“Il sapore della verità” è il titolo di uno dei romanzi di don Vincenzo Rini e in queste parole si può riassumere la storia bella di un prete giornalista. Una storia illuminata da un sorriso nel quale si esprimeva la gioia dell’incontro con Dio che poi si rifletteva nell’incontro con gli altri, anche attraverso le pagine di un giornale, il settimanale della diocesi di Cremona “La Vita Cattolica”. Una gioia che si ampliò nel suo lasciarsi coinvolgere nelle avventure della Federazione italiana settimanali cattolici e nell’Agenzia giornalistica Sir, Servizio informazione religiosa, dei quali per molti anni è stato presidente.
In quel “sapore della verità” si scopriva “il sapore di Dio” di un prete che nelle vicende di ogni giorno coglieva, e aiutava a cogliere, segni e messaggi di umanità, di speranza, di amore.
Sulle tracce di Agostino coglieva nell’arte, nella musica, nella letteratura e nel giornalismo quella bellezza, ai più invisibile, che era ed è la traccia di Dio nella storia e nella cronaca.
Don Vincenzo sapeva cogliere quella traccia sul sentiero dell’uomo, la comunicava con la semplicità di un bimbo che si sorprende e si stupisce di fronte a un fiore.
Più volte nelle lunghe e frequenti conversazioni romane, gli proposi, un po’ scherzando e un po’ sul serio, di aprire una “facoltà di teologia del sorriso” e di diventarne il preside.
Rispondeva, con una battuta cremonese e con un’amabilità così grande, che
cominciai a pensare che davvero il sapore di Dio è nelle persone che sono abitate da Dio, che hanno aperto a Lui la porta del cuore e della mente.
Il grande passo per don Vincenzo è stato quello di trasmettere questo sapore attraverso le pagine di un giornale accogliendo, con l’intelligenza dell’amore, l’eredità di chi l’aveva preceduto nella direzione di “La Vita Cattolica”, mons. Ercole Brocchieri. Per don Vincenzo Rini si aprirono presto altri orizzonti, quelli dei settimanali diocesani e dell’agenzia Sir. Aveva condiviso con entusiasmo la grande avventura e in questa scuola-palestra di giornalismo è stato e rimane maestro.
Il Coronavirus non ha portato via il suo sorriso che oggi risplende più che mai e diventa invito a guardare più in alto e più lontano.