(Strasburgo) Per ottenere e disporre dei fondi europei occorre rispettare lo stato di diritto e i Trattati dell’Unione. È il significato di una sentenza della Corte di giustizia Ue, che ha sede a Lussemburgo, emessa oggi che ha respinto il ricorso di Ungheria e Polonia contro il “meccanismo di condizionalità” dei fondi europei correlati appunto al rispetto dello Stato di diritto. “Accolgo con favore la conferma della legittimità del regolamento sulla condizionalità da parte della Corte di giustizia”, ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. La Commissione “difenderà il bilancio dell’Unione dalle violazioni dei principi dello Stato di diritto. I governi di Varsavia e Budapest avevano chiesto di annullare il regolamento che consente all’Unione di sospendere i pagamenti provenienti dal bilancio europeo agli Stati membri in cui lo stato di diritto è minacciato.
“La Corte – ha aggiunto von der Leyen – sostiene la legittimità di questo importante strumento che ci consente di tutelare meglio il bilancio comunitario e gli interessi finanziari dell’Unione contro le violazioni dei principi dello Stato di diritto. Questo meccanismo garantisce che il bilancio dell’Unione sia protetto e attuato in linea con i principi di una sana gestione finanziaria, a beneficio di tutti i cittadini europei. La Commissione analizzerà ora attentamente la motivazione della sentenza e il loro possibile impatto sulle ulteriori misure che adotteremo ai sensi del regolamento. Tenendo conto di questi giudizi, nelle prossime settimane adotteremo delle linee guida che forniranno ulteriore chiarezza su come applichiamo il meccanismo nella pratica”. Inoltre: “La Commissione ha monitorato la situazione in tutti gli Stati membri dall’entrata in vigore del regolamento e stiamo valutando in modo approfondito alcuni casi. Ove ricorrano le condizioni del Regolamento, agiremo con determinazione. I giudizi di oggi confermano che siamo sulla strada giusta”.