Quale certezza abbiamo dell’azione dello Spirito Santo nella nostra vita di cristiani, se da credenti anche noi pensiamo di poterne fare a meno, in quanto ci consideriamo il centro dell’universo? Ricorriamo a lui a volte quando non sappiamo a chi rivolgerci per ottenere qualcosa, quando siamo completamente a terra, quando in contatto con la profondità della nostra esistenza, ci rendiamo conto che rischiamo di poter smarrire la strada che conduce al Signore.
Nell’udienza generale del 17 marzo u.s. papa Francesco afferma che “lo Spirito Santo è il dono fondamentale che Gesù aveva promesso di inviarci. […] Egli ci trasforma nel profondo, apre il cammino della preghiera, ci fa sperimentare la gioia commovente di essere amati da Dio come veri figli. É lui che porta al presente Gesù nella nostra coscienza, […] lo porta oggi, adesso, in questo momento nel nostro cuore e ci fa incontrare con Cristo”.
L’azione dello Spirito è perenne: non ci lascia mai soli, anima e rigenera la nostra vita. Egli illumina il nostro cammino quando siamo nel buio e nello smarrimento, quando perdiamo il senso dell’esistenza e ci rinchiudiamo nel nostro piccolo mondo. Ci ridona la luce per trovare la strada che dona il senso pieno all’esistenza, rende umano il nostro cuore per amare e lasciarci amare e sentire la prossimità paterna di Dio.
Egli ci fa sperimentare il senso della colpa, del bisogno di chieder perdono soprattutto quando rischiamo di addentrarci in una via senza sbocco che può portare alla morte. Ci permette di percepire che le fragilità fanno parte della nostra esistenza considerata un vaso di creta e che con il suo sostegno ci spinge a trasformarle in opportunità. Egli che continua ad amarci, nonostante i nostri limiti, ci esorta a scoprire che la vita ci è stata donata gratuitamente.
Ci crediamo?
Lo Spirito ci dona la capacità di essere presenza generatrice dell’amore trinitario in ogni ambiente. Ci insegna ad abbandonare le nostre sicurezze, per superare la velleità dell’autosufficienza e dell’egolatria, per decentrarci dall’idolo dell’individualismo. Apre il cuore e gli occhi di ciascuno, per cogliere la bellezza del camminare insieme, del condividere limiti e doni, per scoprire, lungo il nostro cammino, strade sconosciute da lui tracciate.
Egli continua ad agire costantemente in ogni persona. Suscita negli uomini e nelle donne di oggi la scelta di poter pensare, volere, agire, progettare, amare come Gesù, di donare la vita per i fratelli e le sorelle che troviamo lungo i nostri passi.
Come lascio agire lo Spirito di Dio nella mia vita? In che modo mi alleno per cogliere la sua azione in ogni momento e in ogni luogo?
È lo Spirito che ci aiuta a rimanere sempre in relazione con il Signore, che ci ricompone nella profondità, favorendo l’unificazione, che ci apre ad ogni tu senza preferenza di persona, che ci fa accogliere la diversità come espressione del multiforme volto di Dio. Il riflesso di tutto ciò prende forma nell’armonizzare le differenze, nello stabilire relazioni di pace e di perdono, nel favorire la riconciliazione laddove c’è il conflitto o il sopruso.
Quando il credente è animato dallo Spirito non rimane spettatore della storia che passa, ma si sente spinto a partecipare attivamente alla vita sociale. In questo tempo in cui c’è un dibattito sulla partecipazione ai vari livelli nella Chiesa, sembra spenta, molto spesso, la voce dei battezzati nel sociale, di coloro che sono inviati dallo Spirito a portare ovunque la parola di Verità.
Egli dona a chi è chiamato ad annunciare il Vangelo senza compromessi occhi e cuore per interpretare la storia da un’altra prospettiva e coniugarla con tutte le altre.
Sostiene il cammino umano talvolta incerto del credente, lo illumina per divenire compagno di strada di chi è in difficoltà e nel dubbio, di chi cerca segni di vita e di umanità. Infonde coraggio in ciascuno, per condividere con gli altri non solo la propria debolezza, ma anche i doni ricevuti e la custodia del bene comune.
Come coniugo i valori umani e cristiani? Quali scelte affidate dallo Spirito di Dio compio con coerenza ogni giorno? In che modo collaboro con lo Spirito nella costruzione del Regno dell’amore nella storia?
Egli aiuta ad aprirci alla ricerca, a scoprire l’infinito di Dio, la sua grandezza e, nello stesso tempo, la bellezza della propria piccolezza, a smascherare l’ostentato narcisismo, la mania di onnipotenza, per poter dire come Francesco di Assisi: “Chi sei Tu, Signore, chi sono io?” (cfr. FF 1915).
Lo Spirito ci educa a scorgere nella poliedricità dell’esistenza i colori del vivere quotidiano abitato dalla presenza di Dio. Egli apre il nostro cuore alla gratitudine e ci aiuta a comprendere che non ci poteva capitare cosa più bella del dono della vita.
Come rifletto nella quotidianità la bellezza dell’esistenza illuminata dallo Spirito?