“Ci deve essere una reale volontà di correggere gli errori ed evitare una maggiore incertezza nella cittadinanza. L’instabilità e la mancanza di decisioni adeguate lacerano la legittimità politica e la fiducia dei cittadini”. È duro il giudizio dei vescovi peruviani sull’attuale situazione politica che vive il Paese, dopo le dimissioni del terzo premier in sei mesi, Héctor Valer Pinto, travolto dalle accuse di violenza domestica e rimasto in carica solo per tre giorni. Il tutto nell’ambito di un ampio rimpasto di governo che ha in pratica mutato la natura politica dell’Esecutivo, che ha perso la sua connotazione iniziale di estrema sinistra per cercare appoggi tra le forze politiche presenti in Parlamento.
“È urgente che le autorità di più alto livello del nostro Paese assumano seriamente i propri impegni e responsabilità nella ricerca della stabilità politica e democratica e del bene comune e non per interessi particolari o ideologici”, scrivono nel messaggio, diffuso ieri sera dalla Conferenza episcopale, i vescovi peruviani, sottolineando che l’attuale crisi arriva in un momento molto delicato, a causa della nuova ondata del Covid-19 (il Perù è il Paese con il maggior tasso di mortalità al mondo), dovuta alla variante Omicron, e dell’emergenza ecologica provocata dal grande sversamento di petrolio nell’oceano. “Il popolo peruviano ha bisogno che le sue autorità siano irreprensibili e debitamente preparate per le posizioni che devono assumere – prosegue il messaggio -. Abbiamo urgente bisogno di una buona politica e della partecipazione dei cittadini per la vigilanza etica delle loro autorità, le quali sono chiamate a essere all’altezza e a rispondere con professionalità al mandato degli elettori, che hanno riposto in loro la loro fiducia e speranza. I cittadini chiedono rispetto delle istituzioni e legittimità politica per essere governati”. Perentorio l’invito dei vescovi: “Chiediamo con forza alle autorità governative di dare chiari segnali di governabilità”. E per questo “ribadiamo la nostra proposta di lavorare insieme per la trasformazione della società peruviana, orientando i nostri sforzi e le nostre volontà verso la riabilitazione della politica, dell’economia e dell’attività lavorativa di tutti gli attori sociali”.