Caterina da Siena, una donna chiamata a parlare facendosi voce di Cristo, e voce degli uomini. Sempre instancabile per le vie d’Italia e d’Europa, sospinta dal fuoco dell’Amore divino, non conosceva soste nella sua inarrestabile corsa; sembrava le mancasse il tempo per portare a compimento la missione ricevuta dal suo “dolce” Signore. Ma che cosa ha di particolarmente attraente questa figura di donna che, nonostante lo scorrere dei secoli, resta assai viva nella coscienza delle nostre comunità, e anzi si riscopre, a ogni epoca, come colei dalla parola fendente, con un fascino che trascina, una sovrannaturale bellezza che attira e conquista, e soprattutto uno spirito di permanente attualità, potrei dire, di modernità? L’intera vicenda umana e spirituale della sua esistenza ci aiuta a sintetizzare la risposta a quest’interrogativo con una sola e semplice parola: Caterina è stata un’anima-Chiesa; una creatura nel cui cuore la carità ardeva così dilatata, da essere simile a quella del cuore di Cristo; un cuore di donna, ardente d’intensa e santa passione per la Chiesa. Sta qui la ragione per cui Caterina da Siena è diventata un personaggio di primo piano anche nella complessa scena politica europea del secolo XIV. Se, in effetti, il valore di chi opera al servizio del prossimo in ogni ambito della società e in particolare della politica, si misura dall’ampiezza del disegno e dalla complessità dell’azione che svolge, bisogna dire che la tonalità della missione assume in Caterina colori marcati nel panorama così disarmonico e così complicato del tempo in cui visse. La sua personalità fu, infatti, in grado di incidere nel corpo sociale dell’epoca come elemento armonizzante e di equilibrio. Una giovane di trent’anni senza armi né denari, senza strumenti né risorse materiali, senza accorgimenti “diplomatici” né manie di potere. Come avrebbe potuto, una popolana di una piccola città d’Italia, essere considerata un centro vitale di un “sistema” politico che abbracciava l’Italia, l’Europa, anzi la Cristianità intera di quegli anni travagliati? L’architettura del progetto di Caterina è semplicissima e si basa su un’idea sola: ricomporre l’equilibrio della cristianità. Cristianità costituita da tutti i popoli che Cristo ha generato alla Grazia: i popoli che costituiscono le membra di un corpo unico, il corpo mistico della Chiesa. C’è un corpo, ci deve essere un punto di equilibrio, un centro, un capo: questo punto di equilibrio è Cristo stesso nella persona del suo Vicario. Il Vicario di Cristo è il vescovo di Roma. Attorno a Roma, dunque, saranno gradualmente ordinate e l’Italia e l’Europa e l’intera cristianità. Tutto ciò che turba quest’ordine è male, e per l’eliminazione di questo male bisogna arditamente e senza tregua combattere. Si avverte facilmente che si tratta di una visione semplice e organica del vasto e complesso mondo politico del secolo XIV; al tempo stesso è una chiave di lettura utile per le società di ogni luogo e di tutti i tempi. Caterina lo intuisce, e anzi chiaramente percependolo, non si dà riposo: diventa l’”importuna” sollecitatrice di tutti i prìncipi d’Europa, l’ambasciatrice audace presso tutte le corti, la pellegrina instancabile per tutte le città, la vittoriosa consigliera e sostenitrice dei Pontefici. Caterina toccò le vette della perfezione spirituale, fu chiamata maestra da un numero considerevole di discepoli fra cui si annoverano illustri teologi, docenti universitari, nobili di elevata cultura. Fu ricevuta ed ascoltata da Papi, Cardinali, sovrani e capi di stato dell’intera Europa. Riuscì ad ottenere il trasferimento della sede papale in Roma, dopo settant’anni di esilio avignonese. Riuscì a rappacificare Firenze con lo Stato Pontificio, gettò le basi per la riforma della Chiesa, difese efficacemente il pontificato nel Grande Scisma d’Occidente, esortò l’Europa, lacerata da guerre fratricide, ad unirsi nel nome di Cristo. Caterina appare portatrice dell’accorato messaggio di pace e concordia fra i popoli e di un esempio di cui gli uomini di oggi hanno particolare bisogno: amore e fedeltà a Dio e alla sua Chiesa.
Caterina da Siena: una donna chiamata a parlare
Cosa ha di particolarmente attraente questa figura di donna che, nonostante lo scorrere dei secoli, resta assai viva nella coscienza delle nostre comunità, e anzi si riscopre, a ogni epoca, come colei dalla parola fendente, con un fascino che trascina, una sovrannaturale bellezza che attira e conquista, e soprattutto uno spirito di permanente attualità, potrei dire, di modernità?