Domenica 25 ottobre si è svolto, in modalità online per il rispetto delle regole anti Covid-19, il convegno per la presentazione degli atti relativi al primo meeting sul Volto Santo di Vallecupola (Ri), avvenuto l’8 settembre 2018. Opera di metà sedicesimo secolo, probabile derivazione da quello custodito nella chiesa di San Martino a Lucca, inserito in una singolare croce Algiz, vale a dire legata alla cultura runica in un contesto rituale e sacrale di grande singolarità. Un affresco comprendente anche sibille e profeti ed altre figure che andrebbero studiate alla luce di queste singolarità, se non che, come ha detto la conduttrice dell’incontro, Maria Grazia Di Mario, direttrice della biblioteca Angelo Di Mario – che con l’Associazione culturale Vallecupola è stata alla base dell’iniziativa -, questi affreschi, così importanti dal punto di vista interdisciplinare, versano in uno stato critico.
Di Mario ha ricordato che l’affresco è stato fortunatamente inserito nei finanziamenti per il restauro dopo i danni inferti dal sisma di tre anni fa per l’interessamento del vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, ma che, per l’arrivo della stagione invernale, urge almeno un immediato intervento di salvaguardia per impedire la perdita di quello che rimane. Anche perché, come ha ricordato Giuliano Picchi, neo presidente della locale Università Agraria, sono ormai 3 anni che la chiesa è chiusa. La messa in sicurezza di un’opera così importante e singolare è stata invocata anche da Ileana Tozzi, membro della commissione diocesana di Rieti per l’arte sacra, anche perché la pellicola pittorica si sta sfaldando.
Ed infatti anche la restauratrice Michela Amelio ha confermato l’urgenza del lavoro di restauro, in quanto lo scioglimento dei sali ha creato un pericoloso velo con la conseguente frattura di parti dell’intonaco: la restauratrice ha anche auspicato la ripulitura del Volto a causa delle macchie che lo hanno invaso, ribadendo la singolarità – e anche complessità per la sua decodificazione – di quest’opera che si inserisce nella traditio della storia della Croce con il suo corredo di sibille e profeti che hanno predetto la venuta del Salvatore e il suo sacrificio. Anche perché la raffigurazione di una croce “Algiz” non è diffusissima nel nostro Paese. Un unicum che andrebbe tutelato e salvato dall’aggressione del tempo e dei fenomeni naturali. Gli interventi di Eleonora Andreani, assai sensibile alla tutela storica e paesaggistica dei luoghi di questa stupenda zona a cavallo tra i due laghi del Salto e del Turano, e dello scrittore Giorgio Giannini, che ha auspicato, oltre al restauro, anche l’organizzazione di percorsi che colleghino tra di loro zone unite dalla presenza del sacro, come Tagliacozzo, dove esiste, presso il convento delle Benedettine un altro Volto Santo, hanno concluso i lavori. La riflessione a coronamento della giornata di lavori da parte di Di Mario è stata un auspicio, sollecitato anche da numerosi interventi: la riqualificazione di un’Italia diversa, fatta di piccolissimi ma splendidi borghi, come Vallecupola, immersi nella natura, a suggello di un turismo diverso e a misura d’uomo, dove sacro, arte, cultura e paesaggio si saldano in un insieme unico al mondo.