“In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù”. L’evangelista Marco inizia la sua narrazione con una osservazione apparentemente poco rilevante ma che in realtà riassume tutto il messaggio del Vangelo di oggi. La vocazione cristiana è prima di tutto stare attorno a Gesù. Nell’intimità con lui i discepoli trovano la forza e la sostanza della loro missione.
Quella cristiana non è una vocazione autoreferenziale e non lascia spazio a protagonismi personali.
Marco sembra sottolineare l’importanza di stare insieme a Gesù per poi andare ad annunciare. Ogni cristiano è chiamato di fatto a questo movimento interiore, a questo continuo andare e venire, andare dal Signore per poi donare agli altri ciò che si è ricevuto. “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’”. Il senso del limite e della debolezza umana è ben chiaro al Signore. Egli sa e conosce bene la nativa fragilità umana e pone come rimedio a questo limite lo stare con lui, in disparte. Per il Vangelo l’intimità con Gesù è la vera fonte da cui attingere per poter donare agli altri senza rischiare di perdersi. Questa esigenza di tempi di solitudine e di ascolto si pone in modo speciale per gli annunciatori del Vangelo e gli animatori della comunità cristiana che devono tenersi costantemente in contatto con la sorgente della vita e della Parola che devono trasmettere ai fratelli.
Tuttavia, ogni battezzato è chiamato a trovare tempi da dedicare all’intimità con il Signore. Anche un professionista, un uomo politico, un lavoratore, un padre e una madre di famiglia, un giovane, hanno bisogno di staccarsi di tanto in tanto dal proprio lavoro, per riscoprirne il senso e le motivazioni del loro agire cristiano, per ritornare alla fonte della vita e per attingere da essa la luce necessaria.
Infine, Marco osserva che Gesù; “vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore”. Il Buon Pastore ha compassione dei suoi uomini, della sua gente, di tutti coloro che affamati di verità vogliono ascoltare la sua parola; la stessa che dobbiamo provare per noi stessi e per i nostri fratelli; la compassione di Cristo è la vera realtà con cui oggi dobbiamo confrontarci. Fermiamoci dunque e rimaniamo con Gesù, raccogliamoci, non solo le opere, non solo il fare, non solo la testimonianza, ma anche il ritrovarsi nella pace del Signore, per avere anche il tempo di ascoltare la sua voce. Non dobbiamo donarci fino a disperderci, rendiamoci disponibili alle richieste di chi ha bisogno di noi, del nostro aiuto, della nostra comprensione, ma cerchiamo anche di ricavare un piccolo spazio per noi stessi e per il nostro colloquio con il Signore, perché senza di lui non possiamo fare nulla!