Le reliquie di Santa Teresa di Lisieux e dei suoi genitori sono giunte nella parrocchia di Corviale, periferia sudovest della capitale, al termine di un pellegrinaggio che ha fatto tappa anche in piazza San Pietro, il 7 giugno scorso, accolte da Papa Francesco nel corso dell’Udienza generale.
Un pellegrinaggio legato all’anno giubilare, decretato dalla diocesi di Bayeux-Lisieux, istituito per celebrare il 150° anniversario della nascita e i 100 della beatificazione della santa e Dottore della Chiesa, colei che Pio XI non ha esitato a definire “la più grande santa dei tempi moderni”.
Le sue reliquie hanno già viaggiato molto: dal 1994 sono state presenti in più di 70 Paesi, compresi Paesi in guerra o segnati dalla violenza, come l’Iraq nel 2002, o la Colombia nel 2004, quando il paese era minato dalla guerriglia delle Farc.
Preparato per diversi mesi dal Pontificio Collegio Russicum (istituto di formazione per il clero cattolico di origine orientale) questo eccezionale pellegrinaggio delle reliquie è giunto fino a Corviale, in una parrocchia di periferia, perché – come ci ha detto – Wladyslaw Gryzlo SJ, Rettore del Pontificio Collegio Russicum e Rettore Chiesa Rettoria Sant’Antonio Abate all’Esquilino – “la gente di periferia è un simbolo di lontananza, di isolamento, di diverse precarietà, e allora Santa Teresa che da monaca di clausura è diventata patrona delle missioni, sceglie di visitare questi luoghi che sono luoghi di missione”. “Santa Teresa – prosegue – ci insegna che nella Chiesa ognuno può essere missionario a prescindere da quale vocazione vive, anche i laici, non solo le persone consacrate. La missionarietà è iscritta nella vocazione cristiana. Gesù ci salva nella comunità e dove ci sono le precarietà, mancanze, le povertà, anche quelle spirituali, ognuno di noi può contribuire, attraverso le preghiere quotidiane e l’offerta di vita. Lei senza uscire ha assistito con buon frutto a queste grazie speciali e questo spiega perché non la fermiamo immobile in un santuario ma promuoviamo questo giro di reliquie nelle parrocchie, per far scoprire la bellezza di una santa che sembra molto attuale per i tempi moderni e per le nostre città”.
“Questa santa – continua Wladyslaw Gryzlo – che non ha studiato e non ha vissuto a lungo, è stata proclamata Dottore della Chiesa; dal XIII secolo 36 santi sono diventati Dottori della Chiesa e lei è stata la terza, dopo Caterina di Siena e Teresa d’Avila, ed è suggestivo che Giovanni Paolo II che ha canonizzato moltissimi santi durante il suo pontificato durato 26 anni abbia proclamato Dottore della Chiesa solo questa ragazza francese di 24 anni, che con la sua semplicità riesce ad arrivare ad ogni cristiano”.
“Questo è un segno importante per la nostra parrocchia – ha aggiunto Don Roberto Cassano, parroco di San Paolo della Croce – perché Santa Teresa è patrona delle missioni e questo è senza dubbio un luogo di missione, una periferia geografica e allo stesso tempo esistenziale. È un segno di Dio, della sua Misericordia, del suo amore nei confronti di questa parrocchia. E poi c’è un particolare: tre anni fa ci fu regalata una statua di Santa Teresa, una scelta particolare e non scontata come figura di santa, e oggi ecco che arrivano le sue reliquie: in questo vediamo un disegno di Dio. Tramite la sua intercessione chiediamo a Dio di intervenire nei cuori delle persone affinché aumenti il numero di coloro che si avvicinano a Lui”.