“Sto pensando a un Paese dove i cristiani sono perseguitati, perché sono cristiani e non possono fare la loro religione bene e in pace”. Non lo cita esplicitamente ma il riferimento del Papa parlando a braccio stamani nell’Aula Paolo VI, durante l’udienza generale dedicata alle Americhe, potrebbe essere stato probabilmente al Nicaragua. In quel Paese americano infatti un vescovo è in carcere, un altro è stato costretto a espatriare e la Chiesa locale continua a subire duri attacchi sotto il regime di Daniel Ortega. Non è stato il solo riferimento del Papa a nazioni provate nel panorama geopolitico attuale. In due diversi momenti, il Pontefice ha ricordato anche l’Ucraina, trafitta dalle sofferenze della guerra, nel giorno in cui si celebra la bandiera nazionale, alla vigilia della festa dell’indipendenza dall’Unione Sovietica ottenuta il 24 agosto 1991. “Preghiamo per i nostri fratelli e sorelle ucraine: soffrono tanto, la guerra è crudele. Tanti bambini spariti, tanta gente morta”.
Centro della catechesi del Papa, stamani, “La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente”. Francesco ha incentrato la sua meditazione sulle apparizioni della Vergine di Guadalupe a san Juan Diego.
“Il Vangelo si trasmette nella lingua materna – ha detto -. E io vorrei dire grazie alle tante mamme e nonne che lo tramandano ai figli e ai nipoti: la fede passa con la vita, per questo le madri e le nonne sono le prime annunciatrici”.
Lo sguardo del Pontefice nel percorso alla riscoperta della passione per l’annuncio del Vangelo è rivolto, in questo caso, alle Americhe. “Qui l’evangelizzazione ha una sorgente sempre viva: Guadalupe – ha evidenziato -. Il Vangelo vi era giunto già prima di quelle apparizioni, ma purtroppo era stato accompagnato anche da interessi mondani. Anziché la via dell’inculturazione, era stata percorsa troppo spesso quella sbrigativa di trapiantare e imporre modelli precostituiti, mancando di rispetto verso le popolazioni indigene”. Il Papa ha ricordato poi che “la Vergine di Guadalupe, invece, appare vestita con gli abiti degli autoctoni, parla la loro lingua, accoglie e ama la cultura del luogo: è Madre e sotto il suo manto trova posto ogni figlio”. “In Maria, Dio si è fatto carne e, tramite Maria, continua a incarnarsi nella vita dei popoli. La Madonna, infatti, annuncia Dio nella lingua più adatta, la lingua materna”. Il percorso indicato dal Papa per tramandare il Vangelo si compie, dunque, “nella semplicità”: “Sempre la Madonna sceglie i semplici, sulla collina del Tepeyac in Messico come a Lourdes e a Fatima: parlando a loro, parla a ciascuno, con un linguaggio adatto a tutti, comprensibile, come quello di Gesù”.
Il Pontefice si è soffermato sulla testimonianza di san Juan Diego, messaggero della Vergine di Guadalupe. “Era una persona umile, un indio del popolo: su di lui si posa lo sguardo di Dio, che ama compiere prodigi attraverso i piccoli”. Ne ha ripercorso, la biografia e la storia, fino all’apparizione della Vergine e alle sue richieste. Quindi, Papa Francesco ha sottolineato “la fatica, la prova dell’annuncio: nonostante lo zelo, arrivano gli imprevisti, a volte dalla Chiesa stessa”.
“Per annunciare il Vangelo non basta testimoniare il bene, occorre saper sopportare il male. Anche oggi, in tanti luoghi , per inculturare il Vangelo ed evangelizzare le culture occorrono costanza e pazienza, occorre non temere i conflitti, non perdersi d’animo”.
Parlando poi a braccio, il Papa ha detto: “Sto pensando a un Paese dove i cristiani sono perseguitati perché sono cristiani e non possono fare la loro religione in pace”. Tornando sulle apparizioni della Madonna di Guadalupe, ha evidenziato che Juan Diego, scoraggiato dai dinieghi del vescovo nei confronti della richiesta della Madonna di costruire un santuario nel luogo dell’apparizione, “chiede alla Madonna di dispensarlo e di incaricare qualcuno più stimato e capace di lui, ma viene invitato a perseverare”. “C’è sempre il rischio di una certa arrendevolezza nell’annuncio: una cosa non va e ci si tira indietro, scoraggiandosi e rifugiandosi magari nelle proprie certezze, in piccoli gruppi e in alcune devozioni intimistiche. La Madonna, invece, mentre ci consola, ci fa andare avanti e così ci fa crescere, come una buona madre che, mentre segue i passi del figlio, lo lancia nelle sfide del mondo”. Infine, il Papa ha ribadito l’importanza dei santuari mariani. “Quando ci sono difficoltà nella vita andiamo dalla madre e quando siamo felici andiamoci per condividere questo – ha concluso -. Abbiamo bisogno di recarci in queste oasi di consolazione e di misericordia, dove la fede si esprime in lingua materna; dove si depongono le fatiche della vita tra le braccia della Madonna e si torna a vivere con la pace nel cuore”.