Cei: don Pincerato (Snpg), “equipaggiarci per vivere un cammino insieme con i giovani in un dialogo alla pari”

Si apre oggi a Sacrofano (Rm), (fino al 9 maggio), il XVIII Convegno nazionale di Pastorale giovanile sul tema "Domine, quo vadis?”, “Signore, dove vai?”. Ad illustrare al Sir l'evento è don Riccardo Pincerato, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile (Snpg).

(Foto Conferenza episcopale umbra)

Nella Chiesa nessuno è nostro oggetto, un caso o un paziente da curare, tanto meno i giovani. Perciò non ha senso sedere a tavolino e riflettere su come conquistarli o su come creare fiducia: deve essere un dono. Sono soggetti che stanno di fronte a noi, con cui cerchiamo una collaborazione e uno scambio. I giovani hanno qualcosa da dirci. Essi sono Chiesa, a prescindere dal fatto che concordino o meno con il nostro pensiero e le nostre idee o con i precetti ecclesiastici. Questo dialogo alla pari, e non da superiore a inferiore o viceversa, garantisce dinamismo alla Chiesa: in tal modo l’affannosa ricerca di risposte ai problemi dell’uomo moderno si svolge al cuore della Chiesa”: cita il card. Carlo Maria Martini, un passaggio tratto da “Conversazioni notturne a Gerusalemme”, don Riccardo Pincerato, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile, per inquadrare il significato del XVIII Convegno nazionale di Pastorale giovanile che si apre oggi a Sacrofano (fino al 9 maggio) su“Domine, quo vadis?”, “Signore, dove vai?”.

(Foto Unesu/SIR)

Il tema prende spunto dalle testimonianze orali che ricordano le parole dell’apostolo Pietro, in fuga da Roma per evitare il martirio, a Gesù: “Signore dove vai?” e la risposta di Cristo: “Venio Romam iterum crucifigi (Vengo a Roma a farmi crocifiggere di nuovo)”.

Don Pincerato, come nasce il tema del convegno?
Quando ci si affaccia al mondo giovanile nascono tante domande. La prima è come fare a portare i giovani in chiesa, come fare a stare loro vicino. Questioni che rivelano una grande complessità e che a volte ti fanno venire la voglia di fuggire come Pietro, nella vicenda del Quo Vadis. Invece la cosa interessante è dire: Signore dove sei? Dove è che ci stai parlando, dove ci stai incontrando. Non mettere al centro le nostre capacità, le nostre forze ma confidare nel Signore. Provare ad entrare nella realtà giovanile guardando la loro realtà come una vita benedetta e abitata da Dio.

Qual è l’obiettivo del convegno?
Essere e sentirsi in cammino. L’idea non è quella di dire a chi partecipa al convegno, che sono operatori e incaricati di pastorale giovanile delle diocesi, ‘fate questo, fate quello’, quanto di dire che se camminiamo insieme, se ci mettiamo insieme, possiamo fare un passo in più acquisendo degli strumenti perché il giovane o l’adolescente entri a far parte di questo cammino, entri nei nostri ambienti e illumini parte della nostra vita. Protagonisti e non destinatari. La sfida è dire camminiamo insieme. Come afferma il card. Carlo Maria Martini, nelle Conversazioni notturne a Gerusalemme. Con i nostri incaricati ed operatori di pastorale giovanile cerchiamo di equipaggiarci per vivere un cammino insieme con i giovani in un dialogo alla pari.

Equipaggiarci, andando ad approfondire temi come l’intelligenza artificiale, il tema della partecipazione della cittadinanza, la tutela dei minori, tanto per citare alcuni dei punti del programma?
Vogliamo provare ad acquisire qualche ‘parola’ in più, da una parte attraverso gli specialisti invitati e i relatori, dall’altra facendo intelligenza comune attraverso i laboratori e vivendo in prima persona delle esperienze quali i momenti di preghiera come il momento di spiritualità interreligioso. Il convegno è stato pensato come un ‘ecosistema’ che gira attorno a questi temi che troveranno ulteriore spazio negli stand degli uffici della Cei. È la testimonianza che su questi argomenti c’è una Chiesa che sta riflettendo e lavorando. È un lavoro di pastorale giovanile che vuole tempi lunghi.

foto SIR/Marco Calvarese

E come è possibile immaginare una pastorale giovanile con la pazienza dei tempi lunghi?
Parlare di tempi lunghi non significa parlare per forza di tempi lenti. Sono tempi capaci di pazienza e la pazienza in genere ce l’ha un adulto, che sa mediare, che sa aspettare. È vivere l’adultità. Sono caratteristiche dell’amore, di chi è capace di amare in maniera adulta. È la stessa dinamica che ha Gesù con la nostra vita.

Cosa spera da questo convegno?
Che chi parteciperà possa sentirsi accompagnato e sentire che c’è una chiesa che desidera ascoltare e stare al fianco delle sfide di oggi.

Programma. Il convegno di Sacrofano si rivolge agli incaricati diocesani e regionali di pastorale giovanile, ai responsabili di pastorale giovanile di associazioni, movimenti, aggregazioni e congregazioni religiose e secolari maschili e femminili. Durante i lavori si si alterneranno relazioni e laboratori per riflettere su quattro parole chiave: cura, comunità, adultità e comunione. Tra i relatori Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente Anci, padre Paolo Benanti, membro New Artificial Intelligence, Maria Pia Colella, psicoterapeuta e scrittrice, Giovanna Dell’Erba, fondatrice de “Il cielo itinerante”. Prevista anche un’uscita culturale a Roma con l’archeologa Alessandra Milella e sessioni dedicate alla Gmg, alla tutela dei minori oltre ad un momento di spiritualità interreligioso.

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