“Fratelli tutti”: Frati Minori Lecce, un seminario di riflessione che diventa esperienza di sinodalità

È stato organizzato recentemente da fra Milko Gigante, coordinatore nazionale animatori vocazionali Compi e animatore vocazionale dei Frati Minori della Provincia dei Frati Minori di Lecce, un seminario on line per approfondire, da prospettive diverse, l’enciclica “Fratelli Tutti” di Papa Francesco

Foto Calvarese/SIR

È stato organizzato recentemente da fra Milko Gigante, coordinatore nazionale animatori vocazionali Compi e animatore vocazionale dei Frati Minori della Provincia dei Frati Minori di Lecce, un seminario on line per approfondire, da prospettive diverse, l’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco.

Il seminario, che già porta etimologicamente con sé un concetto di formazione, mira in generale ad attivare negli ascoltatori non solo l’esigenza di approfondimento delle tematiche trattate, ma anche la ricerca. In questo caso è stato programmato per individuare i valori cristiani da rendere operativi ovunque secondo le indicazioni dell’enciclica.

Il tema che ha animato l’incontro è stato: “Dalla cultura dei muri alla costruzione di una fraternità universale. Una lettura antropologica ed economica dell’enciclica Fratelli tutti”.

In apertura dei lavori fra Milko Gigante ha richiamato l’importanza di cogliere nell’enciclica aspetti diversi, grazie all’apporto di sr. Diana Papa, clarissa del Monastero san Nicolò in Otranto, di fr. Francesco Zecca, coordinatore dell’Ufficio Giustizia pace e integrità del Creato dei Frati Minori d’Italia, di Marco Valeri dell’Università degli studi Niccolò Cusano.

Il seminario ha permesso un’esperienza di “sinodalità” e ha richiamato a una fratellanza che avvolge tutto il Creato.

Gli apporti sulla fraternità, sul dialogo e sull’economia hanno allargato gli orizzonti verso l’intera umanità non più abitata dalla cultura dello scarto, ma generata da uno stesso grembo che ci fa essere figli e fratelli.

Sr. Diana Papa, riflettendo sotto il profilo antropologico e spirituale sull’importanza dell’essere sempre in relazione, ha presentato l’esperienza di Chiara di Assisi, donna vissuta nel XIII sec., che ancora oggi può essere significativa, per aver testimoniato il valore della vita a tutti i livelli. Attraverso la cura delle relazioni, modalità appresa da Gesù Cristo e realizzata in Francesco, ha reso visibile la presenza di Dio non solo durante la preghiera, ma anche nella vita fraterna, nell’incontro con le persone, nella contemplazione del creato.

Come per Francesco d’Assisi anche per Chiara di Assisi si può applicare un’affermazione di Papa Francesco: “La fedeltà al suo Signore era proporzionale al suo amore per i fratelli e le sorelle” (FT n.3). Ed ancora: “La statura spirituale di un’esistenza umana è definita dall’amore (FT n.92).

A partire dalla relazione quotidiana con Cristo povero e crocifisso, Chiara matura una reale esperienza di fede che si riflette nelle relazioni: sperimentando di essere amata, impara ad amare e ad assumere nel quotidiano il volto di Cristo.

Sull’esempio di Francesco, Chiara con le sorelle, in fedeltà all’altissima povertà, sceglie di vivere fuori delle mura di Assisi in uno stato di marginalità, povera accanto ai poveri, senza possedere nulla, liberandosi di tutto ciò che ostacola la relazione in sé, con gli altri, con Dio, con il Creato.

L’esperienza di Francesco e di Chiara ci esorta ancora oggi ad apprendere dal Signore e dal suo Vangelo l’arte delle relazioni per sempre, come indica Papa Francesco nell’enciclica.

Fr. Francesco Zecca si è soffermato sul tema “Dialogo e amicizia sociale”. Egli ha individuato nella parola “dialogo”, che attraversa Laudato si’ e Fratelli tutti, una possibilità che da sola esprime un modo di stare al mondo. Le due encicliche mirano ad aprire processi di dialogo e prossimità. L’antidoto alla cultura dei muri, in cui regna la paura, l’incertezza e l’indifferenza, è proprio il dialogo, attraverso cui innescare processi fraterni, per creare amicizia sociale. È l’unica via per costruire la cultura della Casa comune, superando quella della “tana”, basata sull’assunto hobbesiano dell’”homo homini lupus”. Già nella seconda metà del 1700, l’abate Antonio Genovesi, fondatore dell’economia civile, affermava: “L’uomo è ‘homo homini natura amicus’, l’uomo è per natura amico degli altri uomini, è un essere relazionale, è un essere votato alla felicità, alla felicità sociale”.

Il Papa indica nel recupero della gentilezza un diverso paradigma relazionale. Così scrive nell’enciclica: “Ogni tanto si presenta il miracolo di una persona gentile, che mette da parte le sue preoccupazioni e le sue urgenze per prestare attenzione, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per rendere possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza” (Ft 224).

Marco Valeri ha offerto la sua riflessione su “Il ruolo dell’economia e dell’impresa secondo l’enciclica Fratelli tutti”. Di fronte ad un “sistema economico insostenibile”, così come definito da Papa Francesco, si avverte il dovere morale di ripensare il modo in cui si produce e si consuma. Tutto ciò richiede un cambiamento culturale che porti a premiare le realtà industriali che si adoperano fattivamente per porre al centro del loro business parametri quali la sostenibilità, la giustizia sociale e la promozione del bene comune. Chiari sono quindi i riferimenti della enciclica alla responsabilità sociale delle imprese. Sin dalla nascita, l’impresa è “responsabile” verso il mercato in cui opera e verso i suoi dipendenti. Alle imprese viene richiesto di contribuire al benessere della società, favorendo l’esercizio del giudizio morale nel processo decisionale.

Al termine dell’incontro i relatori hanno invitato i partecipanti a continuare la riflessione e a tradurre gli stimoli nel proprio ambiente in operatività, in vista non solo del benessere personale, ma anche della cura del bene comune.

Altri articoli in Chiesa

Chiesa