Un museo trasformato in una casa d’accoglienza: questo il progetto realizzato dalla Comunità dei Frati Cappuccini per ospitare persone in emergenza abitativa. Al posto delle sale espositive dieci confortevoli alloggi, per un totale di 30 posti letto, accolgono famiglie intere mentre i singoli sono ospitati in camere con bagno con l’uso della cucina condivisa. Tutti gli ospiti sono alla ricerca di una soluzione temporanea, in attesa di riprendere in mano la propria vita.
Situata nel centro di Reggio, in via Ferrari Bonini, la locanda San Francesco, gestita dalla Caritas reggiana, ospita in modo stabile una famiglia che garantisce una presenza continuativa ed è punto di riferimento per gli altri che abitano questo condominio solidale mentre Giulia, Miryam e Laura sono tre ragazze che hanno deciso di alloggiare in uno degli appartamenti e vivere in comunità come compagne di “viaggio” e di vita delle persone che sono accolte all’interno della casa. La Locanda è un luogo nel quale non si vive la delega dell’assistenza a qualcun altro, ma dove si sperimentano l’ascolto e l’aiuto reciproco. Una sala da pranzo comune, luoghi per la preghiera, spazi condivisi permettono di costruire relazioni, confrontarsi e trascorrere insieme il tempo libero. Un operatore, inoltre, è presente tutto il giorno per qualsiasi necessità.
“La locanda – spiega Isacco Rinaldi, direttore della Caritas Reggiana – vuole essere luogo di ristoro per chi vive ai margini e nelle periferie esistenziali della storia. Da cinque anni ospitiamo tante famiglie rovinate dal gioco d’azzardo legalizzato con le macchinette dei bar, nuclei sfrattati per non essere più in grado di pagare un affitto o un mutuo per la perdita del lavoro, aggravata dall’emergenza Covid, e molte donne desiderose di mettersi alle spalle un passato segnato dalla prostituzione. Purtroppo sono in crescita, anche a seguito delle pesanti conseguenze economiche dovute alla pandemia, le persone che si rivolgono ai nostri centri d’ascolto, che non sanno più riporre speranza nella propria vita e nel futuro. Offrire loro un luogo accogliente è un modo per farli sentire a casa, per aiutarli a rialzarsi e a rimettersi in piedi dopo un brutto incidente di percorso. Entrando in casa non c’è distinzione tra chi accoglie e chi è accolto”.
Inaugurata in occasione della prima Giornata mondiale dei Poveri voluta da Papa Francesco, il 19 novembre 2017, la “Locanda San Francesco” non a caso è stata intitolata al Santo. Sicuramente perché inserita nel contesto della comunità francescana reggiana, ma anche e soprattutto perché il suo stile di povertà diventi quello di chi vive la casa, per un periodo lungo o solo per qualche giorno.
“Prima di iniziare i lavori, si è costituito un gruppo di riflessione – conclude il direttore – per capire come iniziare quest’opera di cohousing sociale nel miglior modo possibile, coinvolgendo la città e le parrocchie del centro storico. Alla Locanda mettiamo al centro le esigenze dei singoli e la progettazione viene costruita insieme alla famiglia. Chiediamo agli ospiti di essere soggetti del loro percorso e di impegnarsi anche a servizio della collettività. Molti, una volta reinseriti nella società, continuano a sentirsi legati alla locanda e si trasformano da assistiti in volontari”.
La struttura è un luogo di accoglienza per persone e famiglie in difficoltà, che hanno già iniziato un percorso con Caritas, e rappresenta un invito per le comunità parrocchiali a farsi carico di chi è nel bisogno e a occuparsi delle cure necessarie per la ripartenza. Il tempo di permanenza presso la Locanda varia da tre mesi a un anno circa.
Fondi 8xmille Chiesa cattolica | I numeri del progetto |
50.000 euro per la gestione 2021 |
Aperta dal 2017 |
2 operatori | |
10 volontari | |
30 posti letto | |
10 appartamenti | |
58 persone accolte di cui 25 minori | |
Tempo di permanenza variabile da 3 mesi ad un anno |