Gmg Lisbona. Mons. Attilio Nostro (Tropea): “Scoprire di essere re e regine perché custodi della vita che ci è stata affidata da Dio”

“Come mai la donna, che è la cosa più bella che Dio ha creato, viene vista come un oggetto? Perché il demonio si diverte ad idolatrare un’idea di bellezza deformata e deformante? Perché l’uomo non riesce più a parlare con la propria donna, ma la uccide, la violenta?”. Mons. Attilio Nostro, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, scuote i ragazzi riuniti nella chiesa di Nossa Senhora dos Navegantes, li incalza con una serie di domande complesse, scomode, attualissime. L’allegria e l’entusiasmo cedono per un attimo il passo al silenzio e al raccoglimento. La prima catechesi è una riflessione sull’ecologia integrale, come la intende Papa Francesco, sul senso della vita di ciascuno, sui modelli da seguire.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Come mai la donna, che è la cosa più bella che Dio ha creato, viene vista come un oggetto? Perché il demonio si diverte ad idolatrare un’idea di bellezza deformata e deformante? Perché l’uomo non riesce più a parlare con la propria donna, ma la uccide, la violenta?”. Mons. Attilio Nostro, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, scuote i ragazzi riuniti nella chiesa di Nossa Senhora dos Navegantes, li incalza con una serie di domande complesse, scomode, attualissime. L’allegria e l’entusiasmo cedono per un attimo il passo al silenzio e al raccoglimento. La prima catechesi è una riflessione sull’ecologia integrale, come la intende Papa Francesco, sul senso della vita di ciascuno, sui modelli da seguire. “Perché innamorarsi, qual è l’obiettivo del matrimonio?”, chiede ancora il Vescovo prima di ricordare ai giovani che sono “Gesù e Maria ad insegnarci la vera relazione tra uomo e donna”. “Maria, con coraggio, ha detto sì al progetto di Dio facendo della sua vita un dono”, sottolinea mons. Nostro evidenziando che “a differenza di Eva, che cade nell’inganno del tentatore, Maria crea, genera, offre, ama e perdona”. “Era una ragazza come voi aveva solo 15 anni, eppure ha messo a repentaglio il suo matrimonio, ha rischiato di essere lapidata per adulterio”, spiega il Vescovo ai giovani delle diocesi di Tempio-Ampurias, Ancona-Osimo, Fermo, Trieste e della Calabria. “Sotto la Croce, Maria è padrona di sé stessa perché dona la sua vita e quella del Figlio, per la nostra felicità”, afferma mons. Nostro che aggiunge: “E voi siete padroni dei vostri pensieri, dei vostri atti, dei vostri sentimenti tanto da donarli rendendo felice qualcuno?”. Ecco allora l’invito a “scoprire, in questa esperienza di pellegrinaggio, di essere re e regine perché custodi della vita che ci è stata affidata da Dio”. Senza “vivere da schiavi del peccato, dei pensieri, delle opere e dei sentimenti”.
Il vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea prende a prestito il titolo delle giornate di catechesi “Rise-up”, alzati, per esortare i ragazzi ad “abbandonare l’uomo vecchio, la vecchia veste per seguire il Maestro, perché seguendo Cristo sulla via della Croce lo si segue anche su quella della regalità”. “Lasciate – continua – che il Signore provochi in voi i moti dell’anima, risuoni con la forza della sua parola, vi insegni ad essere re e regine, perché questo è quello che siamo destinati ad essere: padroni delle nostre vite e servi della vita altrui”. Torna il tema del dono, di cui Maria è emblema, così come la presenta il Vescovo: “quando capirai che della tua vita puoi fare un atto di regalia, capirai che hai un potere che nessuno ha, che solo Dio ha, ovvero il potere di rendere felice, di generare, di creare, di amare”.
Un raggio di sole illumina il grande edificio, costruito appena dieci anni fa a poca distanza dall’avveniristico ponte Vasco da Gama e dal Parque Tejo, luogo che ospiterà la veglia e la messa conclusiva con Papa Francesco. Mons. Nostro saluta i ragazzi che ricambiano con un lungo applauso. Gli spunti offerti vengono raccolti e vanno a costruire quel bagaglio che in questa avventura portoghese va arricchendosi giorno dopo giorno. Poi si torna a cantare, a conoscersi, a scambiarsi emozioni e idee. Con quella “fretta buona che non è ansia, ma il desiderio di portare l’annuncio a tutti”, come sintetizza Marta al termine dell’incontro.

Altri articoli in Chiesa

Chiesa