“Ascoltando e accogliendo tutto quanto si è sviluppato in questi anni, a livello della ‘corrente di grazia’ che è il Rinnovamento carismatico cattolico, Charis è chiamato ad essere una voce che accompagna e che indica a tutte le comunità una strada da percorrere in comunione”. Papa Francesco ha usato parole chiare, sabato 4 novembre, nell’Aula VI, concludendo l’incontro “Chiamati, Trasformati, Inviati”. Una tre giorni di lavoro, tra preghiere, insegnamenti, testimonianze e momenti di adorazione, coordinata e promossa da Charis (Catholic Charismatic Renewal International Service), l’organismo istituito dalla Santa Sede e oggi guidato dal moderatore Pino Scafuro, quale servizio per tutte le espressioni dell’esperienza di Rinnovamento carismatico nella Chiesa cattolica di tutto il mondo. Il suo statuto, redatto dai quattro laici sostenuti dal Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, è stato approvato l’8 dicembre 2018 e prevede, per ogni Paese, un servizio nazionale di comunione, il cui compito principale, non trattandosi di un organo pastorale decisionale, è quello di promuovere la comunione tra le varie realtà carismatiche e di porsi al servizio soprattutto di quelle più piccole. Attualmente in Italia il servizio nazionale (formato da 15 membri) si è auto costituito sotto la supervisione di Charis International: è un organo transitorio – in attesa di una compiuta definizione dei criteri di formazione – che dovrebbe diventare definitivo il prossimo anno. Ne fanno parte le realtà più storiche e numericamente rilevanti con riconoscimento pontificio o della Conferenza episcopale italiana, le comunità di Alleanza con riconoscimento diocesano, altre reti di realtà con riconoscimento e due rappresentanti eletti dalle realtà più piccole, oltre a tre giovani. In totale sono circa 60 le realtà partecipanti, i cui responsabili si incontrano annualmente per condividere e consolidare il cammino di crescita.
Eletto nel gennaio 2021, l’attuale coordinatore del servizio è Ciro Fusco che, riflettendo sulla condivisione della molteplicità di esperienze e di conoscenze emerse in questi giorni, ha evidenziato che “il discorso di Papa Francesco, unito alle parole di padre Cantalamessa, rappresenta una conferma di quanto ribadito più volte. Esortazioni chiare e inequivocabili che richiamano tutti all’importanza di una rinnovata cultura della Pentecoste, all’esperienza del battesimo nello Spirito e mettono in guardia il Rinnovamento da ciò che si deve evitare: gestire lo Spirito e sostituirsi alla sua fantasia. Siamo chiamati a servire, non a controllare”. Richiamando quanto affermato poi dal Santo Padre (“Charis può aiutare i singoli gruppi a uscire da una certa ristrettezza di vedute e dando loro un respiro carismatico ed ecclesiale più ampio”), secondo Fusco è stato un incontro importante “per mettere a fuoco i tanti aspetti che caratterizzano il Rinnovamento: non si è trattato di un rito celebrativo, bensì di un’opportunità di notevole livello formativo, con insegnamenti epocali e tematiche che ci hanno interpellato da vicino. In termini di partecipazione emotiva e spirituale – ha proseguito il coordinatore – ho raccolto un evidente entusiasmo, il Pontefice ci sta chiaramente indicando come mettere la nostra esperienza carismatica a disposizione della Chiesa: Charis non deve e non vuole essere un organo di potere o di governo e ha essenzialmente compiti di servizio, a partire dalla missione di educare a partire dalle ‘periferie’ delle nostre realtà, le persone alla conoscenza e alla comunione, per realizzare una piena unità nella diversità”.
A testimoniare questo ‘sguardo’ è anche il presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, Giuseppe Contaldo, presente in Vaticano insieme al Comitato nazionale di servizio e a numerosi animatori, responsabili, delegati degli Ambiti e volontari provenienti da varie regioni italiane. “Lo Spirito Santo – ha affermato – continua la sua straordinaria opera. Dio ancora oggi, e con modalità diverse, continua a chiamare l’uomo. Il problema è che, molto spesso, non ascoltiamo questa chiamata, perché la sua voce viene soffocata dalle voci del mondo e qui nasce la richiesta del Signore: più uomini rispondono alla sua chiamata, più il Cristo potrà essere conosciuto e il mondo trasformato. Prima, però, bisogna trasformare noi stessi e questo cambiamento interiore avviene per opera dello Spirito Santo”. Rosario Sollazzo, coordinatore nazionale, mette poi in luce che “c’è stata subito una adesione per contribuire alla realizzazione di questo evento. Abbiamo visto all’opera la creatività di fratelli e sorelle arrivati da altre Nazioni ed è stata una autentica emozione poter vivere, lì nel cuore della nostra Chiesa, l’esperienza della preghiera carismatica con l’esercizio dei carismi: una grazia straordinaria, che ha generato un’atmosfera di forte maturità ecclesiale che il Rinnovamento sta sperimentando in questo tempo”. Alle sue parole si uniscono quelle del consigliere spirituale nazionale, don Michele Leone, che ha presieduto una delle celebrazioni eucaristiche nella prima giornata dei lavori, “A livello ecclesiale e culturale – spiega – sono emerse testimonianze significative da parte degli esperti di settore, che sono riusciti a descrivere la realtà carismatica mondiale sollecitando positivamente nell’animo dei partecipanti una visione, generata da una formazione, meno locale bensì proiettata ad una dimensione più completa e, direi, continentale. Il RnS si è concretamente messo al servizio, ricevendo il dono di una preghiera carismatica che va ben oltre i confini a cui siamo abituati, esprimendo apprezzamento anche per i tanti carismi che lo Spirito suscita nella Chiesa del popolo di Dio. E ci siamo resi conto che il Rinnovamento carismatico cattolico è vestito di un ‘abito’ non monocromatico, ma intessuto di diverse, gioiose tonalità”. Tonalità espresse anche grazie al servizio nazionale della Musica e del Canto del RnS, che, insieme ad altre nove diverse realtà, ha portato il proprio prezioso contributo nell’animazione di questa ‘sinfonia’ comunionale.