Protezione dei minori

Incontro abusi in Vaticano. 190 partecipanti dai 5 continenti. Prima dell’inizio l’incontro con le vittime

Presentato in sala stampa vaticana il programma dell’incontro su “La protezione dei minori nella Chiesa”, in programma dal 21 al 24 febbraio. 190 i partecipanti, provenienti dai cinque continenti. Prima della “tre giorni” voluta da Papa Francesco per contrastare gli abusi nella Chiesa, il Comitato organizzativo ha previsto un incontro con un gruppo di rappresentanti delle vittime di diversi Paesi. Sabato sera la liturgia penitenziale e domenica mattina la Messa nella Sala Regia. Poi il discorso finale di Papa Francesco

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“La negazione è un meccanismo primitivo, ma dobbiamo allontanarci dal codice del silenzio, spezzare la complicità, perché l’omertà non è accettabile”. E ancora: “Il Papa non si nasconde, non evita di affrontare la realtà”. Così mons. Charles J. Scicluna, arcivescovo di Malta, segretario aggiunto della Congregazione per la dottrina della fede e membro del Comitato organizzativo, ha sintetizzato l’atteggiamento di Francesco nel convocare – tramite un’iniziativa senza precedenti, nella lotta agli abusi commessi su minori da parte del clero – un incontro su “La protezione dei minori nella Chiesa”. A proposito del recente invito a non caricare troppo di aspettative l’evento, Scicluna ha commentato: “Non si possono risolvere tutti i problemi in tre giorni, sarebbe un’aspettativa irrazionale. Se invece ci aspettiamo un ‘follow up’ dopo l’incontro, l’aspettativa diventa ragionevole”. “Il coraggio delle vittime ci ha aiutato a portare avanti questo progetto”, ha rivelato il card. Blase Cupich, arcivescovo di Chicago e membro del Comitato organizzativo dell’incontro. Responsabilità, “accountability”, cioè “capacità di rendere conto di ciò che si fa”, e trasparenza: sono questi, ha ricordato padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione vaticana “Joseph Ratzinger-Benedetto XVI” e moderatore dell’incontro, i rispettivi temi delle tre giornate, che si svolgeranno prevalentemente nell’Aula Nuova del Sinodo, dal 21 al 24 febbraio.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Il programma della “tre giorni”. Nove relazioni, tre per ogni giornata – alternate a lavori di gruppo e relazioni di sintesi sui medesimi – una liturgia penitenziale sabato sera e una messa sabato mattina, seguita dal discorso finale del Papa: questo l’intenso programma d’insieme, per i 190 partecipanti provenienti dai cinque continenti, che saranno impegnati dalla mattina alle 9 al pomeriggio intorno alle 19.20. “Dalla sera del sabato tutta l’Assemblea si trasferirà nella Sala Regia del Palazzo apostolico per una liturgia penitenziale presieduta dal Papa”, ha annunciato Lombardi: stesso luogo per la Messa della domenica mattina, concelebrata dai partecipanti con Francesco, che terrà un discorso finale. Lo schema di ogni giornata prevede una preghiera iniziale, alle 9, a cui segue la proiezione di un video con la testimonianza di alcune vittime. Poi una breve introduzione del Santo Padre – “di tipo metodologico, non un discorso lungo, impegnativo” – seguita da una prima relazione alle 9.30 e una seconda relazione alle 10.15, seguita a sua volta dai lavori di gruppo. Nel pomeriggio si riprende alle 16, con la terza relazione e le domande. Alle 17 circa, si ritorna in aula per il lavoro di gruppo e la presentazione dei lavori. La serata si conclude con una preghiera e la testimonianza di una vittima, “presente in sala ma riservata”, ha precisato il moderatore. Nove, nell’ordine, i relatori: il card. Tagle, mons. Scicluna, il card. Salazar Gomez, il card. Gracias, il card. Cupich, il card. Marx. Concludono l’elenco tre donne: Linda Ghisoni, sottosegretario del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, la decana dei vaticanisti, Valentina Alazraki, e Veronica Openibo, religiosa nigeriana. A tenere l’omelia, nella messa del 24 febbraio, presieduta dal Papa e conclusa dal suo discorso, sarà mons. Coleridge, presidente dei vescovi australiani.

Dei 190 partecipanti, i presidenti delle Conferenze episcopali sono 114: 36 dall’Africa, 18 all’Asia, 32 dall’Europa, 4 dall’Oceania. 14 i capi delle Chiese cattoliche orientali, 12 gli ordinari che non appartengono a nessuna Conferenza episcopale. Completano l’elenco 12 superiori generali (uomini), 10 superiori religiose (donne), 10 prefetti dei Dicasteri vaticani, 4 membri della Curia Romana, 5 membri del Consiglio dei cardinali, 5 tra organizzatori, moderatore e relatori.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Il “prologo” con le vittime. Prima dell’inizio della “tre giorni” in Vaticano, ha annunciato il moderatore dell’incontro, “il Comitato organizzativo ha deciso di riunirsi con un gruppo di rappresentanti delle vittime di diversi Paesi, continenti e assicurazioni, per permettere loro di esprimere con libertà le loro opinioni, attese, desideri”. “Non è previsto né è stato pensato un incontro con il Santo Padre”, ha precisato Lombardi rispondendo alle domande dei giornalisti sull’incontro che fa da “prologo” alla “tre giorni”, e del quale non è stato comunicato né il luogo, né il tempo, né il nome dei partecipanti, “per garantire la serenità delle persone stesse”, ha spiegato il moderatore. “Orecchie aperte e disponibilità a ricevere tutti i messaggi che ci giungeranno in questi giorni”: così Lombardi ha sintetizzato l’atteggiamento di ascolto delle vittime, che è la priorità e il punto di partenza dell’iniziativa voluta dal Papa per contrastare gli abusi nella Chiesa.

Il sito ufficiale e il “contesto”. Già attivo il sito ufficiale dell’evento – pcb2019.0rg – che dopo il 24 febbraio rimarrà come “strumento per sviluppare le iniziative future”, ha detto padre Hans Zollner, presidente del Centro per la protezione dei minori della Pontificia Università Gregoriana, membro della Pontificia Commissione per la tutela dei minori e referente del Comitato organizzativo, illustrando il portale, che verrà regolarmente aggiornato. Riguardo al Questionario proposto ai partecipanti in vista dell’appuntamento in Vaticano, Zollner ha reso noto che ha ricevuto l’89% delle risposte, che consentono di fornire una sorta di “mappatura” del fenomeno degli abusi, visibile anche sul sito con le statistiche della distribuzione territoriale.