Si celebra quest’anno la trentesima giornata del malato indetta da papa Giovanni Paolo II nel lontano 1992. Il tema di quest’anno è: “Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità”. Essa cade proprio in occasione della festa liturgica di Nostra Signora di Lourdes, l’11 febbraio. Alla grotta di Massabielle di Lourdes, da allora fino ad oggi, centinaia di migliaia di persone sono giunte qui per chiedere alla Vergine sostegno, forza e consolazione per affrontare l’inevitabile fatica della vita.
Da sempre Lourdes accoglie molti malati, accompagnati con cura da tanti volontari per chiedere la guarigione e la capacità di accogliere con fede il pesante fardello del dolore. La speranza cristiana accompagna il percorso di tante persone. Qui Maria è presente con il suo sguardo materno e non permette che la disperazione possa avere il sopravvento. Confidando in lei, molti ripartono con il cuore pieno di gioia e di fiducia. Nessuno è lasciato solo e smarrito, ma bensì una rinnovata carica di vita alimenta i passi di tutti. È la bellezza di un incontro rigenerante e carico di speranza.
In questa giornata, qui a Lourdes, si danno appuntamento i vari operatori pastorali: direttori dei pellegrinaggi, responsabili delle hospitalité, volontari per mettere a punto i vari programmi. Quest’anno, malgrado le costrizioni legate alla pandemia, sono attesi ben 500 iscritti. È un bel traguardo ed anche una feconda prospettiva. Nell’organizzare un pellegrinaggio a Lourdes, nulla può essere lasciato al caso, vista anche la fragilità di tante persone segnate dalla malattia. La carità necessita di professionalità. Lourdes diventa così un segno di serietà e di competenza.
Per l’occasione, è previsto un gran numero di pellegrini italiani. In tal modo, si dimostra ancor più, l’attaccamento a questo santuario mariano che lungo il corso degli anni ha visto la presenza innumerevole degli italiani. C’è una sorta di grande affetto per questo luogo.
L’opportunità di venire qui è anche dovuta al fatto che non è più necessario sottoporsi al tampone per il rientro sul suolo italiano. Obbligo che precedentemente aveva scoraggiato molti nel mettersi in viaggio. Ciò ci consola e ci stimola ancor più.
Infatti, per questo anno 2022, c’è una grande ansia di ripresa. Dopo due anni di considerevoli difficoltà, legate alla pandemia, ora vi è una luce all’orizzonte. La macchina si sta rimettendo in moto, le prenotazioni si consolidano e la prospettiva è di un graduale ritorno alla normalità. Il santuario prosegue nell’assicurare un’accoglienza sicura e fraterna. Indubbiamente rimangono ancora alcune regole da rispettare, ma la prospettiva è fortemente positiva. Siamo un po’ tutti convalescenti (mi si passi il termine), tuttavia c’è da parte nostra il desiderio di ricominciare con uno spirito rinnovato.
In termini biblici, oserei dire, ci anima l’impegno e la speranza che animò gli esuli ebrei rientrando nella terra promessa dopo la terribile esperienza dell’esilio babilonese.
Certamente, nulla avviene per caso: quest’anno 2022 cade il centosessantesimo anniversario del riconoscimento delle apparizioni. Infatti, nel lontano 1862, precisamente il 18 gennaio, l’allora vescovo di Tarbes, Mons. Laurence approvò la veridicità delle apparizioni.
È una bella occasione per riprendere il cammino con slancio e dedizione rinnovata.
Lourdes nuovamente vi aspetta, ma soprattutto la Vergine vi accoglie in quel luogo, baciato dal cielo, che è la grotta di Massabielle.
(*) rettore Santuario di Lourdes