“Non vogliamo solo erogare un contributo economico: vogliamo restituire dignità a coloro che a causa della perdita del lavoro sono caduti nello scoraggiamento pensando di non farcela”. Così il card. Angelo De Donatis, vicario generale del Papa per la diocesi di Roma, ha presentato oggi, dal Palazzo Lateranense, il Fondo Gesù Divino Lavoratore, istituito da Papa Francesco tramite la sua diocesi per aiutare chi si trova in difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria in corso. Al termine dell’incontro, i tre relatori – in rappresentanza della Diocesi, del Comune di Roma e della Regione Lazio – hanno firmato il protocollo Alleanza per Roma, che “vede oggi la posa della prima pietra, e di cui Fondo non è che primo e importante strumento”, ha precisato De Donatis: “Contribuendo come comunità cristiana al Fondo Gesù Divino Lavoratore e al progetto Alleanza per Roma vogliamo raccogliere l’invito rivolto dal Papa a tutti i cittadini di Roma, a tutte le istituzioni civili, politiche ed economiche e all’associazionismo, per una collaborazione attiva e senza pregiudizi che possa contribuire con coraggio a superare le gravi criticità del momento presente. Tutti possiamo aderire”.
“Aiutare chi in questo momento è rimasto a terra a non perdere speranza e la dignità e a sapere che c’è qualcuno che lo supporta”.
Così la sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha definito l’obiettivo del Fondo e del protocollo. “In questo periodo di crisi economica e sociale – l’analisi della sindaca – due tendenze si sono ancora più estremizzate. La prima è la tendenza all’egoismo, volta a salvaguardare se stessi. Ma un’altra tendenza straordinaria è fiorita, soprattutto nella fase uno: la tendenza ad aiutare gli altri”. Si tratta, per Raggi, di “piccole esperienze ma enormi per il loro valore: piccoli imprenditori che hanno riconvertito la loro produzione, ristoratori che hanno devoluto parte della loro produzione a chi aveva più bisogno, persone che hanno aiutato i loro vicini, volontari della Protezione civile, della Croce Rossa, della Caritas, delle parrocchie, associazioni che hanno messo da parte i loro interessi per aiutare il prossimo e hanno dato un grande esempio di solidarietà e di comunità. Anche il Fondo e l’Alleanza per Roma sono un segnale straordinario in questo senso”.
“Insieme ai provvedimenti che si stanno adottando per riaccendere il motore dello sviluppo è importante riaccendere il motore della solidarietà e dimostrare che siamo una comunità forte, unita, capace reagire compatta a reagire crisi senza precedenti”.
Lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “Non possiamo consentire che gli effetti del virus attacchino anche i valori della solidarietà e della coesione su cui si basa la nostra società”, la tesi del presidente della Regione Lazio: “La solitudine genera paura e se rimane sola diventa rabbia. Dobbiamo parlare a quelle paure e trasformarle in speranza e fiducia”. “L’Alleanza per Roma muoverà una grande rincorsa a partecipare alla solidarietà per essere più uniti”, ha garantito Zingaretti, citando le iniziative già messe in atto dalla Regione – tra cui un pacchetto di misure per infanzia e famiglia, varato ieri, di 20 milioni di euro – e facendo presente che chi ha perso il lavoro “chiedere di essere inserito in una regione, in una città, in una comunità che attraverso il lavoro dà la possibilità di rialzarsi a tutti”.
“Il Fondo ha una dotazione iniziale di tipo finanziario, che chiede di essere alimentata, ma il suo punto di forza è coinvolgere, unire, generare nuove opportunità e moltiplicare le risorse”,
ha spiegato mons. Gianpiero Palmieri, vescovo ausiliare del settore Est di Roma e delegato per la carità. L’obiettivo è “la presa in carico e l’accompagnamento di un minimo 1.000 famiglie che a causa della pandemia hanno subito una grave riduzione del reddito, si trovano in difficoltà economiche e e per le quali le misure straordinarie varate dalle istituzioni siano non accessibili o non sufficienti”. Il primo intervento è l’erogazione di un contributo economico per superare la fase di emergenza, seguito poi dall’attuazione di percorsi di tirocinio lavorativo, borse di lavoro, progetti di microcredito. L’istituzione del Fondo è stata preceduta da un percorso di formazione, svolto dalla Caritas, di 523 volontari delle parrocchie o delle associazioni di Roma sull’esigibilità dei diritti, del quale è prevista una replica. È stato predisposto, inoltre, un manuale operativo “on line” sui diritti che viene continuamente aggiornato dalla Caritas. Le persone che intendono accedere al Fondo vengono smistate dai 90 presidi territoriali di ascolto – collegati con i Centri di ascolto presenti nelle 337 parrocchie di Roma – e indirizzate in primo luogo verso le forme di sostegno già attivate dalle istituzioni, alle quali spesso i più fragili non riescono ad accedere per mancanza di informazioni e di accompagnamento. Il Fondo Gesù Divino Lavoratore, infatti,
“non vuole essere semplicemente una redistribuzione di risorse, ma un rafforzamento di percorsi di inclusione lavorativa”.
Coloro che intendono accedere al Fondo devono essere in grandi difficoltà economiche; essere domiciliate nel territorio del Comune o della diocesi di Roma; non avere entrate superiore a 600 euro mensili; essere disoccupati o aver drasticamente ridotto la possibilità di lavoro a causa del Covid -19; avere la volontà di “collaborare attivamente per superare la situazione di emergenza”. Le candidature devono essere presentate ai Centri di ascolto in modalità telematica, attraverso una piattaforma dedicata. Il sostegno economico va da 300 a 600 euro mensili per famiglie con 5 o più figli, per 3 mesi rinnovabili fino ad un massimo di 6 mesi sulla base della disponibilità del Fondo. Le famiglie che non potranno beneficiare del Fondo verranno indirizzate verso altri tipi di misure già predisposte dalla Caritas, come la tessera alimentare, il Fondo anticrisi o il Fondo antiusura.