Assemblea Cei

Card. Bassetti: “Partecipare al voto per portare più Italia in Europa”

Si è conclusa con un appello a non disertare le urne, domenica prossima, l’introduzione del card. Gualtiero Bassetti all’Assemblea della Cei. La sinodalità come “bussola”, la missione come tema principale e un doppio appello: per il terzo settore e per il dopo-terremoto in Centro Italia.  All’attenzione dei vescovi anche le Linee guida sugli abusi. Il Papa parteciperà all’incontro di Bari sul Mediterraneo, il 23 febbraio 2020, ha annunciato il cardinale

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Chiediamo a tutti di superare riserve e sfiducia e di partecipare al voto. Siamo consapevoli che questo rimane solo il primo passo, ma è un passo che non ci è dato di disertare”. Si è conclusa con questo appello, in vista delle elezioni di domenica prossima, l’introduzione del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, all’Assembleea generale dei vescovi italiani, in corso in Vaticano fino al 23 maggio. “Come italiani dovremmo essere il volto migliore dell’Europa per dare più fierezza ai nostri giovani, ai nostri emigrati e a quanti sbarcano sulle nostre coste, perché siamo il loro primo approdo”, l’appello finale, in un continente dove “soffiano populismi e nazionalismi”.

Papa Francesco parteciperà alla giornata conclusiva dell’Incontro di riflessione e spiritualità per la pace, che si svolgerà a Bari dal 19 al 23 febbraio del prossimo anno,

ha annunciato il cardinale, che ha esordito citando il tema principale dell’assise e ha rivolto un doppio appello al governo: per il terzo settore e per il dopo-terremoto del Centro Italia .

“La sinodalità non è un evento da celebrare, ma uno stile da lasciar trasparire nel linguaggio, nella stima vicendevole, nella gratitudine, nella cura delle relazioni: tra noi e con il Popolo di Dio, a partire dai nostri presbiteri”. L’esordio dell’introduzione è in sintonia con le parole pronunciate ieri dal Papa, aprendo l’assemblea. E in sintonia con Francesco è anche il tema centrale dell’assise dei vescovi: “Modalità e strumenti per una nuova presenza missionaria”.

“Affrontare il tema della missione non significa mettere in fila una nuova serie di attività da realizzare, ma piuttosto fare nostro un nuovo modo di essere Chiesa, che, in quanto tale, coinvolge l’esistenza di ciascuno e l’intera pastorale”,

ha spiegato il presidente della Cei citando l’Evangelii gaudium e la necessità di “abbandonare il comodo criterio pastorale del si è sempre fatto così”. Va in questa direzione lo stesso tema degli Orientamenti pastorali, anch’esso all’ordine del giorno. “Umiltà, gratuità, gioia”: questi i “sentimenti”, raccomandati dal Papa a Firenze, “dove ha tracciato il piano per la Chiesa in Italia”. “Puntare a farli nostri – fino a trasformarli in atteggiamenti permanenti – è la condizione per essere all’altezza della nostra missione”, l’impegno assunto dal presidente della Cei per la Chiesa italiana. All’attenzione dei vescovi anche l’approvazione delle Linee guida sulla tutela dei minori.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Crescente preoccupazione” per “antichi pregiudizi” anticattolici e “sconcerto” per il raddoppio della tassazione sugli enti non profit. Nell’esprimerli, il cardinale ha denunciato come “al fondo restano ancora antichi pregiudizi per le attività sociali svolte dal mondo cattolico; pregiudizi che non consentono di avere ancora una normativa adeguata a rispondere alle esigenze di centinaia di migliaia di persone, dedite al prossimo e alle persone bisognose”. “Si tratta di un mondo di valori e progetti realizzati, di assistenza sociale, di servizi socio-sanitari, di spazi educativi e formativi, di volontariato e impegno civile”, ha sottolineato il presidente della Cei, secondo il quale “in una società libera e plurale questo spazio dovrebbe essere favorito e agevolato in ogni modo”.

“Per questo non si può che rimanere sconcertati – ha proseguito Bassetti – vedendo che al Paese intero si manda un segnale di segno opposto, intervenendo senza giustificazione alcuna per raddoppiare la tassazione sugli enti che svolgono attività non commerciali”.

“Al Governo chiediamo non sconti fiscali o privilegi, ma regole idonee e certe, nel rispetto di quella società organizzata e di quei corpi intermedi che sono espressione di sussidiarietà”, l’appello.

“È decisivo che le ordinanze siano rese operative, che le procedure concordate per la ricostruzione trovino attuazione, che i fondi stanziati si traducano in interventi concreti”.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

È il secondo appello di Bassetti, riferito al dopo-terremoto del Centro Italia. L’auspicio è che “la generosa laboriosità di tanti cittadini s’incontri con l’impegno di chi ha la responsabilità civile e politica”. “Lo reclamano le tante abitazioni ancora inagibili della nostra gente; lo reclamano le nostre chiese”, ha fatto notare Bassetti: “Sono 3.000 quelle danneggiate dal sisma; l’impegno, su cui ci si è confrontati per mesi, ne prevede la ricostruzione di 600, quali luoghi di culto, di riferimento e aggregazione per tutta la comunità”.

“È vero che oggi l’Europa è sentita come distante e autoreferenziale, fino al punto da far parlare di una ‘decomposizione della famiglia comunitaria’, su cui soffiano populismi e sovranismi”, ha argomentato il cardinale soffermandosi sul futuro dell’Unione europea. “Lasciatemi, però, dire – forse un po’ provocatoriamente – che il problema non è innanzitutto l’Europa, bensì l’Italia, nella nostra fatica a vivere la nazione come comunità politica”, la tesi di Bassetti, che si è chiesto: “Oggi, noi italiani, cosa abbiamo ancora da offrire? Penso alle nostre virtù, prima fra tutte l’accoglienza; penso a una tradizione educativa straordinaria, a uno spirito di umanità che non ha eguali; penso alla densità storica, culturale e religiosa di cui siamo eredi”. “Attenzione, però: non si vive di ricordi, di richiami a tradizioni e simboli religiosi o di forme di comportamento esteriori!”, il grido d’allarme: “Il nostro è un patrimonio che va rivitalizzato, anche per consentirci di portare più Italia in Europa.

Dobbiamo essere fino in fondo italiani – convinti, generosi, solidali, rispettosi delle norme – perché anche l’Europa sia un po’ più italiana.

Dobbiamo essere fieri – sia detto senza alcuna presunzione – di un Cristianesimo che ha disegnato il Continente con il suo contributo di spiritualità e cultura, di arte e dottrina sociale. Di umanesimo concreto”.