Settimana sociale: “Visioni di futuro e buone pratiche”

La seconda giornata della Settimana sociale è dedicata alle "visioni di futuro" e alle 274 "buone pratiche" censite nel percorso verso Taranto. L'intervento del ministro Enrico Giovannini

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

(da Taranto) Sostenibilità, resilienza, sviluppo, riscaldamento globale, disparità di genere. Sono alcuni temi emersi durante la seconda giornata della Settimana sociale, dedicata alle “visioni di futuro” del nostro pianeta e alle 274 “buone pratiche” censite nel percorso verso Taranto, alcune delle quali già visionate e raccontate dal Sir nei giorni precedenti all’appuntamento presso il PalaMazzola, dove sono riunite circa un migliaio di persone – tra vescovi, delegati e ospiti – in rappresentanza di 220 diocesi di 224. Serve una “ecologia ecclesiale”, la proposta della biblista Rosanna Virgili nella sua meditazione. “Passare dall’io al noi”, il suggerimento di mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, durante la messa celebrata nella concattedrale di Taranto a inizio mattinata, insieme a quella di mons. Angelo Spinillo, vescovo di Aversa, a Castellaneta.

Sostenibilità. “La sostenibilità non è soltanto una questione ambientale, ma anche economica, sociale e istituzionale”. Ne è convinto il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, che ha esordito affermando che “la conversione ecologica, non solo la transizione ecologica, a cui ci richiama Papa Francesco è possibile. Siamo in un kairòs, siamo chiamati a dare il nostro contributo in maniera straordinaria. Dobbiamo balzare in avanti”. In questo senso, per il Ministro, il titolo della Settimana sociale “è un invito a sperare nel futuro, ma non in un futuro lontano, in un futuro che noi oggi abbiamo la possibilità di realizzare”. “Tra qualche mese – ha annunciato Giovannini – il Paese deciderà di cambiare la propria Costituzione per inserirvi il principio della giustizia tra le generazioni, che non c’è ancora. Il Senato e la Camera hanno già dato l’ok in prima lettura”. “L’attività economica non può andare a discapito della salute e dell’ambiente”, il principio innovativo che verrà inserito nella nostra Carta costituzionale, e che ha a che fare sia con l’art. 41 che con l’art. 9. “Se l’avessero inserito un pò di tempo fa, tutta una serie di scelte sarebbero state dichiarate incostituzionali”, il commento di Giovannini. “Lavorare insieme per cambiare, perché tutto è connesso”, l’invito alla platea di Taranto: “Al centro del Pnrr e del Next Generation Eu c’è il tema di non danneggiare l’ambiente. Nei prossimi giorni, con la legge di bilancio, approveremo gli investimenti in un’ottica decennale”. “Il concetto di resilienza ha a che fare con l’accettare che il futuro sarà fatto di choc, sanitari, economici, sociali, ma gli choc hanno anche una valenza positiva”, ha concluso il Ministro esortando a “trasformare i problemi in una soluzione”. “Proteggere, preparare, prevenire, promuovere, trasformare”, i verbi con cui deve avere a che fare la politica: “Viviamo un tempo difficile ma interessantissimo. È’ il momento giusto per la trasformazione verso il pianeta, la società e le persone che speriamo”.

Sviluppo. “Il lavoro che si fa sul sociale non è cosa diversa dal lavoro per lo sviluppo”. A testimoniarlo è stato Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud. “Chi fa assistenza domiciliare agli anziani, che gestisce i beni confiscati alla mafia, deve essere consapevole che in quel momento sta facendo due operazioni: non sta compiendo solo un atto di solidarietà e di lotta alle disuguaglianze, ma sta costruendo lo sviluppo”. E proprio di “organizzare percorsi di inclusione sociale” si occupa la Fondazione con il Sud, soprattutto per l’inclusione dei soggetti più fragili. Il tema ambientale è il versante cui si stanno concentrando le iniziative più recenti.

Riscaldamento globale. “Se le emissioni di Co2 continueranno con i livelli attuali, ci stiamo dirigendo verso un riscaldamento globale del pianeta di quattro gradi”. A lanciare il grido d’allarme è stato Gaël Giraud, gesuita, economista, direttore della Center for Environmental Justice della Georgetown University. “A causa del riscaldamento globale – la previsione dello studioso – il 50% della massa terrestre vivrà ondate di calore estremo e tre quarti della popolazione umana mondiale avrà più di 20 giorni di calore estremo entro la fine del secolo, e non potrà difendersi con l’aria condizionata perché inquina troppo. Questo significa che le popolazioni migreranno”. “Se continueremo con i livelli di emissioni di carbonio che abbiamo oggi – ha fatto notare inoltre Giraud – entro la fine del secolo il bacino dell’Amazzonia sarà completamente disabitato, così come l’America Latina, il bacino del Congo in Africa e l’intera costa orientale, l’India e tutto il Sud est asiatico”.

Disparità di genere. “Non è una colpa essere madri e lavorare”. Lo ha detto Giovanna Iannantuoni, economista e rettrice dell’Università Bicocca di Milano. “In Italia non solo la percentuale di donne lavoratrici è la più bassa d’Europa – ha denunciato la relatrice – ma le mamme che hanno figli in età scolare passano al lavoro part-time. Questo vuol dire che qualcuno ha commesso un errore”. “Non è una colpa essere madri e lavorare, anzi, è una ricchezza”, ha assicurato: il problema è che “viviamo in un mondo disegnato dai maschi per i maschi”.

Buone pratiche. Diocesi e comune insieme per aiutare a trovare lavoro per tutti coloro che sono rimasti esclusi a seguito della crisi del 2008. È il progetto “Insieme per il lavoro”, nato nel 2017 per iniziativa del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, e del sindaco della città. “Si tratta di un processo innovativo per lavoratori fragili – ha spiegato don Paolo Dall’Olio – quelli che non riescono a trovare lavoro e non rientrano nell’assistenza”. Dopo quattro anni, “Insieme per il lavoro” sta per firmare un nuovo protocollo che permette l’ingresso anche della Regione Emilia Romagna nel progetto. Per accedere al progetto, basta un’iscrizione on line, a cui segue un colloquio: in 4 anni, hanno fatto richiesta più di 5mila persone. Solo nell’ultimo anno, sono state collocate 542 persone, di cui la metà delle quali donne e giovani under 30.

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