“Lo Spirito Santo fa l’armonia: l’armonia nella vita, l’armonia nel mondo”. Lo ha detto, a braccio, Papa Francesco, che oggi in piazza San Pietro ha iniziato un nuovo ciclo di catechesi sul tema: “Lo Spirito e la Sposa. Lo Spirito Santo guida il popolo di Dio incontro a Gesù nostra speranza”. “Non faremo archeologia biblica”, ha precisato il Papa: “Scopriremo invece che quanto è donato come promessa nell’Antico Testamento si è realizzato pienamente in Cristo”. Commentando i due primi versetti della Bibbia, Francesco ha osservato che “lo Spirito di Dio ci appare qui come la potenza misteriosa che fa passare il mondo dal suo iniziale stato informe, deserto e tenebroso, al suo stato ordinato e armonioso. Lo Spirito fa l’armonia: l’armonia nella vita, l’armonia nel mondo. In altre parole, è Colui che fa passare dal caos al cosmo, cioè dalla confusione a qualcosa di bello e di ordinato. È questo, infatti, il significato della parola greca kosmos, come pure della parola latina mundus, cioè qualcosa di bello, di ordinato e pulito, armonico, perché lo Spirito è l’armonia”. Nei saluti nelle varie lingue, il Papa ha citato il card. Wyszyński, definendolo ”il primate del millennio”, e San Paolo VI, esortando a rileggere l’Evangelii nuntiandi, ancora attuale. Al termine dell’udienza, dopo aver espresso vicinanza alle vittime della frana in Papua Nuova Guinea,
un nuovo appello affinché “finisca la guerra”, che “è sempre una crudeltà”.
“I bambini nella guerra soffrono tanto”, ha ribadito Francesco citando il suo recente incontro con i bambini dell’Ucraina: “questi bambini e bambine devono cominciare a camminare, a muoversi con gambe e braccia artificiali. Hanno perso il sorriso. È molto brutto molto, è molto triste quando un bambino perde il sorriso”.
Citando la Lettera ai Romani, dove san Paolo parla di un universo che “geme e soffre come nelle doglie del parto”, a causa dell’uomo che lo ha sottoposto alla “schiavitù della corruzione”, il Papa nella catechesi ha commentato: “questo resta vero oggi come allora”.
“Vediamo lo scempio che del creato ha fatto e continua a fare l’umanità, soprattutto quella parte di essa che ha maggiori capacità di sfruttamento delle sue risorse”, la denuncia. L’antidoto, come ci insegna San Francesco nel suo Cantico delle Creature, è “anteporre la gioia del contemplare a quella del possedere. E nessuno ha gioito delle creature più di Francesco d’Assisi, che non ne ha voluto possedere nessuna”.
“Il nostro cuore assomiglia a quell’abisso deserto e tenebroso dei primi versetti della Genesi. In esso si agitano sentimenti e desideri opposti: quelli della carne e quelli dello spirito”,
l’immagine della parte finale della catechesi. “Siamo tutti, in un certo senso, quel ‘regno diviso in sé stesso’ di cui parla Gesù nel Vangelo”, ha attualizzato Francesco: “Intorno a noi possiamo dire che
c’è un caos esterno, sociale e politico – pensiamo alle guerre, a tanti bambini che non hanno da mangiare, a tante ingiustizie sociali – e un caos interno ad ognuno di noi”.
“Non si può sanare il primo, se non si comincia a risanare il secondo!”, la tesi del Papa, che ha concluso a braccio: “Facciamo un bel lavoro per fare della nostra confusione interiore una chiarezza dello Spirito Santo. E’ la potenza di Dio che fa questo, e noi apriamo il cuore perché lui possa farlo. Che questa riflessione susciti in noi il desiderio di fare esperienza dello Spirito creatore. Da oltre un millennio la Chiesa ci mette sulle labbra il grido per chiederlo: ‘Veni creator Spiritus!’, Vieni o Spirito creatore! Visita le nostre menti. Riempi di grazia celeste i cuori che hai creato. Chiediamo allo Spirito Santo che venga a noi e ci faccia persone nuove, con la novità dello Spirito”.