Senza fissa dimora: mons. Nosiglia (Torino), “la città non vuole abbandonare nessuno, continuare e rinforzare la relazione con queste persone”

“In più occasioni ho avuto modo di dire che si corre il rischio, a Torino, di vivere in due città diverse. Ma è altrettanto vero che questa è una città che non vuole abbandonare nessuno”. Lo ha ricordato ieri sera l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, visitando le tende per l’accoglienza notturna di persone senza dimora predisposte in un’area vicino a piazza san Giovanni.
“Le tende sono qui – ha osservato l’arcivescovo – non solo per risolvere un problema ma per venire incontro a delle persone, nostri concittadini che vivono particolari situazioni di disagio. Bisognava rispondere all’emergenza freddo, ma bisognava anche dare un segnale di attenzione, e di vicinanza”. “Le tende – ha proseguito – sono qui perché c’è stata una ampia e impegnativa sinergia fra istituzioni cittadine, sindaco Lo Russo, gli assessori Rosatelli e Pentenero, il prefetto Raffaele Ruberto”. Mons. Nosiglia ha sottolineato che “la Chiesa si è impegnata attraverso la Caritas, con la Croce Rossa e le associazioni che hanno lavorato con le molte realtà del volontariato cattolico e non solo, per offrire tutti quei servizi di accompagnamento alle persone che fanno parte della accoglienza nei dormitori e anche sulla strada. Non posso nominare tutte le organizzazioni impegnate, ma vorrei ringraziarle davvero di tutto cuore”.
“Il senso dunque di queste tende – ha ammonito – è sì di affrontare una emergenza: ma è soprattutto quello di continuare e rinforzare un discorso, un dialogo, una relazione con le persone senza fissa dimora. Se ci conosciamo meglio, se siano più vicini, potremo riuscire a fare dei progetti insieme. Per uscire dalle tende, e per rientrare nella città”.

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