Fraternità contemplative: segno umano della presenza di Dio

La Chiesa nella giornata Pro Orantibus invita tutti i cristiani a pregare per le monache e per i monaci, che con la loro incessante preghiera presentano l’umanità a Dio e Lo ringraziano per tutti i doni ricevuti. Quest’anno il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, che cura con attenzione la vita contemplativa, ha organizzato per sabato 26 novembre un giorno di formazione on line per le monache e per domenica 27 la celebrazione della Santa Messa. Quale significato per la Chiesa e per il mondo la presenza della vita contemplativa?

Foto Calvarese/SIR

La Chiesa nella giornata Pro Orantibus invita tutti i cristiani a pregare per le monache e per i monaci, che con la loro incessante preghiera presentano l’umanità a Dio e Lo ringraziano per tutti i doni ricevuti. Quest’anno il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, che cura con attenzione la vita contemplativa, ha organizzato per sabato 26 novembre un giorno di formazione on line per le monache e per domenica 27 la celebrazione della Santa Messa.
Quale significato per la Chiesa e per il mondo la presenza della vita contemplativa?
È un’opportunità significativa per il popolo di Dio, per ringraziare il Signore per il dono della vocazione alla vita contemplativa e per scoprire che, coloro che cercano costantemente il volto del Signore per contemplarLo, rivelano il grande amore del Signore per l’umanità e un grande senso di appartenenza alla Chiesa. Papa Francesco, nel Documento Vultum Dei quaerere (VDq), chiede alle comunità contemplative di essere segno che indica un cammino, una ricerca, per ricordare all’intero popolo di Dio il senso primo ed ultimo di ciò che esso vive (VDq 4).
Perché il Papa chiede a tutti i contemplativi/e di essere fari, fiaccole e sentinelle (cfr. VDq 6)”?
Il faro che è uno strumento di segnalazione luminosa alimentata da una fonte energetica, impiantato in un posto ben visibile, serve come punto fisso di riferimento per chi naviga nella notte. Le comunità contemplative sono un faro per il cammino del popolo di Dio, quando ogni giorno si lasciano illuminare dalla presenza del Signore attraverso la Parola. Sono un faro, quando narrano con la vita una storia di amore appassionato per il Signore e per l’umanità, che si dipana, giorno dopo giorno, attraverso la costante ricerca del suo volto e nella relazione intima con Lui (Cfr. VDq 9).
Vivendo alla presenza del Signore che avvolge d’amore ogni creatura, si impegnano ad essere un riflesso di quella luce donata dallo Spirito là dove sono, divenendo memoria della meta di ogni battezzato, la realizzazione del Regno di Dio, e indicando il Vangelo quale strada su cui camminare insieme, passo dopo passo.
Riconoscono che il Signore è il faro che orienta la loro vita e, benché separate, lungo il cammino quotidiano condividono, con la preghiera o con l’ascolto, la loro esperienza di Dio con le sorelle e con i fratelli nella fede, ma anche con coloro che cercano solo un segno umano per cui scommettere ancora sulla bellezza della vita.
Papa Francesco chiede alle fraternità contemplative di essere delle fiaccole soprattutto in questo tempo in cui tante persone sembrano vagare senza un orientamento. Molti individui infatti, assorbiti dalla rete, restano isolati, non cercano relazioni, non si interrogano, né danno un nome all’inquietudine che spesso esprimono con la rabbia.
Se le fiaccole simboleggiano un ideale di vita, le comunità contemplative, vivendo per Cristo e per il Vangelo, possono essere segno visibile di chi si dona per amore nella gratuità come Gesù. Comunicano con la preghiera, con la contemplazione, con il silenzio, con l’ascolto, con l’accoglienza, con una vita fraterna fondata sul Vangelo, che Dio è il senso della loro esistenza. Annunciano con il loro esserci che la pienezza esistenziale si sperimenta giorno dopo giorno, lasciando illuminare il proprio cammino da Gesù e dal Vangelo.
Gli uomini e le donne di oggi non sempre vogliono sentir parlare di Cristo, ma si aprono alla Sua presenza quando incontrano persone umane che incarnano il Vangelo. I contemplativi/e, dispiegandola bellezza della vita umana tanto amata da Dio, seguono con fede le orme di Gesù Cristo e, con le fiaccole accese dall’amore del Signore, comunicano la gioia di vivere.
Come sentinelle le fraternità contemplative verificano ad ogni tappa della vita il loro cammino evangelico profondamente umano, per rivitalizzare il percorso che porta alla meta. Assumendo nel quotidiano il pensiero, i sentimenti e l’agire di Cristo, ogni giorno cercano con fede la luce che illumina ogni esperienza di vita. Come tutti, sperimentando eventi di buio, di sofferenza odi gioia, testimoniano che nella relazione con Gesù e nel Vangelo si trova il senso di ciò che accade nell’ordinarietà.
Scorgendo costantemente i segni di bene che il Signore diffonde ovunque, le comunità contemplative riconoscono i varchi di speranza illuminati da Cristo. Attraverso la preghiera e la cura delle relazioni condividono il percorso da seguire con chi cerca di vivere con fede gli eventi quotidiani, con chi non trova la forza per riorientare la propria vita verso Gesù Cristo e il Vangelo, con chi ha il volto sfigurato o si sente emarginato o solo, ecc. Durante la preghiera imparano a stare all’erta davanti al Signore e all’umanità, per scoprire ciò che lo Spirito compie nella vita di ciascuno e per riconoscere le strade inedite in cui Dio si rivela ad ogni persona e la protegge.

Le fraternità contemplative rappresentano oggi nella Chiesa e nella società il pozzo di Giacobbe (cfr. Gv 4,5)?

Se “il monastero è il luogo profetico in cui il creato diventa lode di Dio e il precetto della carità concretamente vissuta diventa ideale di convivenza umana e dove l’essere umano cerca Dio senza barriere e impedimenti (Orientale lumen 9)”, come le diocesi, le comunità parrocchiali, i movimenti, le associazioni, ecc. lo indicano quale faro di luce perenne a tutti i battezzati e a coloro che vivono sulle strade del mondo, spesso privi di speranza, o a chi cerca un senso da dare alla propria vita?

 

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