio che la carità sia copiata”, ha detto mons. Carlo Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia e presidente di Caritas italiana, durante la la presentazione nella sede della Cei. “L’impegno nel corso dell’anno passato si è sviluppato in Italia come all’estero, sempre nell’ottica dell’accompagnamento delle persone e delle comunità, della promozione della pace e della riconciliazione – ha affermato -. Viviamo in un mondo in cui tutto è in relazione. Il Bilancio sociale esprime il nostro sentirci responsabili e cercare di fare la nostra parte, con particolare attenzione a chi si trova in una situazione di vulnerabilità”.
Per l’economo della Cei, don Claudio Francesconi, il documento consente di “riflettere sulle motivazioni e gli scopi che vogliamo raggiungere”. “Come cristiani – ha osservato – siamo sempre presi tra due tensioni: da un lato l’insegnamento di Gesù a non ostentare il bene che facciamo, dall’altro l’esigenza di far crescere la sensibilità della comunità cristiana e del mondo su questi temi”. A questo proposito è importante “fare rete per far fronte ai problemi sociali”. L’economo della Cei ha anche annunciato un lavoro che si sta portando avanti con il Politecnico di Milano per misurare l’impatto dell’8 per mille nella società e i cambiamenti che produce.
Tra gli stakeholder (letteralmente “portatori di interessi”) che collaborano attivamente con la Caritas vi sono Confcooperative e Fondazione con il Sud. Marco Marcocci, presidente di Confcooperative Roma, ha evidenziato la sempre più impellente necessità di “lavorare insieme perché non sempre le risposte della politica sono puntuali”: “La collaborazione con Caritas italiana è per noi doverosa e naturale, vogliamo percorrere insieme questa strada”. Aumento della povertà economica, educativa ed energetica, spopolamento e invecchiamento della popolazione, accoglienza dei migranti, reinserimento sociale dei detenuti sono alcune delle priorità ricordate da Stefano Consiglio, presidente di Fondazione Con il Sud, con la quale Caritas porta avanti il progetto “Custodi del bello”. “Siamo convinti che l’unica strada possibile è la collaborazione – ha sottolineato -, perché l’approccio competitivo, in cui ognuno lavora per sé, non funziona”. Sono state proiettate anche due brevi video testimonianze di Giulia Longo, di Caritas Turchia, e Isabella Mancino, della Caritas diocesana di Rimini.
Il Bilancio sociale 2023 rende conto dell’utilizzo e della valorizzazione delle risorse a disposizione e dell’impatto di Caritas italiana, in ordine al proprio mandato di promozione dello sviluppo umano integrale. Vi sono specifiche tematiche e focus: in Italia viene sottolineata la realtà dei “working poor” – coloro che, nonostante abbiano un impiego, vivono in condizioni di povertà. Nel corso del 2023 ben 59 Caritas diocesane hanno realizzato 61 progetti in ambito lavoro con i fondi Cei 8 per mille. Sono oltre 1000 i giovani che svolgono servizio civile nel mondo Caritas e 90 che hanno fatto l’Anno di volontariato sociale.
In ambito internazionale la “terza guerra mondiale a pezzi” sembra non avere fine: dall’Ucraina alla Terra Santa al Sudan, Caritas italiana, in coordinamento con la rete delle Caritas nazionali e delle Chiese locali, è stata impegnata in progetti di risposta alle emergenze, come in Turchia, dove il terremoto del 6 febbraio 2023 ha causato oltre 50mila morti, ma anche in progetti di sviluppo per contrastare i cambiamenti climatici, come nel Bangladesh colpito da tifoni e inondazioni. Oppure in progetti di pace e riconciliazione, come il Centro giovani a Damasco, in una Siria ferita da una guerra lunga oltre 13 anni. Oltre 3.000 giovani sono stati coinvolti tra Siria, Libano, Iraq e Terra Santa. Ci sono stati poi i corridoi umanitari dei rifugiati, con oltre 100 beneficiari provenienti da Turchia e Pakistan.
“Abbiamo bisogno di una tregua non solo nei conflitti internazionali ma anche in Italia. È arrivato il momento di fermarci e di fare delle scelte concrete rispetto alle priorità sociali. Accompagnare questi processi e poi passare ad altre priorità”. È l’appello rivolto alle istituzioni da don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana, concludendo l’incontro. “Come Caritas sentiamo la responsabilità di dire: nessuno si senta escluso – ha affermato –. Però gli ultimi dati della Banca d’Italia ci dicono che stanno aumentando le disuguaglianze, che i ricchi si arricchiscono anche di più, aumentano i poveri e la classe media è in difficoltà”. Il 19 giugno Caritas italiana presenterà a Roma il suo punto di vista nel Rapporto povertà ed esclusione sociale.