“Desideriamo essere accolti, spronati e stimolati dal Santo Padre in quello che è il compito più bello della Chiesa: annunciare la buona notizia del Cristo morto e risorto”. Sono le attese di mons. Valentino Bulgarelli, direttore dell’Ufficio catechistico nazionale e sottosegretario della Cei, che oggi è ricevuto in udienza da Papa Francesco insieme ad alcuni collaboratori per i 60 anni di costituzione dell’Ufficio.
Anche i catechisti stanno vivendo un tempo di smarrimento e di frustrazione a causa della pandemia?
Si percepisce la fatica che attanaglia tutti: la comunità civile e, di riflesso, l’attività delle nostre parrocchie e delle associazioni che inevitabilmente ne risentono.
Ma sento forte il desiderio di non lasciarsi andare, di interrogarsi su come poter raggiungere le persone che non si possono incontrare.
È il doppio risvolto della stagione che stiamo vivendo: forti criticità ma, anche, grandi opportunità.
Durante i mesi di lockdown e di restrizioni che ancora viviamo, la catechesi ha saputo percorrere strade nuove?
Vorrei ringraziare le Chiese locali, i catechisti e gli educatori che non hanno mai cessato di fare proposte e immaginare la loro missione. Il web, e in particolare i social media, hanno offerto la testimonianza di come la comunità cristiana abbia tentato di portare vicinanza e annunciare il Vangelo. È stata una stagione per alcuni versi creativa, pur venendo meno quello che è un punto di forza della catechesi: gli incontri, le relazioni, la possibilità di stare insieme e di avere momenti di socialità.
L’Ufficio taglia il traguardo dei 60 anni. C’è ancora tanto lavoro da fare?
È un momento particolare legato alla situazione che stiamo vivendo, che ha conseguenze dal punto di vista pastorale ma non solo. Pensiamo ai gravi risvolti economici, sociali, antropologici ed educativi.
Questa ricorrenza può essere l’occasione per fare memoria di quel che si è fatto e chiederci come la comunità cristiana possa stare dentro una congiuntura storica così unica.
È possibile rendere la catechesi più attrattiva per i giovani?
Attrattività è una parola chiave di Papa Francesco, che già nella “Evangelii Gaudium” legava la proposta dell’evangelizzazione alla capacità di essere attraenti. Con tutto quello che comporta: suscitare il desiderio, provocare domande, sentirsi accolti. Credo che siamo all’inizio di un cammino. Ciò che non abbiamo voluto o potuto fare negli anni passanti, ora siamo costretti a farlo. E a immaginare situazioni nuove.