“Camminare insieme – nel segno della sinodalità – è la chiave per diventare fratelli e sorelle. Per questo il Festival della Missione intende abitare le piazze di Milano, percorrere i luoghi della movida e stare tra la gente”. Lucia Capuzzi, giornalista di “Avvenire” e direttrice artistica del Festival della Missione, ha lanciato uno dei messaggi chiave della conferenza stampa svoltasi nella Cappella di sant’Aquilino, nella Basilica di San Lorenzo a Milano, lunedì 19 settembre, per la presentazione del Festival della Missione, che per quattro giorni, dal 29 settembre al 2 ottobre, animerà il capoluogo lombardo. Fitto il programma degli eventi, con un titolo emblematico: “Vivere per dono”.
“Una nuova mentalità”. “Più volte mi è stato chiesto qual è il motivo che ha spinto ad organizzare un Festival della Missione: uno sforzo organizzativo ed economico così grande, vale la pena? Sono fortemente convinto che vale proprio la pena! La scelta di vita dei missionari li porta a lasciare la propria terra, i propri legami familiari ed affettivi, le proprie abitudini e sicurezze, per varcare confini, attraversare mari, affrontare nuovi ambienti di vita, imparare lingue diverse, assumere nuove abitudini e stili di vita, confrontarsi con culture molto lontane dalla propria, apprezzarne le caratteristiche e i valori nascosti, innamorarsi di mondi e di popoli nei quali si inseriscono profondamente… È per tutti questi motivi che l’esperienza di vita dei missionari è molto ricca e significativa. Ma è anche poco conosciuta al di fuori dei soliti ambienti ecclesiastici”. Don Giuseppe Pizzoli, direttore dell’Ufficio nazionale per la Cooperazione missionaria tra le Chiese e della Fondazione Missio (Pom Italia) è intervenuto alla presentazione del Festival in quanto Missio, assieme alla Cimi (Conferenza degli istituti missionari in Italia), è l’organismo della Cei che propone l’evento, in collaborazione con la diocesi ambrosiana.
Il Festival “permette di portare questa ricchezza ‘in piazza’, alla portata di tutti”,
ha affermato don Pizzoli. “Incontrare i missionari e ascoltare i loro racconti aiuta ad allargare gli orizzonti, ad assaporare mondi per lo più sconosciuti o superficialmente etichettati secondo stereotipi ingannosi; aiuta a riflettere anche sul senso della nostra vita, della nostra cultura, delle nostre tradizioni; aiuta soprattutto a creare una nuova mentalità fondata sulla fraternità universale. È questo il mio auspicio per tutti coloro che vivranno il nostro Festival”.
Il benvenuto di mons. Delpini. Mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, ha inviato un messaggio scritto agli organizzatori e ai partecipanti al Festival della Missione. “‘Fratelli, sorelle, dove andate?’. Ci sono persone aggressive, frenetiche, eccitate che sono, per così dire, infastidite dalle domande. ‘Dove vuoi che andiamo? A lavorare, guadagnare sempre di più! A divertirci, a godere sempre di più! A fare esperienze, sempre più esotiche, sempre più estreme!’. ‘Fratelli, sorelle, dove andate?’. Ci sono persone malate di desolazione e di tristezza: ‘Dove vuoi che andiamo? Andiamo verso il nulla, andiamo verso l’inarrestabile declino. Di futuro non ce n’è più. La speranza è un bene esaurito’. ‘Fratelli, sorelle, dove andate?’. Ci sono persone liete, operose, vive: ‘Andiamo perché abbiamo una missione. Siamo incaricati di seminare sorrisi. Siamo in missione: siamo mandati per dire parole di Vangelo. Siamo in missione: mettiamo mano all’impresa di celebrare la gioia di essere tutti sorelle e fratelli!’”. Delpini aggiunge: “Per questo la missione a Milano diventa un festival. Per la città, per i milanesi, per gli italiani, per te, per voi, da qualsiasi parte del mondo siate venuti”.
I numeri della quattro giorni. A Milano sono attesi 30mila partecipanti. Lo ha spiegato il direttore operativo del Festival, padre Piero Masolo, missionario del Pime e collaboratore dell’Ufficio per la pastorale missionaria della diocesi di Milano. Più di 100 gli ospiti, italiani e internazionali, che interverranno nei 29 eventi del programma principale e nel calendario del “Festival è anche”; oltre 150 i testimoni missionari che animeranno aperitivi ai bar e bistrot del centro; 200 volontari ad aiutare nella gestione delle giornate milanesi; oltre 20 strutture religiose e parrocchie ad accogliere le 1.500 persone che da tutta Italia hanno già segnalato richiesta di ospitalità. La location scelta come polo dell’evento sono le Colonne di San Lorenzo, luogo storico e caratteristico della città, da sempre ritrovo della movida milanese e dei più giovani. Ma sono previsti incontri anche in altri luoghi significativi, come la Casa Circondariale San Vittore e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, così come la messa domenicale in Duomo. Nel programma figurano dibattiti, eventi di piazza, proposte culturali, incontri nei luoghi frequentati dai giovani.
Spazio comunicativo. Il Festival della Missione “è stato pensato e siamo sicuri funzionerà come un grande spazio comunicativo in cui, con i tanti linguaggi della festa e dello stare assieme, si potranno vedere i frutti della riforma che Papa Francesco sta chiedendo alla Chiesa: una Chiesa in uscita, che si sente missionaria e pronta a condividere con tutti la gioia dell’amore di Dio. È con questo stile che affronteremo le tante sfide del presente: la pace che sembra soccombere, soffocata dalle tante guerre scoppiate anche negli ultimi mesi; gli squilibri del mondo, che vede ancora tante zone vittime della povertà e dell’emergenza climatica”. Lo ha dichiarato mons. Luca Bressan, vicario episcopale della diocesi di Milano per la cultura, la carità, la missione e l’azione sociale, alla presentazione del Festival. “Vivere per dono”, aggiunge: “uno slogan da interiorizzare perché diventi strumento per leggere il presente ed energia per convertire i nostri stili di vita”.