Per la prima volta nella sua storia, il Santuario di Nostra Signora di Fatima celebra il 13 maggio, senza pellegrini. Le funzioni religiose si svolgono in una spianata chiusa per le norme sanitarie definite dal Governo che impediscono la presenza di fedeli. Una decisione molto difficile, racconta al Sir il Rettore, padre Carlos Manuel Pedrosa Cabecinhas, “presa con un forte senso di responsabilità pastorale in virtù dell’emergenza che il Portogallo e il mondo stanno attraversando”.
Come cambia la festa della Beata Vergine di Fatima?
Come cristiani siamo chiamati a discernere i segni dei tempi e questo tempo ci chiede di fare una lettura della fede in nome di un bene maggiore che è la salute di tutti. Sebbene separati fisicamente, siamo però tutti qui spiritualmente, uniti come Chiesa con Maria, in modo intenso, con il cuore pieno di fede. Abbiamo infatti deciso di mantenere il programma tradizionale con il rosario, la processione delle candele, la Messa internazionale, la benedizione degli ammalati e la processione dell’Addio, momenti presieduti dal cardinale António Augusto dos Santos Marto, vescovo della diocesi di Leiria-Fatima. Il Recinto del Santuario è vuoto ma non deserto. I pellegrini assenti ma presenti più che mai in tutte le celebrazioni.
Qual è il messaggio che parte da Fatima in questo tempo di pandemia?
E’ un messaggio di speranza che ci dice che non sarà il male ad avere l’ultima parola, che pur grandi siano le tenebre e le avversità, Dio e la Nostra Signora, che è madre, non ci abbandoneranno mai. E questo è un grande conforto per l’umanità provata dalla pandemia. Ma anche di salvezza, come quando la Signora del Rosario si fece presente nella vita dei tre Pastorelli portando loro la luce che è Dio. Nell’apparizione del giugno del 1917, Maria disse infatti a Lucia che il Suo Cuore Immacolato sarebbe stato il suo rifugio e il cammino che l’avrebbe condotta a Dio. Una certezza che abbiamo oggi e per sempre.
Il Santuario come ha vissuto il periodo di lockdown?
Sono stati momenti dolorosi perché non potevamo accogliere i pellegrini che sono la sua maggiore ragione di essere. Migliaia di persone che vengono qui per trovare un conforto, un po’ di pace. Per sopperire a questa impossibilità per il mese di maggio, così importante per noi, abbiamo deciso di offrire, dal 4 al 13, un itinerario spirituale attraverso il quale i fedeli sono stati invitati ad accendere quotidianamente una candela sulle finestre delle proprie case, simbolo della Luce che è Fatima per ciascuno di noi e per l’umanità.
Non si peregrina infatti solo a piedi e con i piedi. Ma anche con la mente e l’anima,
ossia svolgendo un pellegrinaggio interiore alla ricerca della verità, di rigenerazione e cura, nell’incontro con sé stessi e con la Madre celeste, per continuare a camminare con la forza della speranza.
I pellegrini come hanno reagito a questa situazione?
In Portogallo le messe comunitarie sono state sospese il 13 marzo. Fin dall’inizio del lockdown il Santuario si è subito attivato, mettendo in funzione un piano di trasmissioni, attraverso vari canali di comunicazione da quelli tradizionali ai social, di 4 celebrazioni quotidiane, dal lunedì alla domenica, in modo da portare Fatima nelle case dei fedeli che non potevano più essere alla Cova da Iria, né partecipare alle sue liturgie. La risposta è stata molto positiva e soprattutto comprensiva. I pellegrini di Fatima hanno dimostrato un’enorme maturità civica e spirituale, accogliendo tutte le nostre proposte di riflessione e preghiera. Una partecipazione da tutto il mondo così grande, se pur a distanza, da essere stata per noi uno stimolo importante.
Il Santuario riprenderà però vita nei prossimi giorni…
Guardiamo a questo ritorno con molto ottimismo e soprattutto con un’enorme speranza che Fatima recuperi le grandi moltitudini di pellegrini che confermano questo luogo come l’Altare del Mondo. Da lunedì 18 maggio i luoghi di culto saranno di nuovo accessibili per la preghiera, con tutte le restrizioni e misure di contenimento del contagio. Le celebrazioni con la presenza dei fedeli riprenderanno invece alla fine della settimana di Pentecoste.
Questo mese non potremo peregrinare – conclude padre Cabecinhas citando le parole del cardinale Marto nel messaggio rivolto alla diocesi di Fatima – ma potremo farlo in un altro momento in segno di gratitudine: “Nei prossimi tempi la preghiera dovrà essere la nostra maggior sfida: per noi, per le vittime dirette ed indirette della pandemia, per gli ausiliari sanitari, per i morti e per i loro familiari in lutto, per i politici, perché sappiano prendere le migliori decisioni sulle nostre vite”.