Non esiste la famiglia perfetta, quella da spot televisivo. Ogni famiglia alterna periodi di gioia e di serenità con momenti di crisi e di difficoltà, che sia economica, educativa o di salute. Ci sono poi famiglie disgregate, separate, divorziate e quelle allargate. La realtà delle famiglie di oggi, che quotidianamente procedono su una sorta di montagne russe, è descritta nell’esortazione apostolica postsinodale “Amoris Laetitia” di Papa Francesco, pubblicata nel 2016. Al documento, che analizza in ogni sfaccettatura “l’esistenza concreta” delle famiglie, le Acli, per prepararsi al X Incontro Mondiale delle famiglie che si è svolto a giugno, hanno dedicato un percorso nazionale di approfondimento iniziato nel luglio 2021, in occasione della prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani istituita da Papa Francesco, e conclusosi ieri sera, giovedì 13 ottobre, con la tavola rotonda “Le famiglie in cammino per una Chiesa in uscita”. Svoltosi nella Sala Cardinale Ugo Poletti del Vicariato di Roma, l’incontro ha fatto da apripista a nuove iniziative in chiave sinodale delle Acli. “Questo è un momento di chiusura ma al tempo stesso è una ripartenza – ha affermato Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma e membro della presidenza nazionale Acli con delega alla famiglia e agli stili di vita -. Vogliamo camminare al fianco delle famiglie in questo periodo in cui vivono difficoltà oggettive. Vivremo avvenimenti della Chiesa molto importanti come il cammino sinodale, il 60° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, il Giubileo del 2025 con il Giubileo delle famiglie. Come Acli raccoglieremo questa sfida, continueremo un percorso che sarà più capillare nei territori e l’obiettivo è il rilancio e il rinnovamento dei punti Acli famiglia, presidi di prossimità per rispondere sempre più ai bisogni delle famiglie che devono diventare protagoniste. Luoghi di legami, di mutuo aiuto, di servizi e di protagonismo”.
La tavola rotonda è stata inserita nell’VIII edizione dell’Ottobrata Solidale, serie di appuntamenti promossi dalle Acli di Roma e provincia, per raccontare la bellezza della solidarietà attraverso l’arte, lo sport, lo spettacolo, la cultura e che quest’anno ha come tema “Tessere comunità”. Durante la serata il vescovo ausiliare Dario Gervasi, delegato per la Pastorale familiare nella diocesi di Roma, ha analizzato i punti principali di Amoris Laetitia sottolineando che il “messaggio spirituale forte” dell’enciclica è la misericordia verso tutti. Il testo, ha rimarcato Gervasi, non cambia “una virgola” della dottrina e ribadisce l’indissolubilità del matrimonio, ma “è molto bello che parla dell’amore e della grazia anche nelle unioni che non sono pienamente matrimoniali”. Per il vescovo “lo sguardo della Chiesa deve saper discernere le complessità e non dare giudizi”. Ha inoltre ricordato che il documento punta anche all’integrazione e all’inclusività di tutti. “Amoris Laetitia – ha affermato – è uno sguardo che cerca di prendere tutti e portarli verso Cristo presente nel sacramento del matrimonio”.
Di come coniugare la centralità della famiglia nel sociale e nel ruolo politico ha parlato Gianluigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni Familiari. “Amoris Laetitia ha avuto anche una valenza politica, non solo pastorale” ha affermato De Palo. Se oggi è possibile parlare “con più libertà” delle famiglie e dei loro problemi “è anche grazie a questo documento” ha aggiunto il presidente del Forum il cui mandato scadrà tra pochi mesi. Ha quindi analizzato la crisi demografica evidenziando che “la natalità e la famiglia sono la nuova questione sociale. La natalità è determinante per la sostenibilità del welfare, per il prodotto interno lordo, per non far crollare il sistema sanitario nazionale che oggi è gratis ma potrebbe diventare a pagamento. Le soluzioni a tutto questo sono la sussidiarietà, le politiche familiari e più attenzioni alle famiglie affinché possano realizzarsi”.
Amoris Laetitia termina con l’invito di Papa Francesco di proseguire un cammino insieme. A tal proposito padre Giacomo Costa, accompagnatore spirituale delle Acli e membro del gruppo di coordinamento del Sinodo 2021-2023 “Per una Chiesa sinodale: Comunione, partecipazione e missione”, si è soffermato sulla volontà di “essere una Chiesa che cammina insieme nella diversità. Non possiamo continuare con una Chiesa burocratica, fredda, occupata più delle strutture e delle responsabilità – ha detto -. Vogliamo una Chiesa relazionale”. Da Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, l’impegno a lavorare per far sì che “la famiglia sia il luogo felice di tutti, il luogo in cui si può educare, formare e imparare ad amare. In questi tempi è importante che sia anche un luogo in cui ci si educhi alla pace, al dialogo e alla convivenza. Dobbiamo ridare valore alla parola pace – ha concluso -. Non significa solo assenza di guerra ma riconciliazione”.