Abbiamo celebrato la Pentecoste e la Chiesa, dopo il periodo quaresimale e pasquale, riprendendo il cammino ordinario, ci aiuta a vivere, sull’esempio di Gesù, nella consapevolezza dell’amore fedele di Dio.
Lo Spirito Santo inviato dal Risorto ci sostiene nella missione che ci è stata affidata con il Battesimo. In questo percorso fatto di luci ed ombre possiamo far memoria di quanto dice Papa Francesco: “Lo Spirito ci trasforma nel profondo, apre il cammino della preghiera, ci fa sperimentare la gioia commovente di essere amati da Dio come veri figli. È Lui che porta al presente Gesù nella nostra coscienza, […] lo porta oggi, adesso, in questo momento nel nostro cuore e ci fa incontrare con Cristo”.
Durante il tempo pasquale che cosa è cambiato nella nostra vita di credenti?
Come abbiamo ascoltato e incarnato la Parola del Signore nel quotidiano?
Incontrando gli altri, siamo stati riflesso con la nostra esistenza della prossimità del Padre come ci ha insegnato Gesù?
È il senso della nostra vita, Cristo e il Vangelo, che ci permette di essere cristiani consapevoli di quanto accade dentro di noi, infatti lo Spirito di Dio ci abita, ci attraversa e ci invia. Il silenzio profondo, a livello personale, ci consente di individuare tra le tante voci quella dello Spirito che continuamente ci aiuta a pensare, a progettare, ad agire, ad amare come Gesù, a donare realmente la vita per i fratelli e le sorelle che troviamo lungo i nostri passi.
Il Risorto, che ci conduce sulle strade asfaltate o dissestate per annunciare con la vita il Vangelo, ci dona la forza per essere autentici portatori del suo amore anche nelle difficoltà. Perché ciò si realizzi nell’ordinarietà, ci chiede di verificare se la nostra esistenza di battezzati è unificata in Lui, se ogni giorno ci impegniamo in un cammino di fede autentico.
Spesso consumiamo la maggior parte delle energie, per inseguire il benessere individuale. Siamo sempre in movimento e non riusciamo a sentire la terra sotto i piedi, né a prefiggerci obiettivi da raggiungere, per dare significato alla vita. A volte manca il contatto con l’esistenza reale e ognuno si costruisce un mondo dove può fare solo ciò che piace.
Abbiamo bisogno di imparare ad alzare il volto per incontrare con gioia quello degli altri, per riscoprire insieme che la vita è un dono, che ovunque è presente il Signore che segue con amore la vita di ogni vivente, che lo Spirito ci invia nelle storie di ogni giorno per portare la gioia, la speranza. Bisogna essere portatori di un modo altro di vita, per far toccare con mano che è possibile stabilire relazioni gratuite, custodendo i diritti personali nel rispetto della cura del bene comune.
Lo Spirito ci invia a dare la vita per l’altro come Gesù, a dimostrare con i fatti che l’altro mi interessa, parafrasando don Milani.
Non si può essere animati dallo Spirito e rimanere a guardare gli eventi della storia. Se siamo fondati in Cristo, siamo chiamati a costruire la storia con il Vangelo. In questo tempo è necessario un apporto culturale che porti l’essere umano ad aprirsi ad ogni altro, a rispettarlo, ad accoglierlo, ad incontrarlo nella gratuità. Tutti, sull’esempio della Trinità, siamo impegnati a rendere visibile l’amore: nessuno può difendere il proprio orticello se non cura quello dell’altro.
In questo tempo è urgente la testimonianza attiva dei cristiani nella stabilità o nell’itineranza. Ognuno è chiamato a vivere ovunque con passione il Vangelo, a rendere credibile nella storia la presenza di Dio con la propria vita e riconoscerla negli altri, ad incarnare il pensiero, i sentimenti e l’agire di Cristo.
Gesù ci ha consegnato il Vangelo e ci chiede di viverlo.
Vivere il Vangelo è trovare in ogni momento il canale che permetta di rimanere in relazione, senza contrapporsi agli altri, poiché la verità e la giustizia si coniuga sempre con la carità.
Vivere il Vangelo è raggiungere i luoghi dove le persone sono schiacciate nella loro dignità, per cercare con passione le modalità che consentono di ricomporre in loro l’immagine e somiglianza di Dio spesso bistrattate.
Vivere il Vangelo è custodire il creato, perché si possa cogliere ovunque la bellezza del Creatore.
Vivere il Vangelo è costruire con responsabilità un mondo di pace con tutti gli uomini e le donne di buona volontà.
Vivere il Vangelo è ringraziare il Signore per il dono della vita, dell’umanità che è in noi e metterla a servizio degli altri.
Come intendiamo vivere il tempo ordinario quest’anno?