Al mattino si legge nel Vangelo di Luca. Non è un mattino qualsiasi quello che si sta aprendo dinanzi alle donne.
Tre donne all’alba che si dirigono verso una tomba. Quale il loro stato d’animo?
Boris Pasternak, che vede tutto con gli occhi del poeta credente, ne coglie il dolore, lo sgomento forse anche l’inquietudine:
Quanta oscurità notturna, ovunque.
C’è una tale luce antelucana sulla terra
che dal crocicchio fino all’ultimo cantuccio
la piazzetta si è distesa chi sa per quanto tempo,
alle prime luci, ai primi tepori
ancora ci vuole un millennio.
Oscurità di fuori, nel creato, oscurità di dentro, nel profondo sentire di Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo e anche le altre.
L’esperienza terribile vissuta ben poche ore prima si è incisa in loro. Se portano gli aromi che avevano preparato, è ben chiaro che si attendevano di trovare un cadavere cui dare degna sepoltura. Un cadavere. Non portavano una veste nuova, abbagliante, per Colui che attendevano Risorto.
Ma il libro della vita è giunto alla pagina
più preziosa d’ogni cosa sacra;
Ora deve compiersi ciò che fu scritto,
lascia dunque che si compia. Amen.
Eppure Gesù, il Nazareno, lo avevano seguito, in Lui aveva creduto e prestato fiducia.
Non possiamo negare che il loro stato d’animo non sia stato o sia ancora oggi il nostro. Ci abbandoniamo ad una realtà indiscutibile, fin che si vuole, ma di cui abbiamo smarrito il nocciolo profondo, quello trascendentale che muta la storia.
Ancora il poeta:
Il corso dei secoli, lo vedi, è come una parabola
e può prendere fuoco in piena corsa.
In nome della sua terribile grandezza
scenderò nella bara fra volontari tormenti.
Sceso certamente, volontari i tormenti. E allora?
Chiuso e sigillato in un sepolcro. Certo ma non barricato:
La morte si potrà sconfiggere
Con lo sforzo della resurrezione.
Lo ricordavano le donne almeno come un remoto e silente richiamo? Quegli aromi non ci confermano che non ricordavano e stavano per andare incontro ad un cadavere?
La paura le scuote dal torpore della memoria, inchiodata dai chiodi sanguinanti del Morente. Immobilizzate, paralizzate.
La parola che irrompe, risveglia il ricordo delle parole: è una molla, uno scatto che fa riconoscere.Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno.
L’annuncio di Gesù era stato nitido:
Scenderò nella bara
Il dolore lancinante, la sconfitta, la relazione distrutta per sempre dal potere assoluto della morte, gettava fango nel loro animo e sommergeva tutto e soprattutto sommergeva Lui, Gesù.
Eppure aveva detto anche:
e il terzo giorno risorgerò.
L’interrogativo e le parole degli uomini in vesti sfolgoranti ridanno vita e coraggio
Perché cercate tra i morti colui che è vivo?
Ora le donne rivivono, gli aromi non contano più, non servono ad un Vivo, a Colui che è Risorto.
È il momento in cui la storia del cosmo, del nostro pianeta, dell’universo intero, muta di segno, tutto esce dalle tenebre:
Scenderò nella bara e il terzo giorno risorgerò
e, come le zattere discendono i fiumi,
in giudizio da me, come chiatte in carovana,
affluiranno i secoli dall’oscurità.
L’oscurità è frantumata, trapassata dalla Luce, dall’energia che emana dal Risorto. Qui la chiave di volta di ogni esistenza: la delusione di un progetto fallito e su cui è sceso un masso che rifiuta di ricordare, di riportare in vita le Sue Parole.
Siamo così, noi umani. Il masso grava e siamo incapaci di vedere, di riconoscere. Abbiamo bisogno di uscire dall’oscurità, risvegliati dall’annuncio: Ed esse si ricordarono delle sue parole.
Gioia vera che dimostra la sua autenticità perché non si crogiola e gode nel proprio microcosmo ma si scopre investita da uno slancio dapprima inesistente e, probabilmente, mai creduto possibile: tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri.
Queste donne hanno smosso i secoli, stanno guidando le carovane, stanno al nostro fianco e sorreggono i nostri passi che, forse, si stanno dirigendo ancora al sepolcro mentre dovrebbe avere ai piedi le ali infuocate dell’annuncio:
Egli è il Risorto.