Laudate Deum, il Papa chiede la creazione di una nuova diplomazia e un multilateralismo dal basso

L’esortazione apostolica di Papa Francesco riguarda la crisi climatica, ma al suo interno c’è molto di più. All’inizio ci accoglie “la sensibilità di Gesù verso le creature” e subito si evidenzia il contrasto con l’indifferenza e l’inazione dell’uomo di fronte a un mondo che si sta sgretolando avvicinandosi pericolosamente a un punto di non ritorno

(Foto ANSA/SIR)

L’esortazione apostolica di Papa Francesco riguarda la crisi climatica, ma al suo interno c’è molto di più. All’inizio ci accoglie “la sensibilità di Gesù verso le creature” (LD1) e subito si evidenzia il contrasto con l’indifferenza e l’inazione dell’uomo di fronte a un mondo che si sta sgretolando avvicinandosi pericolosamente a un punto di non ritorno.

Dopo 28 anni di Cop, anni nei quali la scienza del clima, le energie pulite e rinnovabili, l’efficienza dei processi industriali hanno fatto progressi inimmaginabili, siamo ancora senza decisioni concrete. I politici non hanno più alibi per ritardare la transizione ecologica eppure, anche di fronte agli enormi danni umani ed economici che ormai il clima sta causando, continuano a difendere l’esistente per l’interesse di settori industriali con un grande potere economico di cui la politica ha oggi bisogno. Citando i vescovi americani il Papa parla di un “esempio scioccante di peccato strutturale” (LD3).

Durissimo è l’attacco ai negazionisti che usando argomentazioni ascientifiche creano confusione.

Alcuni fenomeni sono già oggi irreversibili ed innescano una accelerazione del riscaldamento globale, come lo scioglimento dei ghiacciai e del permafrost; e ancora l’acidificazione e il riscaldamento degli oceani che sta creando danni enormi alla biologia marina da cui dipende il sostentamento di quasi il 50% della popolazione mondiale. I poveri subiscono le maggiori conseguenze dei cambiamenti climatici causati in massima parte dai Paesi ricchi. Nord America ed Europa, con il 12,5% della popolazione mondiale, sono responsabili del 49% delle emissioni mondiali di gas serra.

Papa Francesco alla radice del problema pone il “paradigma tecnocratico”, orientato alla crescita dei profitti, che spinto dalla tecnologia ha diffuso l’illusione di una crescita illimitata. L’uomo, così estraniato dall’ambiente, non si fa scrupolo di danneggiarlo per i propri fini. Ma il grande potere offerto dalla tecnologia, se indirizzato solo al profitto piuttosto che al benessere, può condurre l’umanità alla rovina. La sua decadenza etica è evidente nel marketing della “falsa informazione”, attraverso la quale si presentano progetti nocivi per l’ambiente come strumento di progresso e sviluppo. “Basti pensare all’effimero entusiasmo per il denaro ricevuto in cambio del deposito di scorie tossiche”. (LD30).

La via indicata dal Papa è la creazione di una nuova diplomazia e di nuovi meccanismi di democratizzazione degli organismi internazionali,

che promuovano nuove modalità di dialogo e confronto par la risoluzione dei conflitti e la difesa dei diritti umani. Inoltre, organismi della società civile possono

creare un multilateralismo dal basso (LD38).

Infine, l’esortazione al popolo di Dio: “Se l’universo si sviluppa in Dio, che lo riempie tutto, quindi, c’è un mistero da contemplare in una foglia, in un sentiero, nella rugiada, nel volto di un povero. Il mondo canta un Amore infinito, come non averne cura?”.

* Direttore scientifico di Greenaccord

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