“Una ripresa da consolidare oltre la fase contingente, sempre nella salvaguardia dei diritti dei lavoratori”. Così il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, ha fotografato il panorama italiano, in cui si scorge “finalmente qualche segnale confortante, mentre continua la campagna vaccinale contro il Covid-19”. “È doveroso ringraziare le autorità e gli operatori che si spendono in questo senso e sottolineare il consenso dei cittadini che non si sono sottratti a quello che il Papa ha definito un atto d’amore”, l’omaggio del cardinale nell’introduzione al Consiglio permanente della Cei, in corso a Roma fino al 29 settembre: “Bisogna proseguire su questa strada che ci consente innanzitutto di salvare tante vite umane, specialmente tra le persone più fragili”. “La crescita economica non è un valore assoluto”, il monito: “Va declinata e giudicata secondo criteri di sostenibilità sociale e ambientale”, come mette in evidenza anche il tema della prossima Settimana sociale, in programma tra poco meno di un mese a Taranto. Il Sinodo? “Un’opportunità da cogliere con sapienza e con coraggio, per avviare processi di rinnovamento e disegnare orizzonti di speranza in un tempo ancora intriso d’incertezza e paura”.
“Le ferite causate dalla pandemia nel tessuto economico-sociale del Paese sono ancora profonde”,
l’analisi del cardinale: “Basti pensare che rispetto a due anni fa, nonostante il recupero degli ultimi mesi,
mancano all’appello ancora migliaia di posti di lavoro”.
Il nuovo Rapporto Caritas su povertà ed esclusione sociale conferma che quasi uno su tre dei nuovi poveri del 2020 si è rivolto ai Centri Caritas anche nel corso del 2021. Si tratta, per Bassetti, di “una rilevazione dal significato ambivalente: da una parte, può essere indice dei primi effetti positivi della ripresa; dall’altra, mostra che ancora non si è tornati ai livelli pre-crisi in cui la povertà era, comunque, un’emergenza sociale”. Per questo “è fondamentale che i benefici della crescita economica siano distribuiti in modo da ridurre – e non accrescere – le disuguaglianze che si sono approfondite a causa della pandemia”. Allo stesso modo,
“non va perduta l’occasione storica di attribuire al nuovo assegno unico per i figli una dotazione finanziaria adeguata al compito strategico che questa misura è chiamata a svolgere.
Per scaldarsi dal freddo dell’inverno demografico, infatti, serve un modello di sviluppo chiaro nei principi e negli indirizzi di fondo che sappia non solo farsi carico, ma armonizzare in un quadro organico le varie stagioni della vita”.
“Suscita una grave inquietudine”, invece, la prospettiva di un referendum per depenalizzare l’omicidio del consenziente: senza entrare nelle questioni giuridiche, il presidente della Cei fa notare che “non vi è espressione di compassione nell’aiutare a morire, ma il prevalere di una concezione antropologica e nichilista in cui non trovano più spazio né la speranza né le relazioni interpersonali”. C’è, infatti, “una contraddizione stridente tra la mobilitazione solidale, che ha visto un Paese intero attivarsi contro un virus portatore di morte, e un’iniziativa che, a prescindere dalle intenzioni dei singoli firmatari della richiesta referendaria, propone una soluzione che rappresenta una sconfitta dell’umano”. “Chi soffre va accompagnato e aiutato a ritrovare ragioni di vita”, l’indicazione di rotta della Chiesa italiana: “Occorre chiedere l’applicazione della legge sulle cure palliative e la terapia del dolore”.
Analizzando lo scenario internazionale, il cardinale ha espresso innanzitutto preoccupazione per la situazione in Afghanistan: “Benché essa sia già scomparsa dalle prime pagine dei mass media, non può essere dimenticata”, l’appello. “Nel Paese mediorientale – la constatazione – assistiamo alle conseguenze di scelte che non hanno portato una pace e uno sviluppo stabili e duraturi, mentre la popolazione soffre pesanti forme di violenza, vendette e violazione dei diritti umani fondamentali, che hanno per vittime in particolare le donne e i minori”.
“Ribadiamo l’appello alla comunità internazionale perché si faccia garante della pace e della dignità umana”, le parole di Bassetti: “A chi detiene il potere oggi a Kabul chiediamo senso di responsabilità, rispetto della persona umana e impegno a garantire l’accesso degli aiuti umanitari necessari a soccorrere la popolazione bisognosa”.
“Un pensiero fraterno”, infine, alle comunità cristiane dell’area, “assicurando la sollecitudine della Chiesa che è in Italia a partecipare ai programmi di sostegno in loco e di eventuale accoglienza dei profughi in accordo con le Istituzioni nazionali”. Il ventesimo anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle di New York – ha concluso Bassetti – “ha riproposto il tema del terrorismo internazionale e quello strettamente correlato della convivenza pacifica tra le nazioni, le culture e le religioni.
Oggi il nostro mondo ha più che mai bisogno di dialogo, di rispetto, di reciproca accoglienza delle diversità che possono arricchire l’intera famiglia umana”.
In questa prospettiva, “il bacino del Mediterraneo può assumere un ruolo concreto e al contempo simbolico di avvicinamento e di reciproco supporto tra l’Europa, l’Africa e il Medio Oriente, per una pace che torni a germinare a partire da quella che per secoli ha costituito la culla dell’umanità”. Le prospettive aperte dal Comitato che sta preparando l’Incontro del Mediterraneo in programma a Firenze nei primi mesi del 2022 vanno proprio in questa direzione.