Il tempo che stiamo vivendo, mentre sembra inchiodarci nell’esperienza della pandemia, contemporaneamente ci sollecita, ci interroga, ci esorta a riprendere con passione il cammino della vita, nonostante il marasma di tanti pensieri che ci intralciano.
Abbiamo bisogno di rimanere qualche istante in silenzio, per non andare in confusione, di fermarci, per catalizzare i pensieri che attraversano la nostra mente, per poter scegliere il meglio non solo per se stessi, ma anche per il bene degli altri. Forse è giunto il tempo di non assolutizzare ogni idea che passa nella nostra testa, senza essere fondata, di inseguire il pensiero unico, di verificare se assumiamo in ogni istante il pensiero di Cristo.
Spesso anche nelle nostre storie quotidiane leviamo gli scudi per difenderci, opponendoci continuamente ad ogni proposta, soprattutto quando consideriamo il nostro punto di vista perfetto e non ci mettiamo in ascolto degli altri. Denigriamo, talvolta, chi vede la realtà da un’angolatura diversa, perché non predisposti a cercare un punto di incontro, per costruire insieme.
Identificandoci con l’immagine ideale o virtuale creata da noi stessi, spesso dimostriamo di non avere una chiara identità e difendiamo ciò che non possediamo. Quando la persona è consapevole del suo esserci, rimane se stessa, al di là del tempo e dello spazio, e non cerca la contrapposizione per dimostrare a sé di esistere, ma si mette in ascolto, per trovare con ogni altro ciò che unisce.
Oggi dilaga il solipsismo: sembra che tutti corriamo insieme, ma di fatto ognuno porta acqua al proprio mulino, senza una motivazione profonda o senza verificare la fonte della sorgente. Tutti sappiamo tutto: siamo scienziati, umanisti, artisti, critici, ecc. Ci manca soltanto l’umiltà che ci consente di accogliere il nostro limite e riconoscere quello dell’altro, oltre il quale non si può andare.
Anche noi credenti stiamo rischiando di cavalcare la logica dei tuttologi: ci manca forse un punto di appoggio!
Dove abbiamo collocato il Signore nella nostra vita? Che cosa dice il Vangelo al nostro modo di vivere?
È come se anche noi avessimo perso le coordinate che ci aprono strade inedite, già tracciate per noi dallo Spirito e che spesso non riconosciamo. Siamo così presi da noi stessi… non c’è tempo per interrogarci, per cercare, per trovare delle risposte, per scegliere ancora una volta di assumere non il nostro pensiero individuale, ma il pensiero di Cristo che non ci scioglie i nodi, ma ci guida a trovare la possibilità di rimanere sulla strada dell’amore.
Gesù e il Vangelo sono il senso della mia vita?
Siamo all’inizio dell’anno e la relazione quotidiana con Gesù può farci leggere la storia personale, relazionale o sociale lungo il cammino, con la speranza nel cuore. Può aprirci nuovi orizzonti che ci parlano di pace. Ci affida la certezza che ognuno di noi è per il Padre il figlio amato. Ci chiede di essere fedeli nel custodire la nostra identità: non possiamo essere delle canne al vento che si lasciano piegare dalla corrente di turno.
Ogni giorno siamo chiamati a dare un significato a ciò che ci succede, perché ogni evento accade contemporaneamente alla presenza di Dio e spesso noi non ne siamo consapevoli. C’è un filo rosso dato a ciascuno dal Padre di Gesù Cristo, che ci rimanda sempre ad ogni attimo dell’esistenza, che ci parla di vita.
Abbiamo bisogno di riscoprire il nostro essere creature, per abbassare il livello di onnipotenza che intacca più o meno tutti. Spesso ci mettiamo al di sopra di Dio, confondendo il compito, affidatoci dal Signore, di divenire giorno per giorno umani, con l’essere perfetti, col bastare a se stessi, che porta solo alla ricerca dell’egolatria e del potere.
Si apre un nuovo anno. Forse lo percorreremo con le luci e le ombre, con le gioie e le sofferenze, a volte in compagnia e a volte da soli. L’importante è che ognuno abbia chiara la meta da raggiungere, che non è il 31 dicembre, ma il seguire il Signore. Vivendo senza sconti il Vangelo nel quotidiano, ci impegniamo ad annunciare a tutti non la nostra superiorità, ma il dono gratuito di sé, della propria vita, come Gesù.
È urgente per noi cristiani essere veramente cristiani!
Il Signore che conta su ciascuno, cammina passo dopo passo con noi, ci apre la strada, ci ama con amore tenero, si commuove nel profondo, ci prende per mano e ci guida sulle strade del mondo, per portare il suo amore, attraverso la nostra vita, ad ogni persona che incontriamo, proprio oggi in cui mancano punti fermi.
Che cosa ci impedisce quest’anno di fare sul serio nella nostra esistenza? Come rispondere alla chiamata del Signore ed essere coerenti con il Vangelo in qualsiasi stato di vita viviamo?