“C’è tanto da fare per formare le persone di fronte ai pericoli che possono aprire le porte a un’azione straordinaria del maligno, ma anche i sacerdoti che purtroppo molto spesso non hanno una formazione adeguata a riguardo”. È la convinzione che ha animato i coniugi Giovanni Ziberna e Valeria Baldan che hanno curato la regia del film documentario “Libera Nos. Il trionfo sul male”, prodotto dalla Sine Sole Cinema e uscito da pochi giorni in molte sale cinematografiche di tutta Italia. La pellicola porta il patrocinio dell’Aie (Associazione internazionale esorcisti), rendendola di fatto l’unica opera cinematografica ad avere una approvazione ufficiale.
Come si arriva a “Libera nos”?
L’idea del film è nata 10 anni fa in seguito alla grazia ricevuta di poter partecipare come ausiliari a diversi esorcismi. Il ruolo dell’ausiliare è quello ricoperto da un laico o da un sacerdote non esorcista che si occupa di assistere l’esorcista aiutandolo sia in maniera logistica, preparando il luogo dove viene fatto l’esorcismo, che nell’assistenza della persona posseduta, tenendola affinché non rechi danno a se stessa o ad altri, e infine partecipando spiritualmente con la propria preghiera interiore.
In questa esperienza abbiamo avuto l’occasione di capire cosa sia veramente l’esorcismo ovvero un importante momento di preghiera, molto lontano da quello che la cinematografia ci ha presentato.
Abbiamo potuto vedere come il Signore agisca con forza e potenza per salvare tutte le anime e chi ha paura durante l’esorcismo è proprio il nemico.
Siamo abituati a una produzione cinematografica sulla materia tipica del genere horror, con una forte spettacolarizzazione della pratica esorcistica. La vostra pellicola vuole rimettere le cose nel giusto ordine?
Diciamo che il nostro obiettivo è proprio questo: rimettere ordine su questi argomenti. Abbiamo cercato di realizzare una vera e propria summa su questo tema che affronti tutti i possibili argomenti in un modo sufficientemente esaustivo per non dare adito a incomprensioni, ma anche lasciando lo spazio a un successivo approfondimento. Perché veramente su ognuno dei temi trattati del film si potrebbe parlare per ore ed ore e scrivere decine di libri. Naturalmente la scelta di fare un’opera cinematografica ci ha messo il limite del tempo ed è per questo che nella realizzazione del montaggio finale abbiamo deciso di dividere il progetto in due film separati. Quello che ora presentiamo nelle sale è vuole fare chiarezza sul ministero dell’esorcistato e sul ruolo dell’esorcista e sarà propedeutico al prossimo, che si occuperà maggiormente del percorso di liberazione con alcune testimonianze e approfondendo la tematica della lotta ordinaria con il demonio, ovvero quella che concerne ognuno di noi.
Nasce da qui la scelta di utilizzare degli attori per rappresentare le scene di esorcismo?
La decisione è in linea con le indicazioni della Santa Sede di non utilizzare materiale registrato durante esorcismi reali, suggerimento che condividiamo riconoscendone la sapienza.
Le persone che soffrono di problemi spirituali è giusto che vengano tutelate nella loro privacy e oltretutto, vivendo nell’epoca della falsificazione mediatica, è meglio dichiarare che la realizzazione è una fiction piuttosto che usare riprese dal vero che comunque potrebbero essere tacciate come mistificazioni.
Inoltre riteniamo che chi non voglia credere a queste realtà non cambierà idea vedendo un semplice video, ma attraverso un percorso di approfondimento forse avrà la possibilità di farsi le giuste domande a riguardo e di aprire uno spiraglio al dubbio.
In molti credenti si è fatta strada la convinzione che la pratica dell’esorcismo sia qualcosa di lontano, esistita soltanto nei Vangeli. Ma è davvero così? Il diavolo non esiste più?
No, assolutamente. Il problema delle possessioni e dell’influsso demoniaco straordinario non sono qualcosa di lontano, anzi. Seppur la possessione rimanda a un evento raro, riteniamo che proprio perché viviamo in tempi in cui la fede cattolica è diminuita – mentre invece la ricerca dell’occulto è aumentata esponenzialmente – molte più persone si sono messe nella zona di pericolo. Paradossalmente oggi è peggio di un tempo.
Questo non vuole dire che bisogna vedere il diavolo ovunque, ma far finta che non esista non ha portato buoni frutti, anzi ha fatto proprio il suo gioco!
Lei e sua moglie avete curato insieme la regia del film. Avevate già confidenza con il tema trattato?
Abbiamo deciso di realizzare quest’opera in co-regia come con il film “Il Risveglio di un Gigante. Vita di santa Veronica Giuliani” perché sono tematiche che sentiamo molto importanti e che ci danno modo di trasformare il nostro lavoro in opera di evangelizzazione.
Che messaggio porta “Libera nos”?
Ci auguriamo con quest’opera possa portare luce dove prima c’era tenebra, che faccia chiarezza e che possa essere un importante strumento di formazione per laici e sacerdoti. Ma soprattutto che possa essere un percorso per avere più consapevolezza della propria fede, più amore per il Signore e per la Santissima Vergine, alla quale è dedicata la parte finale del film.