Papa Francesco ad Asti. Mons. Prastaro: “Sarà una visita contrassegnata dall’affetto”

Che il Papa sarà ad Asti il 19 e il 20 novembre, è una notizia ormai nota, che ha fatto il giro tutta la nazione. Il Santo Padre tornerà nella terra della sua famiglia per incontrare sua cugina Carla Rabezzana in occasione del suo 90° compleanno: una visita privata, che non avrà i toni di una visita pastorale, che richiede tempi di organizzazione e dinamiche diametralmente diverse. Ce lo racconta il vescovo Marco Prastaro.

Che il Papa sarà ad Asti il 19 e il 20 novembre, è una notizia ormai nota, che ha fatto il giro tutta la nazione. Il Santo Padre tornerà nella terra della sua famiglia per incontrare sua cugina Carla Rabezzana in occasione del suo 90° compleanno: una visita privata, che non avrà i toni di una visita pastorale, che richiede tempi di organizzazione e dinamiche diametralmente diverse. Ma non questo, meno importanti. Cosa succederà in queste tre settimane di preparativi? Quali saranno i prossimi passi della Diocesi e della città? Ce lo racconta il vescovo Marco Prastaro.

Come ha accolto la notizia della visita di Papa Francesco. Cosa ha provato?
Un misto di gioia e anche un momento in cui mi sono trovato senza fiato. Mi sono chiesto: questa visita, adesso, che cosa comporterà? Siamo felici di poterlo ospitare e poter vivere un momento di quotidianità con lui. È la gioia di qualcosa che ad Asti aspettavamo da tanto tempo e ora si realizza in forma famigliare e questo mi rende ancora più orgoglioso. In nessun posto al mondo, se non in Argentina e ad Asti, il Papa può dire che andrò per stare in famiglia. Questo rende unica la sua visita.

Come immagina l’accoglienza di quei giorni?
La domenica sarà un momento di festa. Celebrerà la Messa in Cattedrale per incontrare la comunità con cui ha vissuto la sua famiglia. Al momento stiamo valutando per capire le norme di sicurezza, la capienza della chiesa, capire se sarà possibile installare dei maxi-schermi nella piazza. C’è una grande complessità per gestire l’accoglienza. Vorremmo che lui facesse un giro sulla Papa-mobile così che più gente possibile possa vederlo e salutarlo: siamo gente semplice, anche solo un saluto del papa ci appaga e ci permette di esprimergli affetto. Al momento stiamo valutando tutti i fattori in causa per comprendere come organizzare al meglio.

La diocesi e la città saranno all’altezza di questa visita?
Non posso che dire di sì. Una visita del genere comporta il coinvolgimento della Diocesi e di tutti gli altri attori della città, dall’amministrazione comunale alle autorità, dalla questura alla prefettura. Ci siamo già incontrati per scambiarci opinioni e idee. Saremo all’altezza della situazione perché saremo insieme.

Avete creato delle commissioni per gestire l’accoglienza?
Sì, abbiamo già aperto tavoli di lavoro con diverse commissioni. Per citarne alcune: ci sarà la commissione liturgia gestita da don Simone Unere, che è in contatto con il cerimoniere papale; la commissione accoglienza, per gestire il pernottamento e i pasti del Papa; la commissione sicurezza e movimento, di cui si occuperanno la questura e il comune; la commissione segreteria per gestire la logistica della messa in cattedrale, e non solo; la commissione comunicazione, di cui si sta occupando Michelino Musso. Tutti questi tavoli stanno già lavorando. Per quanto riguarda i giovani della diocesi, ci tengo che abbiano uno spazio dedicato in chiesa: il 20 novembre sarà la Giornata mondiale della gioventù e sarà significativo il fatto di poterla vivere nella loro città con il Papa.

Una visita famigliare, e non pastorale. Dunque sarà diversa quella del ‘93 di Papa Giovanni Paolo II.
Sarà profondamente diversa. Nel ‘93 ci misero 6 mesi per prepararsi alla visita pastorale di Papa Giovanni Paolo II, noi abbiamo solo tre settimane. In quell’occasione, il Papa incontrò la cittadinanza, preti, suore, giovani in diversi momenti e aveva celebrato una Messa in piazza Campo del Palio. Una visita pastorale prevede dinamiche e incontri specifici, questa sarà una visita dal tono affettivo e la Messa sarà una celebrazione del legame che lega la nostra terra a lui, una dimostrazione di una Chiesa che è famiglia.

Ci saranno dei momenti particolari durante la Messa?
Ci stiamo preparando. Al momento sappiamo che il Papa conferirà l’accolitato al nostro seminarista Stefano Accornero. L’accolitato è una preghiera di benedizione, una tappa nel cammino verso il sacerdozio, richiama il servizio all’altare e all’eucarestia. Sarà un bel momento.

Cosa le ha detto il Papa quando vi siete sentiti al telefono?
Era contento e si è detto preoccupato del disturbo che la visita avrebbe comportato. Abbiamo poi parlato delle cose operative, ma è stato un colloquio molto famigliare.

(*) precedentemente pubblicato su “La gazzetta di Asti”

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