Carlo Acutis. Don Di Medio: “È un segno della normalità incarnata”. Una statua del beato nella parrocchia romana di San Francesco Saverio

La statua del beato Carlo Acutis è pronta e sta per raggiungere la parrocchia di San Francesco Saverio nel quartiere Garbatella. Alta un metro e mezzo, la raffigurazione del ragazzo in jeans e zainetto partirà da Assisi e arriverà a Roma martedì 12 ottobre, ad un anno dalla celebrazione della beatificazione per la Chiesa cattolica

Foto SIR

Non piccola, ma nemmeno colossale. La statua del beato Carlo Acutis è pronta e sta per raggiungere la parrocchia di San Francesco Saverio nel quartiere Garbatella. Alta un metro e mezzo, la raffigurazione del ragazzo in jeans e zainetto partirà da Assisi e arriverà a Roma martedì 12 ottobre, ad un anno dalla celebrazione della beatificazione per la Chiesa cattolica. La posa voluta dal parroco don Alessandro Di Medio e dal suo gruppo di giovani sembra inviti a una stretta di mano o a un abbraccio, di sicuro a un sorriso. Un’espressione appropriata per chi ha in mente la personalità di quel ragazzo straordinariamente normale: studente di liceo, catechista, appassionato di informatica e creatore di siti web. Un giovane che con la sua breve vita ha testimoniato tantissimo non solo fra i suoi coetanei.

Ora la sua statua sarà in mezzo agli altri santi raffigurati nella parrocchia della Garbatella. In mezzo a veli e abiti talari, le scarpe da ginnastica di Carlo saranno la presenza necessaria per dimostrare che la fede è qualcosa nelle mani di tutti.

“È troppo bella l’idea di avere un santo in blue jeans fra i santi in saio – commenta don Alessandro -. È bello e allo stesso tempo significativo il messaggio che fra i santi ci sia un ragazzo vestito come gli altri coetanei che girano nelle nostre parrocchie. È un segno della normalità incarnata. Molte volte raffigurano il ragazzo con un’ostia in mano nonostante non fosse un sacerdote. Ho voluto invece una posa naturale come se volesse andare incontro al fedele perché la particolarità di questo ragazzo è l’aver abitato la normalità della vita con la sua fede. Ho già detto un anno fa, in occasione della beatificazione, come di Carlo dobbiamo stare attenti a non fare un santino oleografico. La cosa importante è che quando penso alla vita di Carlo Acutis ricordo che la sua vita è simile a quella di tanti ragazzi e ragazze. Mi chiedono tante volte che differenza ci sia fra Carlo e gli altri.


I santi sono il canone di riferimento per dire se una persona sta percorrendo la via giusta. È per questo che la figura va normalizzata altrimenti diventa qualcosa di inarrivabile”.

Sul perché commissionare una statua del beato, don Alessandro ricorda due motivi che hanno spinto la scelta: “Nella nostra parrocchia c’è una intensa attività di pastorale giovanile. Allo stesso tempo speriamo possa essere di sollecitudine per le frange più destrutturate della gioventù del quartiere”.
Proprio alla città e alla Garbatella, la parrocchia vuole mandare un messaggio attraverso l’immagine di Carlo e magari trovare dei punti di incontro. “Mi aspetto che la statua possa rappresentare una provocazione – osserva don Alessandro -. Dal prossimo anno, ogni 12 ottobre vorrei portare la statua nella piazza dove si incontrano gli adolescenti e i giovani anche per motivi sordidi e lì fare un annuncio”. Il legame fra gli abitanti e il beato sarà inoltre alimentato dalla contribuzione alle spese per la realizzazione della statua e la possibilità per chi vorrà di affidare i nomi dei propri cari che saranno iscritti sul basamento.

Anche il viaggio da Roma per recuperare la statua ad Assisi, dove è giunta dal Nord Italia, verrà testimoniato da un racconto e un video in un blog, ad opera dei ragazzi del percorso di formazione umana e spirituale Signa Veritatis, ideato dieci anni fa dallo stesso don Alessandro Di Medio.

“Con un gruppo di giovani ci recheremo ad Assisi l’11 ottobre – spiega il parroco -. In questo modo faremo una visita al Santuario della Spogliazione dove sono custodite le spoglie di Carlo. In questa occasione ci consegneranno anche una reliquia di primo grado del beato. Porteremo poi la statua il giorno dopo a Roma, la sera in parrocchia, dove intanto si terrà un momento di preghiera (dalle 21 alle 22), guidato da don Alfredo Tedesco, responsabile dell’Ufficio pastorale giovanile della diocesi. A Carlo Acutis affideremo le famiglie e i giovani della parrocchia”.

Per contribuire alle spese di realizzazione della statua del beato Carlo Acutis è possibile fare un’offerta tramite bonifico IBAN: IT53P0200805239000008021953 con causale “Contributo statua beato Acutis”

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