Credo che la fraternità sia il bisogno più grande dell’umanità di oggi ed il Papa ha saputo farsene eco con la sua Enciclica “Fratelli tutti”. In essa ci invita infatti a metterci insieme per cercare la risposta a questo bisogno e “far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità”.
Questa chiamata alla fraternità per noi del Movimento dei Focolari è la chiamata al “che tutti siano uno” (Gv 17,21), all’unità,e cioè a fare in modo che sulla terra si viva come in cielo, come – lasciatemelo dire – nella Trinità – dove l’unità e la distinzione coesistono, dove ogni persona rispetta l’altra, ogni persona fa spazio all’altra, ogni persona cerca di fare emergere l’altro, ognuno cerca in un certo modo di perdere se stesso fino in fondo, perché l’altro possa esprimersi completamente. E in questo non si annulla, anzi manifesta la sua vera, la sua più profonda identità.
Un’unità così grande ha un esempio solo: Gesù che ha saputo perdere completamente il suo essere Dio per farsi uomo e per condividere sulla croce – nel momento dell’abbandono – tutti gli abbandoni, tutti i dolori, tutte le angosce, tutte le sofferenze, tutti gli estremismi, tutte le vittimizzazioni, tutte le lacerazioni che gli uomini di ogni tempo e di ogni condizione vivono e dei quali il Papa parla ampiamente nelle pagine dell’enciclica. E, tutti, Gesù li ha fatti propri con un amore così grande da riuscire a ricostruire quell’unità che si era spezzata fra Dio e l’uomo, fra gli uomini e anche con tutto il creato.
Credo che, se riusciamo ad avere un amore così grande, possiamo testimoniare al mondo che questa unità, questa fraternità non solo sono possibili, ma sono già in atto in tanti punti del mondo.
Per questo ho rivolto un appello a coloro che hanno trovato nel carisma dell’unità, nel carisma di Chiara Lubich, un aiuto che ha fatto loro vedere che la fraternità è possibile, che ha fatto loro fare l’esperienza concreta, vera, profonda dell’unità su questa terra. Li ho invitati a continuare ad attuare questa unità, questa fraternità e a coinvolgere tanti altri, in ogni parte del mondo, per essere per il Papa una prima risposta a quanto scrive, per dargli consolazione e speranza nel cammino verso un mondo unito.
Ma vorrei rivolgermi anche a tutti coloro che si sentono chiamati a fare qualcosa per realizzare questa fraternità, lavoriamo insieme nel solco dell’invito alla corresponsabilità di ogni essere umano sottolineato dal Papa “perché la pace reale e duratura è possibile solo a partire da un’etica globale di solidarietà e cooperazione al servizio di un futuro modellato dall’interdipendenza e dalla corresponsabilità nell’intera famiglia umana”.
Io ci sto, voglio mettercela tutta, e invito tutti quelli che vogliono a fare altrettanto.