“Il Mediterraneo è culla di civiltà, e una culla è per la vita! Non è tollerabile che diventi una tomba, e nemmeno un luogo di conflitto”. Lo ha detto Papa Francesco, che ha dedicato la catechesi dell’udienza di oggi, in piazza San Pietro, al recente viaggio apostolico a Marsiglia, per partecipare alla conclusione dei Rencontres Méditerranéennes. “Questo è il sogno, questa è la sfida”, ha spiegato: “che il Mediterraneo recuperi la sua vocazione, di essere laboratorio di civiltà e di pace”. “Il Mare Mediterraneo è quanto di più opposto ci sia allo scontro tra civiltà, alla guerra, alla tratta di esseri umani”, la tesi del Papa: “È l’esatto opposto, perché il Mediterraneo mette in comunicazione l’Africa, l’Asia e l’Europa; il nord e il sud, l’oriente e l’occidente; le persone e le culture, i popoli e le lingue, le filosofie e le religioni”. “Certo, il mare è sempre in qualche modo un abisso da superare, e può anche diventare pericoloso”, ha ammesso Francesco: “Ma le sue acque custodiscono tesori di vita, le sue onde e i suoi venti portano imbarcazioni di ogni tipo. Dalla sua sponda orientale, duemila anni fa, è partito il Vangelo di Gesù Cristo. Questo naturalmente non avviene per magia e non si realizza una volta per tutte. È il frutto di un cammino in cui ogni generazione è chiamata a percorrere un tratto, leggendo i segni dei tempi in cui vive”.
Dall’evento di Marsiglia “è uscito uno sguardo sul Mediterraneo che definirei semplicemente umano, non ideologico, non strategico, non politicamente corretto né strumentale, no, umano, cioè capace di riferire ogni cosa al valore primario della persona umana e della sua inviolabile dignità”,
il bilancio del Papa. “E nello stesso tempo è uscito uno sguardo di speranza”, ha proseguito Francesco: “Questo è oggi molto sorprendente: quando ascolti i testimoni che hanno attraversato situazioni disumane o che le hanno condivise, e proprio da loro ricevi una professione di speranza, e anche uno sguardo di fraternità”. L’incontro di Marsiglia, ha ricordato il Papa, è venuto dopo quelli simili svoltisi a Bari nel 2020 e di e a Firenze l’anno scorso:
“Non è stato un evento isolato, ma il passo in avanti di un itinerario, che ebbe i suoi inizi nei Colloqui Mediterranei organizzati dal Sindaco Giorgio La Pira, a Firenze, alla fine degli anni ’50 del secolo scorso. Un passo avanti per rispondere, oggi, all’appello lanciato da San Paolo VI nella sua Enciclica Populorum progressio, a promuovere ‘un mondo più umano per tutti, un mondo nel quale tutti abbiano qualcosa da dare e da ricevere, senza che il progresso degli uni costituisca un ostacolo allo sviluppo degli altri’” .
“Il Mediterraneo deve essere un messaggio di speranza”, ha ribadito Francesco a braccio: “Questa speranza non può e non deve volatilizzarsi, no, al contrario deve organizzarsi, concretizzarsi in azioni a lungo, medio e breve termine”, l’appello di Francesco:
“perché le persone, in piena dignità, possano scegliere di emigrare o di non emigrare”.
“Occorre ridare speranza alle nostre società europee, specialmente alle nuove generazioni”, l’altro invito del Papa: “come possiamo accogliere altri, se non abbiamo noi per primi un orizzonte aperto al futuro? Dei giovani poveri di speranza, chiusi nel privato, preoccupati di gestire la loro precarietà, come possono aprirsi all’incontro e alla condivisione?”. “Le nostre società tante volte ammalate di individualismo, di consumismo, di vuote evasioni hanno bisogno di aprirsi, di ossigenare l’anima e lo spirito, e allora potranno leggere la crisi come opportunità e affrontarla in maniera positiva”, l’analisi:
“L’Europa ha bisogno di ritrovare passione ed entusiasmo,
e a Marsiglia posso dire che li ho trovati: nel suo pastore, il cardinale Aveline, nei preti e nei consacrati, nei fedeli laici impegnati nella carità, nell’educazione, nel popolo di Dio che ha dimostrato grande calore nella Messa allo Stadio Vélodrome. “Ringrazio tutti loro e il presidente della Repubblica, che con la sua presenza ha testimoniato l’attenzione della Francia intera all’evento di Marsiglia”, l’omaggio a Macron: “Possa la Madonna, che i marsigliesi venerano come Notre Dame de la Garde, accompagnare il cammino dei popoli del Mediterraneo, perché questa regione diventi ciò che da sempre è chiamata a essere: un mosaico di civiltà e di speranza”.
“Ricordatevi dei vostri fratelli e sorelle dell’Ucraina,
costretti a lasciare la propria patria, afflitta dalla guerra, che cercano l’aiuto, il rifugio e la benevolenza nel vostro Paese. Manifestate loro l’accoglienza evangelica”, l’invito ai fedeli polacchi, nei saluti al termine dell’udienza. “L’odierna memoria liturgica di San Vincenzo de’ Paoli ci ricorda la centralità dell’amore del prossimo”, il saluto ai fedeli di lingua italiana.