Sono 162 ad oggi le diocesi di cui si è avuta notizia di qualche iniziativa ecumenica promossa quest’anno per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Impossibile censire nel dettaglio tutti gli appuntamenti messi in programma in questo periodo nelle parrocchie e nelle diocesi. Dal 18 al 25 gennaio, su tutto il territorio italiano, le chiese hanno aperto le loro porte ed organizzato iniziative locali di preghiera e incontro, “mostrando la pluralità delle tradizioni cristiane”. A fare il “punto” della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani mentre è ancora in corso, è il Centro Studi per l’Ecumenismo in Italia che ha sede a Firenze. “La Settimana è vissuta come il momento ancora più forte e fecondo del cammino ecumenico nel nostro Paese”, osserva il direttore Riccardo Burigana, che aggiunge: “Mi sembra però che quest’anno emergano due elementi forti. Il primo è la preghiera dei cristiani per la pace con un’attenzione particolare al Medio Oriente”. “L’ecumenismo in Italia – spiega il direttore del Centro – è profondamente legato ai flussi migratori che hanno investito il nostro Paese. Queste presenze portano inevitabilmente anche le ferite dei Paesi da cui migranti e rifugiati arrivano. Molti raccontano storie di guerre di povertà, discriminazione, a volte anche di morte. E’ pertanto naturale che la preghiera per l’unità dei cristiani si trasformi in invocazione di pace e sia diventata negli anni un elemento forte del cammino ecumenico in Italia”.
Il secondo elemento che emerge forte quest’anno, è un’attenzione al coinvolgimento dei giovani nel cammino ecumenico. “Questo già avveniva in passato – osserva Burigana – ma quest’anno ancora di più. Si sono moltiplicate le occasioni per coinvolgere i giovani in un cristianesimo che in Italia ha tanti volti ma soprattutto tanti doni da condividere”. Ecco allora il laboratorio ecumenico per i ragazzi, che da tempo viene organizzato a Torino dal Segretariato Attività Ecumeniche (Sae), per far vivere una esperienza di confronto e preghiera ecumenica ai bambini/ragazzi (dalla 3° elementare alla 3° media), affinchè “possano riportarla nei luoghi che frequentano e sviluppare una sensibilità in tale senso”. L’arcidiocesi di Lucca ha proposto invece l’ “Ecumenical Day” per ragazzi e giovanissimi, con una caccia al tesoro che si svolge per le strade e le chiese cristiane della città per “scoprire le ricchezze delle diverse tradizioni esplorando visivamente, con l’udito, l’olfatto ecc… Una vera e propria esperienza che passa attraverso i 5 sensi”. Ad Ancona, invece, l’incontro è ospitato nel seminario regionale, mentre a Bologna si è organizzata una veglia di preghiera solo per i giovani ed è stato messo in programma anche qui un pomeriggio di visita alle chiese per i bambini di catechismo, gruppi e famiglie, con un momento conclusivo di preghiera nella cattedrale di San Pietro.
La Settimana di preghiera ha alle spalle una lunghissima tradizione. In tale prospettiva si collocano le tante preghiere ecumeniche costruite intorno all’ascolto di una riflessione biblica offerta da un “ospite”, cioè da un ministro di una Chiesa chiamato a presentare la Scrittura in una Chiesa e a una comunità diverse dalla propria, come avviene a Trani, a Venezia, a Bergamo. Dalla ricerca del Centro Studi, emerge quanto sia viva in Italia in questo periodo la prassi dello “scambio degli amboni”, che vede appunto vescovi o preti cattolici e pastori di altre Chiese scambiarsi i “pulpiti” (come a Brescia e a Piacenza). “I momenti di preghiera condivisa – dice Burigana – sono specchio delle diverse tradizioni, e pertanto un’occasione preziosa dove i cristiani imparano a conoscersi scoprendo quanto hanno già in comune”. E’ quanto propongono, solo per fare qualche esempio, le diocesi di Cagliari, Cesena, Senigallia, Vicenza, mentre altrove, a Palermo, a Napoli o a Torino, le iniziative messe in calendario in questo periodo sono in realtà frutto di un cammino che va avanti da anni, anche al di fuori della Settimana di preghiera. C’è anche chi ha pensato di radicare questi percorsi di preghiera ecumenica su impegno concreto a favore degli ultimi, come nel caso di Venezia, dove il Consiglio locale delle Chiese cristiane (il primo istituito in Italia, nel 1996) ha deciso di devolvere le offerte raccolte dal 18 al 25 gennaio a favore del progetto dei corridoi umanitari.
Non mancano infine gli incontri di riflessione e di formazione, durante i quali esperti del settore offrono un’informazione sullo stato del dialogo ecumenico alla luce delle più recenti sfide: come a Bari, dove il raduno conclusivo verrà dedicato a una riflessione a più voci sulla dimensione ecumenica della “teologia del Mediterraneo”; o a San Benedetto del Tronto dove si parlerà del rapporto tra sinodalità ed ecumenismo. “Sono tutte iniziative – conclude Burigana – che nella ricchezza e nelle diversità delle varie proposte, portano nelle nostre comunità un vento del Concilio”.